Crisi identitaria e conformismo politico: il governo Meloni e le controversie sull’Educazione di genere nelle scuole italiane

ll governo di centro-destra attuale ha sorprendentemente agito in modo da favorire l’agenda dell’opposizione, creando confusione nel sistema scolastico pubblico, già alle prese con una crisi identitaria. In questo contesto, il ruolo dell’educazione, che dovrebbe essere un mezzo per promuovere lo spirito critico e libero, fondamentale in una vera democrazia, sembra essere messo in discussione.

Recentemente, il governo guidato da Meloni, attraverso il suo ministro dell’istruzione, ha deciso di finanziare e introdurre nelle scuole pubbliche un programma di lezioni che copre argomenti come la teoria di genere, i sessi fluidi, il femminicidio e la parità di genere. Questa mossa è vista da molti come un tentativo di imporre un’agenda politica specifica, influenzata da potenti gruppi con ampie risorse a livello internazionale.

L’organizzazione Pro Vita e Famiglia ha espresso forte dissenso, in particolare riguardo alla nomina di una commissione di esperti, tra cui spicca Paola Concia, nota per le sue posizioni politiche. Hanno criticato la scelta del Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, sostenendo che non rispecchia i valori della maggioranza degli elettori che supportano il governo Meloni.

Anche un editoriale dal sito di Nicola Porro ha reagito negativamente, sottolineando che il ministro Valditara dovrebbe dimettersi. La critica principale è che il progetto di “rieducazione” intrapreso dal governo interferisce eccessivamente nelle questioni personali come le relazioni e gli affetti, in un contesto di quasi monopolio pubblico dell’istruzione.

Inoltre, si contesta l’assenza di una vera emergenza riguardante temi come il femminicidio in Italia, vedendo il progetto come un cedimento al femminismo “woke” e una guerra tra i sessi non necessaria.

“La principale responsabilità del ministro Valditara è non aver avuto il coraggio di dire – e nemmeno la capacità di pensarlo temiamo – che non esiste alcuna emergenza femminicidi in Italia, nessuna emergenza patriarcato, come mostrano i dati stessi che abbiamo riportato qualche giorno fa su Atlantico Quotidiano. Sì, siamo “negazionisti” anche su questo”.

Inoltre, si sottolinea anche la necessità di rispettare le regole e l’autorità degli insegnanti nelle scuole, piuttosto che imporre un’ideologia specifica.

“Il rispetto è senz’altro un valore a cui le nostre scuole dovrebbe educare. Ma non è un valore da “somministrare” in un’ora di “lezione”. È qualcosa che si costruisce quotidianamente, a cominciare dal rispetto delle regole. Ed è questo, innanzitutto, che nelle nostre scuole è saltato. È saltato il momento della punizione di chi non si comporti educatamente e in modo adeguato al contesto in cui si trova, mancando di rispetto ai compagni, agli insegnanti, ma anche semplicemente ai luoghi e ai beni messi a disposizione, da un libro fino ai bagni.

Temendo di umiliare e provocare traumi, nelle nostre scuole è sparito il momento della punizione e il corpo insegnanti ha perso la propria autorevolezza. Ma l’impunità, il senso che tutto sia consentito, che alle proprie azioni non corrispondano delle conseguenze, e che non si sarà mai chiamati a rispondere per le proprie azioni, è all’origine del degrado morale”.

people walking on street during daytime
Photo by Clay Banks on Unsplash

In conclusione, il progetto è visto come un “cavallo di Troia” per introdurre l’ideologia “woke” e di genere nelle scuole, e una dimostrazione di sudditanza culturale e psicologica da parte del governo, che sembra combattere le guerre culturali al fianco dei propri avversari anziché contrastarli.

“Sappiamo già cosa entrerà da questo portone aperto da Valditara, lo abbiamo visto accadere in America. Ed è ingenuo pensare di circoscrivere l’ambito del “progetto”, o di esercitare un controllo burocratico sui materiali utilizzati, con i corsi di Indire e la consulenza dell’Ordine degli psicologi e pedagogisti.

L’ideologia woke e gender ha già le sue maestranze nelle scuole e nei ministeri, nel mondo delle associazioni e nelle altre agenzie culturali del Paese. Il governo di centrodestra oggi lancia un progetto, predispone delle strutture, individua delle figure, autorizza un percorso, sdogana un’agenda ideologica. Un prossimo governo di sinistra sarà legittimato ad usare e a sviluppare queste armi di indottrinamento con tutta la spregiudicatezza di cui è capace. Insomma, un vero e proprio cavallo di Troia per far passare l’ideologia woke e gender nelle scuole”.

È evidente che le dinamiche politiche attuali, iniziate con l’attuale governo, potrebbero continuare e evolversi con un futuro cambio di governo tra destra e sinistra. In termini di politica estera, si osserva una marcata sudditanza del governo Meloni, che sembra seguire passivamente le direttive di un emergente governo mondiale, un’entità che sta gradualmente prendendo forma, in un contesto globale segnato da un aumento di conflitti e tensioni. Inizialmente, si pensava che questa tendenza di conformismo e danni fosse limitata alla politica estera, ma ora sembra estendersi anche alle fondamenta culturali e identitarie del nostro paese.

Questa situazione dovrebbe essere un fattore importante per gli elettori quando si troveranno a votare per il rinnovo del Parlamento Europeo l’anno prossimo. È fondamentale che prendano in considerazione queste dinamiche e le loro implicazioni a lungo termine, valutando attentamente le proprie scelte politiche quando dovranno votare per il rinnovo del Parlamento Europeo il prossimo anno.

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