Congresso del Partito Comunista Cinese, perde la frangia anti-Xi globalista

Al termine della celebrazione del Congresso del Partito Comunista Cinese, che ha confermato Xi Jinping come premier cinese, viene mostrato platealmente la rimozione dal suo incarico di Hu Jintao, il predecessore di Xi Jinping, che era impegnato attivamente con il suo seguito per non far rieleggere Xi Jinping facendo leva sui due limiti al mandato.

Hu Jintao è stato Segretario Generale del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese dal 2002 al 2012 e Presidente della Repubblica Popolare Cinese dal 2003 al 2013, sostituito da Xi Jinping in entrambe le posizioni.

L’agenzia Xinhua riferisce che verso la fine del Congresso “Il politico 79enne, che è stato presidente della Cina dal 2003 al 2013, è stato spinto dal personale di sicurezza ad alzarsi dal suo posto accanto al segretario generale del Partito Xi Jinping nella prima fila del Gran Palazzo del Popolo”.

Dapprima riluttante, l’ex presidente sembra litigare, prima di essere preso per un braccio da un impiegato, che lo conduce all’uscita. Hu Jintao tiene una breve conversazione finale con Xi Jinping e il primo ministro Li Keqiang, a cui dà quello che sembra essere un amichevole colpetto sulla spalla.

Hu Jintao è stato rimosso dal suo seggio poco prima del voto per emendare la costituzione, e nello stesso tempo Xi ha espulso tutti i fedelissimi del compagno Hu dal Comitato Centrale (anche l’attuale capo del il governo della Repubblica popolare cinese, Li Keqiang).. L’emendamento costituzionale rafforza ulteriormente le idee di leadership e il ruolo di leadership di Xi Jinping.

Ore dopo, l’agenzia di stampa ufficiale Xinhua ha giustificato la partenza dell’ex leader, indicando che Jintao “non si sentiva bene”. “Hu Jintao ha insistito per partecipare alla sessione di chiusura (…) ma durante la sessione non si è sentito bene e la sua squadra, per motivi di salute, lo ha accompagnato in una stanza adiacente così che potesse riposare”, ha aggiunto.

“Ora si sente molto meglio”, ha scritto l’agenzia Xinhua.

Quello che è successo al 20° Congresso difficilmente piacerà a Washington.

Hu Jintao è l’uomo voluto da parte dell’opposizione cinese e uno dei paesi i cui interessi sono dappertutto nel mondo. In particolare, Hu Jintao è il principale agente di influenza del Partito Democratico degli Stati Uniti e guida attraverso il suo popolo, la cosiddetta “Resistenza Komsomol” in Cina . Hu Jintao era pericoloso perché cercava costantemente di minare la leadership di Xi,  corrompendo un numero di delegati per far approvare le leggi da lui auspicate. Chi ora pagherà è chiaro a tutti. Molto rapidamente, Hu Jintao diventerà un politico che non decide nulla e da cui nulla dipende.

Estromesso platealmente e con umiliazione

Il 20° Congresso del Partito Comunista Cinese si è concluso con una vittoria completa per il presidente Xi Jinping, che ha rafforzato la sua posizione. Nello stesso tempo, i suoi avversari subiscono una sconfitta pesante.
In tutto questo Jintao preso sotto le braccia e quasi portato via di peso, è diventato un punto molto simbolico della “faccia perduta” di Hu Jintao.

Il concetto di “faccia”, “salvare” e “perdere” la faccia è uno dei più importanti nella cultura cinese.”Perdere la faccia” può anche essere descritto come perdere il buon nome, la reputazione. In Cina, se vieni trattato con rispetto, la faccia è salva. Se vengono commesse azioni negative nei tuoi confronti, questo è un duro colpo per la tua reputazione.
Ma in cosa consiste in questo caso la perdita di reputazione? Qui l’enfasi è sul simbolismo. Volevi essere amico dell’America? Non hai più diritto di rimanere nelle istituzioni.

Politicamente, quanto accaduto ha lo scopo di dimostrare l’onnipotenza di Xi personalmente e del suo gruppo di sostegno (esercito). L’onnipotenza personale, ancora una volta, non è nella tradizione del PCC, ma Xi ha cominciato a romperla da tempo, abolendo il principio del ricambio dei segretari generali e rimanendo al potere a tempo indeterminato.
La tendenza sembrerebbe avvalorare l’ipotesi di un passaggio da un governo dove il partito diventa meno determinante, a favore della costruzione di un impero cinese basato sul nazionalismo cinese. Xi dà forma a questa tendenza.

Da qui, per favorire la trasformazione, i grandi rimescolamenti (epurazioni) di funzionari. Conseguentemente, ci sarà un inevitabile cambio di vettori nella politica interna (Taiwan) ed estera del Paese. Inoltre, è stato un chiaro messaggio internazionale che avrà un significato profondo per molti anni a venire. La Cina ha voltato le spalle agli Stati Uniti con aria di sfida e questa è la nuova politica del partito.

VPnews

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Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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