Conte dice che il dibattito sul MES divide l’Italia e lo evita ma in gioco è la democrazia

Gravissimo: il premier Conte il 23 andrà alla conferenza dei Capi di Stato europei dove si discuterà sul MES. La novità è che a differenza di quanto finora sostenuto “Eurobond sì MES no” a rete unificate, ora cambia idea e non si presenta neanche nel nostro Parlamento, per evitare vincoli nel dibattito che avrà con élite europee. Ma l’ostacolo che evita si chiama ‘democrazia’.

Stamattina l’assemblea dei capigruppo alla camera dei deputati si è riunita per decidere per la presenza del premier Conte in aula. Tale presenza era oltremodo necessaria per dare un atto di indirizzo politico alla riunione a Bruxelles, affinché Conte portasse la posizione del Parlamento Italiano nei confronti del MES. Tuttavia il presidente del Consiglio non si presenterà in aula. Questo non avverrà casualmente ma  per evitare quello che lui considera – come ha detto ad Ansa – “un dibattito senza senso”. 

Ciò che è successo ha dell’incredibile: la mattina del 15 aprile la maggioranza e Forza Italia – con il voto decisivo del partito di maggioranza relativa, ovvero il M5S  – ha votato per inserire in calendario solo una ”informativa’‘e non quella che in gergo si chiama una ”comunicazione” al parlamento.

[su_spacer]Qual’è la differenza? La differenza è che l’informativa espone solo quello che il Presidente del Consiglio porterà come posizione nelle istituzioni europee senza nessun vincolo che lo obblighi a tenere una linea precisa. Mentre con la ”comunicazione’  i parlamentari possono – dopo dibattito in aula e  voto –   vincolare il premier a portare l’istanza prevalente scaturita dalla volontà politica espressa dal parlamento.

In altri termini, Conte ha semplicemente rifiutato di presentarsi in Parlamento temendo che potesse essere obbligato a vincoli, come prevede la Legge 234 del 2012 nel caso dei trattati internazionali. Ma i capigruppo, grazie all’accettazione , del M5S – nonostante il parere contrario di Lega e Fratelli d’Italia – hanno lasciato fare.

Come conseguenza, la linea politica della trattativa con i vertici europei,  sarà presa solo tramite l’insindacabile valutazione del presidente del Consiglio.


Nel video, la protesta in aula dell’on. Borghi (Lega).

Conte si è giustificato così (fonte Ansa):

“Non ha senso discuterne ora”, è il suo ragionamento. Solo alla fine della trattativa Ue – è il suo messaggio –  “potremo valutare se questa nuova linea di credito pone condizioni, quali condizioni pone, e solo allora potremo discutere se quel regolamento è conforme al nostro interesse nazionale. E questa discussione dovrà avvenire in modo pubblico e trasparente, dinanzi al Parlamento, al quale spetterà l’ultima parola. Prima di allora potremo disquisire per giorni e settimane, ma inutilmente” (…).

E’ evidente che ci troviamo in una singolare situazione. Tutte le decisioni prese a tutt’oggi sono state prese da Conte e dalla task Force di esperti esterni al Parlamento italiano. La consulenza di tale ”task force” di scienziati si è tramutata poi in decisioni politiche operative. Alcuni giuristi avanzano riserve costituzionali. Ma esiste una situazione di urgenza e siamo davanti a circostanze mai viste prima. Inoltre, per l’emanazione dei Dpcm Conte è stato autorizzato con il DL 23 febbraio n.6 (quello che istituiva la zona rossa). In esso, si conferiva delega al Dpcm ad adottare tutte le limitazioni che potevano essere opportune per risolvere la crisi sanitaria. Quindi non c’è nulla di arbitrario in questo.

Però stiamo andando oltre. Passo dopo passo, si stanno formando delle decisioni politiche che ipotecheranno la nostra vita per gli anni a venire.

Nel frattempo i parlamentari eletti sono isolati in Parlamento e non possono  girare per il paese e rendersi conto di ciò che succede. Ora mi sto rendendo conto che questo isolamento non è solo fisico, è anche politico.

E’ da tempo che Conte non riferisce in Parlamento e non lo ha fatto nemmeno oggi su una questione così cruciale.

Lo stesso metodo usato per l’emergenza coronavirus si sta usando per il MES ma questa volta non è giustificato. Conte sta evitando ogni dibattito parlamentare e si appresta ad andare a decidere da solo quella che sarà una decisione politica le cui conseguenze poi ricadranno su tutti i cittadini italiani, a cominciare probabilmente dalla riduzione delle pensioni, ed a seguire, da tutte una serie di probabili riforme lacrime e sangue, sulla falsariga di ciò che abbiamo già visto in Grecia.

Esiste una grande disinformazione in proposito . Il ministro dell’economia Gualtieri considera una vittoria l’accettazione in ambito Eurogruppo il finanziamento delle spese sanitarie sostenute per il coronavirus come l’esempio di un ” MES buono”, mentre invece ben 101 economisti hanno firmato un appello affinché l’Italia non utilizzi quei fondi che sono comunque prestiti che noi tutti dovremo restituire.

Sembra  invece del tutto abbandonata l’altra ipotesi, quella di usare uno strumento strutturalmente differente, sulla falsariga di come sta facendo tutto il mondo. Che questo strumento si chiami eurobond, coronabond o titoli di stato italiani emessi dal Tesoro poco importa quando Conte va a discutere del nostro suicidio senza neanche darci la possibilità di discuterne.

E’ sconcertante vedere che il dibattito avviene nei talk show, su internet ma non in Parlamento. Ciò che è avvenuto oggi è gravissimo: sono state sottoposte al vaglio della camera questioni derivanti alle olimpiadi ma non le questioni cruciali per il nostro paese.  Al posto del dibattito è arrivata una semplice informativa, cosicché non solo noi comuni cittadini attenderemo la nostra sorte, ma lo farà anche il Parlamento.

Inutile dire che una volta presa una decisione al vertice europeo con il placet politico di Conte, sarà più difficile resistere all’inevitabile attacco dei mercati e decidere nell’ambito di un artificioso clima emergenziale.

Purtroppo mentre a reti unificate prima di Pasqua Conte ha ribadito”sì ai coronabond, no al MES”, oggi ha già attenuato la sua posizione dicendosi aperto alle trattative e aperto anche al MES se alleggerito di certe condizionalità.

Non siamo stupidi e non è difficile capire cosa si sta preparando.

Vi chiederete perchè. Ovviamente prendere soldi in prestito, in difformità di quanto stanno facendo tutte le Banche Centrali del mondo, è evidente che non è una buona idea. Nessuno di noi sceglierebbe un prestito quando ha le risorse per non indebitarsi.

La logica è quella di fare il favore alla grande finanza ed a quei paesi europei che si sono dimostrati lontani dal principio di solidarietà tanto sbandierati nei giorni grassi.

Ciò che si sta decidendo è rifarsi sui cittadini e sul lavoro, cioè da quei soggetti che non hanno nessun colpa per far in modo che i grandi potentati abbiano così ad attutire allo shock economico che sarà forte.  Ciò corrisponde alla deriva immorale che ha privilegiato l’usura al lavoro ed agli uomini.

patrizioricci by @vietatoparlare

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Pota a margine: per approfondire.

L’on Claudio Borghi stupefatto ed amareggiato commenta dalla Camera il ‘bypass’:

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