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Cos’è questa Speranza che voi proclamate?

Lettera da Aleppo n° 25 dai Maristi Blu, 13 marzo 2016

Fa bel tempo in questa domenica mattina di marzo, un cielo blu, un sole radioso che riscalda: il cessate il fuoco entrato in vigore da due settimane ha spinto la gente all’ottimismo .

Nei primi giorni esso è stato rispettato: il cinguettio degli uccelli al risveglio ha sostituito il rumore delle bombe. L’ elettricità e l’acqua sono ritornate per due giorni, dopo un’interruzione totale di parecchi mesi. Gli abitanti di Aleppo hanno trascorso notti bianche a fare il bucato, farsi un bagno, a riempire i serbatoi di acqua per la paura che l’approvvigionamento di acqua e di elettricità sia solo temporaneo come già è successo più volte nel passato .

Purtroppo la ripresa non è durata che pochi giorni. Poi i cecchini hanno ripreso il loro sporco lavoro uccidendo civili innocenti . Poi i colpi di mortaio hanno ricominciato a piovere su alcuni quartieri, il gruppo terrorista che tiene la parte est della città non essendo interessato alla tregua. L’approvvigionamento di acqua e di elettricità è stato di nuovo interrotto. Anche se dovrebbe essere ripristinato, gli aleppini sanno che il regime di razionamento ricomincerà, l’acqua verrà erogata un giorno alla settimana e l’elettricità due ore al giorno. Malgrado tutto, questa mattina, tutti hanno il sorriso sulle labbra e la speranza nel cuore.

In questi ultimi tempi, gli avvenimenti si sono susseguiti: l’esodo dei Siriani a centinaia di migliaia verso l’Europa che causa tensioni tra i paesi europei e tra gli abitanti di uno stesso paese; l’offensiva dell’armata siriana nel governatorato di Aleppo per liberare la nostra città assediata da tre anni e mezzo dal gruppo terrorista al Nusra; il cessate il fuoco proclamato, ma non sempre rispettato, in vigore da 15 giorni: esso riguarda lo Stato siriano e un centinaio di gruppi ribelli ma non i due principali considerati unanimemente come terroristi; il taglio dell’unica strada ( attaccata dai gruppi armati ) che collega Aleppo al resto del paese per la durata di otto giorni ha avuto come conseguenza l’interruzione dell’approvvigionamento della città dei prodotti essenziali, e ciò a pochi giorni dal triste quinto anniversario dell’inizio della guerra in Siria.

Questo è l’inizio della fine dell’incubo? Il cessate il fuoco è il preludio a una soluzione politica prossima? I paesi occidentali, sommersi dai milioni di rifugiati, hanno deciso di accelerare la soluzione politica per fermare il flusso migratorio? Ci lasceranno finalmente vivere di nuovo in pace tra noi, siriani, come l’abbiamo fatto per secoli? Bisogna essere ottimisti e sperare, o realisti e aspettare? Queste domande, per il momento senza risposte, i siriani in generale e gli aleppini in particolare se le pongono per tutto il giorno.

Nel frattempo, noi, i Maristi blu, continuiamo il nostro lavoro di solidarietà con le famiglie sfollate e/o senza risorse. Rami, uno dei nostri volontari, mi domandava l’altro giorno: “ perché voi insistete a dire che noi siamo un’associazione di solidarietà e non un organismo umanitario?” La risposta è ovvia. Per noi, Maristi blu, i beneficiari non sono dei numeri su degli elenchi; essi non sono esseri virtuali da sfamare, da accogliere e da curare; essi hanno un nome.

Dietro ad ogni nome, c’è un volto, c’è una persona umana con il suo passato, spesso infelice o in lutto, con i suoi drammi, le sue sofferenze, i suoi sogni spezzati, il suo futuro ipotecato; una persona che ha anche dei desideri e dei progetti. Noi vogliamo stabilire con loro un rapporto che permetta ad essi di mantenere, nonostante tutto, la loro dignità, la loro umanità ed una certa speranza.

La famiglia di S.B. non è un numero. Ha ricevuto, un mese fa, una granata nel suo appartamento; Soubhi ha avuto una frattura del cranio e del braccio ed ha perduto il suo naso. Sua moglie Gina ha perduto gli occhi e le palpebre e tutte le ossa del viso: questo non è che un magma di carne bruciata; e il loro figlio è stato ucciso sul colpo.

La famiglia H.R. non è solamente una “beneficiaria”. Essa ha un passato doloroso, un presente troppo difficile e un avvenire incerto. La mamma Lina e i suoi nove figli, sfollati e sistemati in una carcassa di palazzo, dentro una camera senza muri e senza sanitari, sono delle persone umane. Il marito è scomparso da mesi. Per sopravvivere, i figli più grandi raccolgono la plastica e il cartone per venderli per il riciclaggio e i più piccoli raccolgono il pane dai bidoni della spazzatura per seccarlo e venderlo come alimento per il bestiame.

M.K., vedova, madre di cinque figli, due volte sfollata, il marito ucciso da un cecchino all’inizio della guerra, una delle sue due figlie morta un anno fa a seguito dell’esplosione di una granata, un figlio studente in medicina che cerca faticosamente di studiare nella cantina in cui abitano. M. o sua figlia vengono a piedi tutti i giorni a casa nostra (due ore per andata e ritorno ) per prendere un pasto caldo per la famiglia. Forse che M. è solo un numero sulla lista dei beneficiari del pasto di mezzogiorno? Non ha forse bisogno che la si guardi con amore, che la si ascolti con rispetto e che la si accompagni con discrezione?

Questi sono alcuni esempi, tra molti altri, dei drammi vissuti dalle famiglie sfollate e/o senza risorse che sono supportate dai Maristi blu.

I nostri diversi progetti continuano e si sviluppano

Abbiamo creato un nuovo “ Paniere” per 244 nuove famiglie che abbiamo accettato di prendere in carico su richiesta di un’associazione che non ha più i mezzi per proseguire la sua attività. In totale sono 800 famiglie sfollate che ricevono un aiuto mensile: un cesto alimentare sostanzioso, un cesto sanitario completo, e recentemente il costo per un abbonamento mensile a “1 AMPERE” presso i generatori privati che sono spuntati ovunque in città per supplire l’elettricità “ufficiale” che non è più fornita. Per Pasqua, ogni famiglia riceverà un buono per l’acquisto di un chilo di carne, genere diventato talmente costoso che le nostre famiglie non possono pagarlo.

“ I Maristi blu per l’alloggio degli sfollati” prosegue il suo aiuto per ospitare le famiglie in piccoli appartamenti: 150 famiglie sono già state soccorse, alcune da tre anni.

Vestiti, materassi, coperte, taniche di acqua e utensili da cucina sono forniti su richiesta quando c’è un bisogno. Un pasto caldo è distribuito tutti i mezzogiorno a 550 persone.

L’interruzione totale dell’approvvigionamento di acqua ci ha spinto a comprare un quarto furgone. Dotati di un serbatoio, di un piccolo generatore, di una pompa e un tubo, fanno il pieno del loro serbatoio di acqua alle centinaia di pozzi artesiani un po’ ovunque in città e poi vanno a percorrere la città per riempire i serbatoi di 250 a 500 litri che abbiamo fornito alle nostre famiglie, Questo progetto, “Ho sete” è molto apprezzato dalle famiglie.

La disoccupazione, l’aumento vertiginoso del costo della vita e gli spostamenti fanno sì che la maggior parte degli aleppini non abbia più i mezzi per curarsi. Con il progetto medico dei Maristi blu aiutiamo le famiglie a comperare una ricetta, a pagare il costo delle radiografie o degli esami di laboratorio, a pagare le spese dell’ospedalizzazione per un trattamento o per una operazione chirurgica: un centinaio di cure mediche sono finanziate ogni mese da noi.

Il nostro programma “Civili feriti di guerra”, grazie al volontariato di medici e chirurghi e alla cooperazione delle suore di San Giuseppe dell’Apparizione, continua a curare gratis i civili feriti di guerra nell’ospedale Saint Louis.

Il nostro progetto “ Goccia di latte”, distribuisce ogni mese del latte in polvere a 2700 bambini da 1 a 10 anni e del latte per neonati a 275 bebè di meno di un anno che non sono allattati al seno dalle loro mamme. Presto inizieremo un nuovo progetto “I Maristi blu per l’eliminazione dell’analfabetismo”. Di fatto, avevamo constatato che gli adulti di molte famiglie sfollate non sapevano né leggere né scrivere, Questo progetto permetterà loro di sfruttare questo periodo di guerra, di disoccupazione, di vuoto, per il proprio sviluppo.

Imparare a crescere” per i bambini da tre a sei anni; “ Voglio imparare” per i bambini da 6 a 13 anni e Skill School per gli adolescenti, proseguono il loro percorso con un numero sempre maggiore di richieste di iscrizione da parte dei genitori o dei giovani.

Quanto al nostro centro di formazione, il MIT,  i suoi seminari sono molto apprezzati. Purtroppo non possiamo accettare che 20 candidati su 50- 60 richieste di iscrizione per ogni workshop. Ne facciamo due al mese, della durata di tre giorni, destinati a giovani adulti da venti a quarant’anni per consentire loro di acquisire delle conoscenze e su vari argomenti, come, recentemente, “ come realizzare un PowerPoint … Come utilizzare il programma Excel … Come valutare il rendimento di un progetto” , eccetera.

La nostra equipe di direzione, i nostri 50 volontari, i nostri dipendenti, i medici, in breve tutti i Maristi blu lavorano alacremente perché tutti questi progetti siano pensati, pianificati, guidati ed eseguiti nel miglior modo possibile: in una maniera Marista. Vale a dire: conoscere “ i beneficiari”, trattarli sempre con rispetto e amore, ascoltarli nel bisogno ed essere per loro una fonte di speranza. Noi vi dobbiamo molto, cari amici, che ci sostenete con i vostri messaggi di solidarietà, le vostre preghiere e le vostre donazioni.

Presto festeggeremo la Pasqua, la festa della resurrezione, la festa della Speranza. Rami, ancora lui, mi ha interrogato dicendomi: che cos’è questa speranza che voi proclamate mentre noi viviamo da cinque anni nel buio più completo? Gli ho risposto: per noi, i Maristi blu,

[su_quote]Sperare è rimanere attaccato quando tutto trema

è accettare il rischio quando tutto è consegnato.

È proporre una presenza quando tutto è non-senso.

Sperare è rimanere abitato dall’amore,

nutrito dalla tenerezza,

animato dalla pace.

Sperare è andare avanti quando tutto sembra bloccato

quando tutto sembra finito

quando tutto è condannato.

È vivere al limite, alla frontiera, all’estremo

di una scelta essenziale:

“ Non temere niente,

Io ti porto nel palmo della mia mano

Io faccio di te il mio amico”.

Sperare è dire Magnificat

Tu sei nella mia vita

e io sono nella tua

un eterno poema di Amore.[/su_quote]

[su_panel]È la Speranza che ci aiuta a superarci nel dono e nella dedizione, ad amare di più di quanto potessimo immaginare, a credere con tutto il nostro cuore e non solamente con tutta la nostra ragione.

La Speranza vuol dire che Gesù che si è incarnato e morto sulla croce per noi, è risuscitato, ed Egli vive in noi.

Dopo la sua resurrezione, Gesù mandò a dire ai suoi discepoli che lo attendessero in Galilea. I discepoli erano tristi e disperati perché Gesù era morto. Essi avevano perduto ogni speranza. Il loro appuntamento in Galilea, con Gesù resuscitato, ha dato loro la Speranza. Hanno saputo che dopo la morte c’è la resurrezione, e dopo le tenebre ci sarà la luce”.

Buona Pasqua![/su_panel]

Nabil Antaki

per i Maristi Blu

E’ possibile sostenere uno dei progetti dei Maristi Blu di Aleppo inviando il contributo a  AIULAS-Aiutiamo la Siria :  http://www.aiulas.org/i-nostri-progetti-1/gasolio-per-aleppo/

PUBBLICATA su ORA PRO SIRIA

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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