Continua la propaganda su Est Gouta (Damasco) ma la realtà dice altro…

I principali mass media mondiali prendono parte attiva nella formazione dell’immagine negativa di Assad. Le loro fonti di informazioni sono pubblicazioni locali minori anti-governo, che replicano costantemente messaggi falsi.

L’ultima tendenza del giornalismo dell’opposizione era la copertura della situazione in East Gouta, un’ ampia zona rurale di Damasco, ancora sotto il controllo dell’opposizione armata (la zona è inserita tra le aree di de-escalation). Le notizie che i ribelli distribuiscono al pubblico occidentale è che le truppe governative attuino un costante bombardamento su tranquilli quartieri civili e bloccano l’accesso all’enclave facendo morire di fame la gente.  Secondo l’opposizione , è a causa di questa precisa responsabilità del ‘sanguinario regime siriano’ che la situazione umanitaria nella regione di Est Gouta , è catastrofica.

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villaggio di Jarman – monastero cattolico di Bab Tuma

Però i giornalisti del giornale russo ‘Rusvesna’, conversando con i rappresentanti della chiesa ortodossa a Damasco hanno raccolto testimonianze opposte. Esse possono essere sintetizzate in questa frase: “Demonizzando il presidente, i leader occidentali giustificano la loro interferenza negli affari del paese, espressi nel sostegno finanziario e logistico dei gruppi di opposizione”.

[su_heading style=”modern-2-blue” size=”20″ align=”left”]Il collegamento stradale a Est Ghouta è assicurato nei pressi del villaggio di Mukheim Al-Wafidin[/su_heading]

In base alle evidenze raccolte sul posto, Rusvsna scrive che le autorità siriane hanno poco a che fare con la gravità della situazione umanitaria di Gouta: il collegamento stradale è costantemente aperto attraverso il corridoio nei pressi del villaggio di Mukheim Al-Wafidin, situato nel nord della East Gouta. Tuttavia nel sud della regione, nella zona il corridoio di Hutayta El Jerash è stato bloccato gruppi militanti “Hayat Tahrir al-Sham,” (ex “al-Nusra” *) e “Failak Ar-Rahman”.

[su_heading style=”modern-2-blue” size=”20″ align=”left”]L’esercito siriano risponde ai tiri di razzi su Damasco[/su_heading]

Per quanto riguarda i “bombardamenti”, il giornale russo  riferisce di aver trovato conferma  che le truppe siriane aprono il fuoco solo in risposta alle provocazioni dei militanti.  Solo quando gli ordigni cadono periodicamente sui quartieri residenziali di Damasco, scattano le contro-misure delle truppe governative per sopprimere i punti di partenza degli islamisti radicali.

Il giornale riferisce anche che la totalità di questi attacchi su Damasco sono condotti da terroristi di “Hayat Tahrir Ash Sham”, che non hanno aderito alla tregua.  Inoltre si apprende che contrariamente agli obblighi assunti nel Cairo il 18 agosto di quest’anno , il gruppo “Failak Ar-Rahman” è ancora presente in East Gouta mentre in base a tale accordo (per la sua contiguità con al Nusra – NDR Vietato Parlare) doveva essere espulso.

[su_heading style=”modern-2-blue” size=”20″ align=”left”]Sostituzione tra vittima e aggressore[/su_heading]

Nonostante queste evidenze, si attua continuamente sostituzione del concetto di vittima e aggressore e vengono utilizzate immagini per convincere la gente che in realtà sono le truppe dell’esercito siriano  a far sprofondare la zona nel caos, sottraendo ai civili ogni speranza per la sopravvivenza.

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foto Rusvesna

Ma davanti almeno davanti alle storie umane basate su eventi reali, dovrebbe essere difficile opporsi in maniera chiusa. Purtroppo questo non avviene perchè i media attuano una deliberata censura e filtraggio delle notizie.

[su_heading style=”modern-2-blue” size=”20″ align=”left”]Le suore cattoliche si occupano di circa 1.500  bambini colpiti dalla guerra[/su_heading]

A proposito,  è confortante apprendere che c’è chi la rivoluzione non la fa con le bombe ma con un inizio di umanità nuova che testimonia la Redenzione di Cristo ed un destino buono che è per tutti:  nel villaggio di Jarman (al confine con l’Oriente Guta), alcune suore cattoliche si occupano di circa 1.500  bambini che sono stati colpiti dagli orrori della guerra. Ogni giorno “i rappresentanti del monastero rischiano la loro vita in questa città per fornire assistenza medica, umanitaria e, soprattutto, psicologica ai bisognosi.
Anche in questo caso,  il rischio per chi non attende la fine della guerra per ricostruire, “proviene dal fatto che gli ordigni dei militanti non scelgono dove cadere, se su sacerdoti o sui soldati”.

Naturalmente è noto che ci sono unità dell’esercito siriano a Jarman; ci troviamo sulla linea di demarcazione . Ma contrariamente al presunto ‘vampirismo’ attribuito all’esercito siriano dai media occidentali, le attività svolte dai religiosi cattolici non affatto ostacolate .

Rusvesna aggiunge con pò di malcelato (e meritato) orgoglio che la badessa del monastero cattolico ha parlato molto calorosamente del Centro russo per la riconciliazione dei partiti combattenti, chiamandolo familiarmente “i soldati russi”.  “Secondo lei, il loro contributo al ripristino di una vita pacifica in Siria, è prezioso”.

[su_heading style=”modern-2-blue” size=”20″ align=”left”]Un assoluto monopolio sulla distribuzione del Cibo è attuato dal gruppo Failak ar-Rahman[/su_heading]

Alla fine emerge quando già  chi segue questo sito già conosce abbondantemente: “le milizie appartenenti all’opposizione armata  non sono affatto  composte da quei combattenti contro  il regime che i mass media rappresentano. Nella stessa Gouta orientale, il gruppo “Failak ar-Rahman” ha stabilito un assoluto  monopolio sul cibo. Tutto l’assistenza umanitaria delle organizzazioni internazionali è concentrata nelle mani di questa milizia e solo loro decidono la popolazione a cui dare cibo e in che quantità. Inutile dire che la maggior parte del cibo non raggiunge la gente“. Come abbiamo esposto precedentemente (e documentato) in questo sito,  il cibo va prima alle famiglie dei militanti ed a coloro che aderiscono al reclutamento ed alle loro famiglie.

“Ciononostante, l’opposizione e i media occidentali sostituiscono deliberatamente il bianco per il nero, attribuendo ogni colpa al  governo siriano”.

 

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