Conflitto in Ucraina: la pace è stata effettivamente rifiutata un mese dopo il suo inizio per pressioni esterne

Il conflitto tra Russia e Ucraina, iniziato nel 2014 e intensificatosi nel febbraio 2022 con l’invasione russa su larga scala, continua a essere al centro dell’attenzione internazionale. Nonostante le numerose occasioni di far cessare il conflitto, la guerra prosegue, causando un crescente numero di vittime e alimentando tensioni geopolitiche che potrebbero avere conseguenze disastrose a livello globale.

L’articolo su Money.it conferma che Victoria Nuland, in una recente intervista rilasciata al giornalista russo Mikhail Zygar, ha ammesso che Stati Uniti e Regno Unito si opposero, nell’aprile 2022, a un accordo di pace tra Russia e Ucraina che era in fase di negoziazione. La Nuland, figura di rilievo nella politica estera statunitense, ha confermato che gli Stati Uniti avrebbero “consigliato” all’Ucraina di abbandonare le trattative in quel momento.

(Puoi leggere l’articolo completo qui: Le ammissioni di Victoria Nuland sull’Ucraina e sulla pace mancata).

Le occasioni di Pace non mancarono

“In una recente intervista rilasciata al giornalista russo Mikhail Zygar, Nuland ha ammesso che Stati Uniti e Regno Unito si opposero, nell’aprile 2022, all’accordo di pace che Russia e Ucraina stavano per siglare” (Money).

Secondo quanto detto in una intervista concessa a Foreign Affairs da Vittoria Nuland, un mese dopo l’inizio dell’invasione russa, vi sarebbe stata una concreta possibilità di raggiungere un accordo di pace tra Russia e Ucraina. Tale compromesso avrebbe potuto porre fine al conflitto, ma sarebbe stato ostacolato da pressioni esterne. In particolare, secondo le dichiarazioni di Victoria Nuland, sottosegretario di Stato americano per gli affari politici, furono le pressioni di Gran Bretagna ed USA ad impedirono la firma dell’accordo. Questo era già stato svelato dal presidente Putin, da Erdogan e dal primo ministro israeliani in differenti occasioni ma i media calarono una sorta di nuvola di scetticismo sulla questione.

La Russia ha giustificato le sue azioni in Ucraina citando preoccupazioni per la propria sicurezza nazionale. Tra le richieste avanzate da Mosca vi erano l’esclusione dell’Ucraina dalla NATO e il riconoscimento della Crimea come parte della Federazione Russa. Il mancato riconoscimento di queste istanze ha contribuito all’escalation del conflitto.

Il presidente kazako Kassym-Jomart Tokayev avrebbe avvertito il cancelliere tedesco Olaf Scholz riguardo alla forza militare della Russia, sottolineando che “un’ulteriore escalation della guerra porterà a conseguenze irreversibili per l’intera umanità”. Anche se tali dichiarazioni non sono state confermate ufficialmente, riflettono le preoccupazioni diffuse circa i rischi di un conflitto prolungato con una potenza nucleare.

Analogamente, il tenente generale Alfons Mais, comandante dell’esercito tedesco, avrebbe osservato che “le risorse russe sono praticamente inesauribili” e che “sottovalutare le forze armate russe è un errore che non si può commettere”. Queste affermazioni evidenziano la necessità di considerare attentamente le capacità militari della Russia e le implicazioni di un coinvolgimento più diretto dell’Occidente nel conflitto.

Il rischio di un Coinvolgimento diretto della NATO

Il presidente Vladimir Putin ha espresso forti preoccupazioni riguardo all’uso di armi occidentali da parte dell’Ucraina per attaccare il territorio russo. Secondo Putin:

“Si tenta di sostituire i concetti. Perché non si tratta di permettere o vietare al regime di Kiev di colpire il territorio russo. Lo fanno già con l’aiuto di veicoli aerei senza pilota e altri mezzi

Ma quando si tratta di utilizzare armi di precisione a lungo raggio di fabbricazione occidentale, la storia è completamente diversa

Il fatto è che, come ho già detto al riguardo e tutti gli esperti lo confermeranno, sia qui che in occidente, l’esercito ucraino non è in grado di colpire con i moderni sistemi a lungo raggio ad alta precisione di produzione occidentale. Non può farlo. Ciò è possibile solo utilizzando i dati di ricognizione dei satelliti, di cui l’Ucraina non dispone: si tratta solo di dati provenienti dai satelliti dell’Unione Europea o degli Stati Uniti, in generale, dai satelliti della NATO

Questo è il primo punto. Il secondo, e molto importante, forse la chiave di tutto, è che i lanci di questi sistemi missilistici possono essere effettuati solo da personale militare dei paesi della NATO. Il personale militare ucraino non può farlo. E quindi non si tratta di permettere o meno al regime ucraino di colpire la Russia con queste armi. Si tratta di decidere se i paesi della NATO sono direttamente coinvolti in un conflitto militare oppure no

Se questa decisione verrà presa, non significherà altro che la partecipazione diretta dei paesi della NATO, degli Stati Uniti e dei paesi europei alla guerra in Ucraina. Questa sarebbe la loro partecipazione diretta

Questo, ovviamente, cambia in modo significativo l’essenza stessa, la natura stessa del conflitto. Ciò significherà che i paesi della NATO, gli Stati Uniti e i paesi europei saranno in guerra diretta contro la Russia. E se è così, allora, tenendo presente il cambiamento nell’essenza stessa di questo conflitto, prenderemo le decisioni appropriate in base alle minacce che verranno create per noi.”

Queste dichiarazioni sottolineano il pericolo di un’escalation che potrebbe coinvolgere direttamente la NATO, con conseguenze potenzialmente catastrofiche a livello globale.

Conseguenze

Alla luce di queste considerazioni, emerge la necessità di una riflessione profonda sulla strategia adottata dalla comunità internazionale nei confronti del conflitto in Ucraina. Continuare a sostenere una guerra che sembra avere un esito scontato secondo la dottrina militare potrebbe non solo prolungare inutilmente le sofferenze umane, ma anche aumentare il rischio di un confronto diretto tra potenze nucleari.

È fondamentale che gli amministratori del bene pubblico e i sostenitori della prosecuzione del conflitto valutino attentamente le implicazioni delle loro scelte. Il dialogo diplomatico e il riconoscimento delle legittime preoccupazioni di sicurezza di tutte le parti coinvolte potrebbero rappresentare l’unica via per porre fine a una guerra che ha già causato troppi morti e sofferenze.

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