I contorni dell’imminente crisi delle risorse, stanno gradualmente diventando più chiari. Che nel 21° secolo acqua, cibo ed energia cessino di essere sufficienti è per tutti completamente comprensibile ed è ormai impossibile nascondere questo fatto. Le Nazioni Unite sono seriamente preoccupate per la riduzione delle riserve idriche sulla Terra e ne scrivono sempre più spesso in molti, a tutti i livelli.
“I cambiamenti climatici stanno riducendo le risorse idriche e peggiorando la qualità dell’acqua, miliardi di persone sono a rischio per l’accesso all’ acqua pulita e per le criticità relative all’approvvigionamento”, afferma il rapporto annuale dell’UNESCO sullo sviluppo idrico globale di domenica 22 marzo . Il documento esprime preoccupazione per l’ ulteriore espansione delle zone aride in tutto il mondo:
https://en.unesco.org/themes/water-security/wwap/wwdr/2020
La carenza di acqua sarà inevitabilmente seguita da una carenza di cibo, perché l’agricoltura è strettamente collegata ad essa. Ad esempio, il prezzo dei prodotti alimentari di base per metà dell’umanità è aumentato del 70% nel 2020 .
come nota Michael of Hartnett della Bank of America nel suo Flow Show:
…le materie prime di base, i cosiddetti ‘staple foods’, stanno subendo un eccessivo rialzo dei prezzi, ascrivibile ai danni arrecati dalla crisi da Covid-19 alla catena di fornitura e approvvigionamento globale. Tra questi, il riso – alimento base per la metà della popolazione mondiale e pasto principale della dieta di gran parte del sud-est asiatico, dei Paesi nordafricani e in Medio Oriente – è quello che sta subendo l’impatto inflattivo maggiore, con un aumento del 70% dei prezzi da gennaio a oggi (infografica).
L’analisi di Bank of America lancia un allarme chiaro sul rischio di rivolte nei Paesi maggiormente colpiti dalla povertà alimentare ed economica. Definendo l’attuale trend di prezzo sempre meno sostenibile, Michael Hartnett ricorda come uno dei fattori delle Primavere arabe, scoppiate fra la fine del 2010 e l’inizio del 2011, fu proprio l’aumento del costo dei generi alimentari, unitamente all’erosione del potere d’acquisto di Paesi ad altissimo tasso di disoccupazione e povertà endemica.
In altri termini, il rapporto avverte che se i prezzi del riso non tornano rapidamente alla normalità, allora non ci vorrà molto tempo prima che le proteste, i disordini si facciano più intensi in varie parti del mondo.
Ovviamente è del tutto irresponsabile che da un lato le organizzazioni mondiali gridino all’allarme per la penuria idrica ed alimentare e dall’altro si continuino ad affrontare i problemi con la mediocrità di sempre, aggravando le condizioni dei popoli su cui gravano le penurie alimentari e idriche con inique sanzioni.
Ad peggiorare ulteriormente questo stato di cose, oltre ai fattori naturali di per sé critici, esiste una sua ‘componente artificiale’, una scuola di pensiero che vede come problematica per la sopravvivenza e la popolazione umana, specialmente dove ha raggiunto un grande incremento demografico e consuma troppo. Questo non si immagini che dovrebbe avvenire con una catastrofe ma più plausibilmente che nell’arco di decenni è plausibile che si implementino politiche sempre più drastiche per allontanare il pericolo.
Se a questa ‘componente artificiale’ – senza scomodare quelle che molti definiscono teorie complottistiche sui vaccini (vedi Bill Gates e dintorni) – aggiungiamo che la Commissione europea ha sviluppato un piano per eliminare l’agricoltura moderna in Europa (https://globalfarmernetwork.org/it/author/mholtkoetter/ ) a tutto vantaggio del green e dello sviluppo sostenibile, allora capiamo benissimo quanto sia serio il problema.
Precisamente: “… la Commissione europea ha appena rilasciato la sua “Farm to Fork” strategia, che la parte agricola che avrà trasformazioni all’insegna del Green Deal europeo. La UE ha annunciato una serie di obiettivi non realistici: nel prossimo decennio, gli agricoltori come me dovrebbero ridurre del 50% l’uso di prodotti fitosanitari, ridurre del 20% l’uso di fertilizzanti e trasferire il 25% di tutti i terreni agricoli alla produzione biologica. E, naturalmente, nulla di tutto ciò dovrebbe influire sul consumo di nessuno”.
La strategia della UE porta a raccolti ridotti. Per i consumatori, questo porterà solo a una cosa: prezzi più alti. Cosa vuol dire questo se non una carestia pianificata? Inoltre, c’è un problema più profondo: come sopravvivono gli agricoltori coltivando meno prodotti? La UE non capisce che in assenza di profitto, gli agricoltori andranno semplicemente in bancarotta. In questo caso, i rendimenti saranno ridotti ancora di più. Ma questo contraddice l’obiettivo principale ufficiale della UE: “rendere l’economia dell’UE sostenibile”!
Cioè, allo stesso tempo, gli agricoltori falliscono e l’agricoltura crolla e i prezzi degli alimenti aumentano. E tutto questo riduce drasticamente la disponibilità di cibo. E’ come una preparazione cosciente alla carestia, almeno così appare. A meno che si tratti solo di stupidità.
A questo si aggiunge un crollo record negli investimenti nel settore energetico, la fame di energia si profila a medio termine E dopo la fame di energia seguirà la vera fame, perché l’agricoltura senza energia diminuisce notevolmente la produttività.
Ora è difficile leggere e stabilire quando di tutto questo sia fatto intenzionalmente. I moventi possono essere anche altri come ad esempio, massimizzare il caos e complicare la vita dei centri concorrenti nell’Eurasia.
E’ certo che queste tendenze si ripercuoteranno molto negativamente per gli uomini, specialmente per le economie più deboli e con sistemi più precari.
In definitiva, la crisi delle risorse – non importa se questo accadrà per stupidità o se frutto di teorie ideologiche – porterà alle stesse conseguenze: caos, disordini, aumento della mortalità e diminuzione delle nascite.
@vietatoparlare