Non è il momento delle polemiche, data la situazione di emergenza sanitaria in corsa che ha bisogno di unità per essere affrontata. Ma serenamente tutti noi sappiamo che esiste una certa dipendenza causa-effetto tra il virus coronavirus e le politiche neoliberiste adottate dalla UE. Il globalismo ha portato alla diffusione repentina del contagio e i tagli alla sanità operati selvaggiamente, hanno decuplicato l’emergenza.
@vietatoparlare
Decenni di tagli al bilancio sanitario imposti dall’UE rendono difficile la battaglia dell’Italia per contenere il contagio
Decenni di tagli al bilancio dettati dall’UE hanno minato la capacità di tutti i sistemi sanitari nazionali di far fronte all’epidemia di Covid-19. Particolarmente colpita è l’Italia, dove il numero dei letti ospedalieri è stato tagliato del 30% tra il 2000 e il 2017, portando alla disponibilità di soli 3,2 letti per mille abitanti, al disotto della media europea. La Francia e la Germania stanno decisamente meglio con 6 e 8 letti per mille rispettivamente, ma se il virus si diffondesse oltre gli attuali focolai e costituisse un’epidemia, nessun sistema sanitario nazionale sarebbe in grado di tenergli testa.
In questo contesto, le autorità italiane hanno adottato mezzi drastici per isolare la cosiddetta “Zona Rossa” attorno a Codogno e a Vo’, allo scopo di rallentare la propagazione del virus e ridurre la capacità di contagio da 1:3 a 1:1. Il 28 febbraio il blocco è stato prolungato di una settimana. I controlli di massa effettuati sugli abitanti della Zona Rossa sono all’origine dell’impressionante crescita nel numero dei casi positivi nella prima settimana, ma secondo i virologi che hanno isolato il ceppo italiano, questo sarebbe presente dal dicembre scorso.
Finora, il sistema sanitario regge. Poiché i reparti intensivi degli ospedali nell’immediata vicinanza dei focolai, quelli di Lodi e di Cremona, sono saturi, i nuovi pazienti vengono ricoverati nelle altre strutture della Lombardia. Due ex ospedali militari, a Milano e a Piacenza, sono stati riattivati per poter ospitare fino a quasi duecento pazienti non gravi in modo da alleggerire la pressione sulle altre strutture. Le autorità lombarde hanno chiesto il permesso di richiamare medici e infermieri pensionati.
L’ex sottosegretario allo Sviluppo Economico e grande esperto della Cina, Michele Geraci, ha lanciato un appello affinché il governo italiano attivi una stretta cooperazione con Pechino per sfruttare l’esperienza accumulata dai cinesi nel combattere il coronavirus. I virologi italiani si sono già messi in contatto con i colleghi cinesi, adottando i cocktail anti-virali dimostratisi efficaci a Wuhan. Il 28 febbraio, il Consigliere di Stato e Ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha parlato al telefono con il collega Di Maio offrendo aiuti e cooperazione, sulla base dell’esperienza cinese, nella cura contro il virus e nella ricerca medica. Wang ha anche detto che la Cina è “pronta a rafforzare l’unità con i Paesi lungo la Belt and Road per mezzo di questa comune lotta contro l’epidemia e per muoversi con sforzi comuni verso una Via della Seta Sanitaria”.
Geraci ha anche proposto di sospendere temporaneamente gli accordi di Schengen che permettono la libera circolazione attraverso i confini nazionali degli Stati membri dell’UE. In un’intervista con l’emittente cinese CGTN, Geraci ha affermato che se è vero, come dicono gli esperti, che la quarantena sia l’unico modo per contenere il virus, di essere “molto a favore di un blocco del sistema di Schengen”. Ciò non impedirebbe in alcun modo di viaggiare, ma permetterebbe di “controllare i passaporti e forse, in questa situazione, effettuare un controllo della temperatura”. Nonostante gli inconvenienti e le possibili ripercussioni economiche, “per una o due settimane potremmo assorbire il colpo economico nell’interesse della salute delle persone”.
Sfortunatamente, alla prima riunione di emergenza il 25 febbraio a Roma, i Ministri della Sanità dell’UE hanno deciso di nulla fare e di non “chiudere i confini”, come ha affermato in modo fuorviante il Ministro tedesco Jens Spahn, dimostrando che per l’élite dell’UE preservare il dogma liberista è più importante che salvare le vite.
Movisol
fonte: https://movisol.org/decenni-di-tagli-al-bilancio-sanitario-imposti-dallue-rendono-difficile-la-battaglia-dellitalia-per-contenere-il-contagio/
(Nella foto l’ex sottosegretario Michele Geraci con Claudio Celani, Helga Zepp-LaRouche e la presidente di MoviSol Liliana Gorini al convegno su “Italia sulla Nuova Via della Seta” tenuto da MoviSol e Regione Lombardia lo scorso marzo).