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Conflitto in Ucraina: Lloyd Austin ha alzato la posta in gioco in modo spregiudicato

È difficile dire chi sta bluffando e chi no. Forse non sta bluffando nessuno, oppure sì, ma in entrambi i casi la guerra con il suo carico di sofferenza e distruzione, continua.
Non esistono nemmeno richieste tra le parti, se non la distruzione completa dell’avversario. E solo oggi si vede quanto sia falso il concetto che un maggior numero di armi e la ricerca di livelli di letalità sempre maggiori, porti la pace.

Il costante accenno alle armi nucleari e la minaccia del loro utilizzo è un segnale estremamente allarmante. Quando il concetto viene introdotto in circolazione, significa solo che le persone si stanno effettivamente abituando a tale possibilità. Quando vediamo aperte le cosiddette “finestre Overton”, le fasi passano in sequenza dall’impossibile al lecito: è particolarmente allarmante che entrambe le parti chiave del conflitto siano attivamente coinvolte in questo gioco, che giocano quasi quattro mani.

In questi ultimi due giorni da entrambe le parti ci sono state una serie di affermazioni scoraggianti, sia da parte USA che da parte russa.

È molto grave che il capo del Pentagono il gen.Lloyd Austin – durante una conferenza stampa in Polonia – abbia affermato che l’obiettivo degli Stati Uniti sia sostenere l’Ucraina per indebolire la Russia, affinché non ripeta ciò che sta facendo in Ucraina. Inoltre, la porta alla NATO è sempre aperta per l’Ucraina“, ha affermato Austin in un’altra occasione il 26 aprile. Quindi l’obiettivo non sarebbe solo la difesa dell’Ucraina finalizzata ai negoziati, ma il proseguimento di una guerra preventiva contro Mosca per distruggere parte del suo potenziale bellico e, se possibile, farla implodere dall’interno. Quindi, un obiettivo che va oltre il semplice aiuto a Kiev.

Come gli Stati intendono raggiungere questo obiettivo, Austin non l’ha specificato, probabilmente con le sanzioni e aumentando il supporto alle forze ucraine a dismisura, ma forse anche introducendo forze terrestri di paesi terzi in Ucraina. Inoltre, il gen. Austin ha affermato ancora una volta che le dichiarazioni sulla minaccia di una guerra nucleare sono molto pericolose e controproducenti, “nessuno la vuole”.

La risposta della Russia alle parole di Austin è arrivata a stretto giro ed anch’essa è tremenda: “se una terza parte interviene nella situazione in Ucraina, la risposta sarà fulminea”.

La pubblicazione russa Kommersant riporta che Putin ha dichiarato che tutte le decisioni su un tale reazione “sono già state prese”. Ciò per indicare che nel caso è stato stabilito un automatismo che farà scattare la reazione russa, chiaramente nucleare.

Se qualcuno vuole intervenire nella situazione in Ucraina dall’esterno e crea una minaccia strategica inaccettabile per la Russia, la risposta sarà fulminea, le decisioni in merito sono già state prese”, ha detto Putin.

Il capo del Cremlino ha aggiunto che ciò “porterà a conseguenze che non hai mai vissuto nella storia. Siamo pronti per qualsiasi sviluppo di eventi”.

Putin ha poi precisato che la Russia ha tutti gli strumenti per questo, e che sono “tali che nessuno altro può vantarsi ora”. 

Infine, il presidente russo ha concluso precisando che tali strumenti saranno usati se sarà necessario. 

Dopo questa esternazione, il 27 febbraio, Putin ha ordinato ai militari di trasferire le forze nucleari strategiche “a una modalità speciale di servizio di combattimento”. Ha giustificato questa decisione con le “azioni ostili” dei paesi occidentali nella sfera economica, nonché con la retorica “aggressiva” contro la Russia.

La probabilità di un’escalation è in aumento, e cresce in proporzione al prolungamento del conflitto. L’incapacità del Cremlino di risolvere i problemi con la forza aumenta i rischi di utilizzare tipi di armi più gravi, comprese le armi di distruzione di massa. Qui è persino difficile dire chi sia più interessato ad usarle: il Cremlino è interessato a “terminare” il nemico per cessare la guerra, l’Occidente è interessato a impedire al Cremlino di porre fine al conflitto, trasformandolo nello scenario protratto meno redditizio.

Sembra assurdo ma non lo è: l’uno (la Russia) ha cominciato la guerra, l’altro (gli USA) non vuole che termini, pur sapendo che la Russia negozierebbe se ne avesse l’opportunità.

C’è una coltre di surreale che copre le parole, copre la comunicazione. Più si va avanti e più si nota come sfugga l’essenziale, come un rigido materialismo lo allontani dai ragionamenti.  Queste persone non si lanciano messaggi ma bombe e non attendono segni ma solo la cattiveria dell’altro. Ed è chiaro che già si è passato da una intenzione di bene ad un regolamento di conti personale.

VPNews

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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