Cosa succede ad Aleppo? E’ vero che l’esercito siriano ed i russi sono responsabili di orrori perpretrati nei confronti della popolazione civile? Oppure si tratta di guerra dell’informazione? Vi forniamo un quadro chiaro e dettagliato degli avvenimenti occorsi ad Aeppo negli ultimi due giorni.
di Patrizio Ricci
Ieri, rinforzi di combattenti jihadisti appartenenti alla coalizione “Jaish al-Fatah” provenienti dalla provincia di Idlib, sono giunti nella periferia sud-ovest di Aleppo ed hanno lanciato un attacco contro le posizioni dell’esercito siriano. Il loro obiettivo era quello di unirsi con i loro colleghi, bloccati nei quartieri orientali.
Inizialmente, i miliziani sono riusciti a premere le truppe governative ad Al-Zahra ma successivamente una unità di combattimento “Hezbollah” ha respinto l’attacco e con il supporto dell’artiglieria siriana ha contrattaccato. Di conseguenza, il nemico si è ritirato.
Questo è accaduto mentre l’occidente chiedeva una tregua in Aleppo Orientale per permettere
questo tweet dovrebbe documentare il massacro in atto ma è un fotogramma tratto da un videoclip musicale del 2014 della cantante Hiba Tawaj |
agli irriducibili che avevano precedentemente rifiutato di fuoriuscire dalla sacca residua, di lasciare l’area.
Però, sempre ieri, grazie alla mediazione della Russia e della Turchia, le parti hanno raggiunto un accordo per l’evacuazione ed il trasporto dei combattenti jihadisti con le loro famiglie (circa in tutto 5.000 persone) in altre località in mano alla guerriglia antigovernativa. Tuttavia, le milizie sciite iraniane erano in disaccordo con questo piano. Esse avevano avanzato richieste che prevedevano il rilascio dei civili dalle cittadine di Kafraya ed al Fua, assediate dai ribelli. Così è successo che quando i pullman si sono presentati nell’area di raccolta per caricare i miliziani, essi sono stati bloccati dalle milizie sciite.
A seguito alla tensione derivante dall’attacco jihadista e dal blocco dei pullman, il cessate il fuoco è saltato e così il processo di evacuazione: il comando siriano ha ripreso a colpire i quartieri orientali. Ciononostante, nel corso della notte di ieri, ci sono stati diversi scontri e l’esercito siriano ha fatto indietreggiare il nemico nella zona di Al-Sucre. Conseguentemente, l’area occupata da essi è stata ridotta a 2,5 metri quadrati.
Verso le 17.00 di oggi Damasco ha offerto nuovamente di proseguire i negoziati sulla resa, dopo di che le ostilità si sono concluse. Ovviamente, questo accordo non si sarebbe potuto fare senza i colloqui tenuti ieri sera tra i negoziatori della Federazione Russa e e della Turchia, che hanno discusso il problema di Aleppo.
Questa mattina, nei quartieri orientali sono arrivati 20 “bus verdi”, e dieci ambulanze. Secondo testimoni oculari (e come abbiamo visto tutti dai vari TG), l’evacuazione dei feriti e dei ribelli (con le loro famiglie) è già iniziato ed in parte completata. In questo processo il corteo di mezzi è supportato dalla Mezzaluna Rossa siriana e dall’organizzazione della Croce Rossa internazionale. Le forze armate russe stanno monitorando tramite droni le operazioni di evacuazione. Mosca ha avvisato tutte le parti che interverranno su eventuali assalitori che mettano in pericolo il trasferimento. Inoltre, lungo tutto il percorso gli autobus sono scortati e sorvegliati da soldati russi.
In questo momento le operazioni sono ancora in corso. Con il primo scaglione sono stati evacuate 1150 persone tra i feriti e le famiglie dei militanti, oltre a un’aliquota di elementi armati. Tutti sono stati portati nella zona ovest della città dove raggiungeranno le destinazioni secondo gli accordi precedentemente presi. A loro volta, le autorità siriane si sono impegnate a garantire la sicurezza di tutti i membri delle forze antigovernative che hanno deciso di lasciare l’est di Aleppo. Come già detto, è stata accettato l’ accordo che prevede l’evacuazione di quindicimila civili dalle cittadine di al Fua’a e Kafraya al territorio controllato dal governo siriano.
Nell’operazione per la liberazione di Aleppo non c’è stato alcun massacro di civili almeno per lo standard usato finora dall’esercito siriano per liberare le città. Bisogna tener conto che con il progredire della guerra l’esercito siriano ha fatto sempre meno vittime in quando ha acquisito esperienza nelle battaglie urbane, un impiego che la maggior parte delle sue forze erano impreparate. In realtà, nella liberazione finale di Aleppo l’avanzata dei governativi è avvenuta molto rapidamente , così rapida che praticamente i ribelli si sono ritirati da vaste zone quasi senza combattere lasciando indietro munizioni e viveri che sarebbero potuti bastare per mesi.
Tutto ciò è stato possibile inizialmente (quartiere Hanano) grazie alle forze speciali russe che hanno agito di notte con strumentazione per la visione notturna che i governativi non posseggono.
C’è comunque la considerazione mai sfiorata dai media e dagli analisti che, se veramente i ribelli jihadisti avessero tenuto ai civili, li avrebbero fatti uscire e non gli avrebbero sparato contro come riferiscono, ne avrebbero sparato per anni in Aleppo Ovest con ogni genere di ordigni su scuole, ospedali, chiese. Non escudo certamente che possano essersi verificati degli eccessi, jihadisti freddati sul posto, forse civili uccisi in circostanze da chiarire, secondo il mio punto di vista, non mi immagino una cosa differente. Episodi crudi sfuggiti alla catena di comando sono avvenuti anche in Iraq durante l’invasione Usa ed è successo a Ramadi e succederà a Mosul. Ma tutto ciò non cambia la realtà delle cose e l’idendità e la posizione dei belligeranti.
Questi sono i fatti. Altro discorso è l’isteria informativa in corso. Negli ultimi giorni è partita una campagna mediatica tendente al discredito del nemico. Ed in questo caso, il nemico per l’occidente non sono i jihadisti ma la Russia, la Siria ed i loro alleati. E’ paradossale, perchè in mancanza di questo supporto politico e militare, la guerra, probabilmente si sarebbe conclusa già nel 2012. L’atteggiamento dell’Unione Europea è ingiustificata anche in considerazione che essa è la meno indicata per ergersi a moralizzatrice: non dimentichiamolo, la prima causa della guerra di Siria sono gli Stati Uniti, l’Europa ed i propri alleati del Golfo: sono gli stessi che oggi mettono in atto una disinformazione in grande stile.
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