Torno sulla bacheca FB del fotografo documentarista e videografo Giorgio Bianchi che richiama la nostra attenzione sul fatto che il direttore dell’OMS avvisa che non torneremo mai “alla vecchia normalità”.
Evidentemente, c’è chi vuol coprire le proprie decisioni politiche con il catastrofismo, per ottenere un cambiamento antropologico. Si vuole ristrutturare il tessuto economico-sociale e culturale (psicologia collettiva, abitudini diffuse, stili di vita, modi di pensare e interagire, ecc.) del Paese alle nuove esigenze ultra-liberiste che verranno (in cui a livello europeo avremo ruolo di gregari). Ma ci sono momenti in cui è più facile leggere la realtà perché le bugie sono più evidenti, a patto però di esercitare libertà di giudizio critico.
NON TORNEREMO ALLA VECCHIA NORMALITA’
Il proclama del leader della formazione terroristica si conclude con un appello alla jihad sanitaria e al “martirio”:
Si tratta di affermazioni inaudite, da leggere più volte per comprenderne a fondo la portata, che meriterebbero prese di posizioni nette dei governi e un’inchiesta da parte di un tribunale internazionale.
Di quali elementi è a conoscenza per affermare con certezza che “non torneremo alla vecchia normalita”?
O è un pazzo o un è criminale, tertium non datur.
Qual è la posta in gioco?
Oramai hanno superato il punto di non ritorno, hanno fatto all in, dobbiamo essere preparati allo scenario peggiore.
La pandemia ha sconvolto la vita di miliardi di persone. Molti sono stati a casa per mesi. È perfettamente comprensibile che le persone vogliano andare avanti con la propria vita. Ma non torneremo alla ‘vecchia normalità'”.
Lo ha sottolineato il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, in conferenza stampa a Ginevra. La pandemia “ha già cambiato il modo in cui viviamo la nostra vita. Parte dell’adattamento alla “nuova normalità” è trovare il modo di vivere la nostra vita in sicurezza. Come farlo dipenderà da dove viviamo e dalle diverse circostanze. Si tratta solo di fare “scelte giuste”.
“Chiediamo a tutti di trattare le decisioni su dove vanno, cosa fanno e con chi si incontrano come decisioni di vita o di morte, perché lo sono – ha detto il Dg – Le tue scelte potrebbero fare la differenza tra la vita e la morte per qualcuno che ami o per un perfetto sconosciuto.
Nelle ultime settimane abbiamo assistito a focolai associati a discoteche e altri luoghi di aggregazione, anche là dove la trasmissione era stata soppressa.
Dobbiamo ricordare che molte persone sono ancora sensibili a questo virus. Finché circola, tutti sono a rischio. Solo perché i casi potrebbero essere a un livello basso, non è sicuro abbassare la guardia”, ha detto.
“Non aspettarti che qualcun altro ti protegga. Tutti – ha evidenziato il dottor Tedros – abbiamo un ruolo da svolgere nel proteggere noi stessi e gli altri. Innanzitutto, bisogna conoscere la situazione. Sai quanti casi sono stati segnalati dove vivi ieri? Sai dove trovare queste informazioni? Secondo, sai come ridurre al minimo la tua esposizione? Stai attento a mantenere almeno 1 metro dagli altri? Ti lavi ancora le mani regolarmente? Stai seguendo i consigli delle autorità locali?”.
Evidentemente, c’è un fine più o meno recondito che queste parole che avete letto sottintendono.
Come metro di paragone può aiutare il commento della situazione attuale del Covid 19 nel nostro paese del dott Matteo Bassetti, Direttore Malattie Infettive dell’Policlinico San Martino di Genova che riporto in calce di seguito:
[su_quote style=”flat-light”]Diamo un pò di numeri I dati diffusi ieri dal ministero della Salute ci dicono che i ricoverati in terapia intensiva (48) e negli altri reparti ospedalieri sono in continua diminuzione. Questo a fronte di un incremento del numero dei soggetti risultati positivi al tampone per SarsCov-2 ovvero di soggetti, per la maggioranza, asintomatici, portatori sani di virus.
E’ evidente che oggi è tutto molto diverso rispetto a 5 mesi orsono.
Questi dati evidenziano come negli ultimi due/tre mesi sia profondamente cambiata la presentazione e l’evoluzione clinica della malattia.
Non è più la stessa che abbiamo conosciuto a marzo. Chi come me lavora in Ospedale dall’inizio della epidemia italiana ha potuto vedere un cambio repentino della capacità di mordere e di far male da parte di questo virus.. I dati della Clinica Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova (di prossima pubblicazione) confermano quanto detto.
Abbiamo avuto 323 ricoverati.
La mortalità ospedaliera dei pazienti ospedalizzati nei mesi da febbraio a maggio è stata del 11.4%, quella nei mesi di giugno e luglio è stata 0.
Questi sono numeri. Non ipotesi e supposizioni.[/su_quote]