Categories: Attualità

Cultura Cattolica – La lotta alla Croce

Autore: Don Antonello Iapicca – Curatore:don Gabriele Mangiarotti

Per il ministro dell’Istruzione Fioramonti, nelle aule scolastiche, al posto del crocifisso è «meglio appendere alla parete una cartina del mondo con dei richiami alla Costituzione». Non c’è da stupirsi, la sua è solo la naturale conseguenza della pretestuosa autorità con la quale ha stabilito che fosse legittima la ragione per assentarsi da scuola e perdere lezioni per rispondere all’appello ecologista di una ragazzina e manifestare in piazza. La dittatura dei tolleranti è la più dura, come la fede degli atei è la più fondamentalista. Diceva Chesterton che quando si smette di credere in Dio si comincia a credere a tutto, ai tarocchi e ai maghi, alle slot machine che riempiono bar e tabaccherie e ai gratta e vinci e superenalotto, all’ambientalismo millenarista e catastrofista e al pantesimo neopagano, all’animalismo e al veganesimo, alle promesse di immortalità delle diete e alla dolcezza del suicidio quando ci si scopra fragili e mortali.
Lasciare all’umore, al sentimento, all’ideologia o, molto più realisticamente, alla convenienza di un ministro l’autorità arbitraria e autoconferita di stabilire e normare cosa sia lecito e cosa no, cosa abbia valore e cosa no, è un atteggiamento gravido di conseguenze gravissime. Magari fosse solo sostituire il crocifisso con l’icona di santa Greta degli ambientalisti. Questa è solo l’avanguardia di una dittatura ideologica che viene da molto lontano, pronipote dell’illuminismo diventato giacobinismo, del marxismo diventato leninismo-stalinismo, del mito socialnazionalista, della razza e dell’uomo nuovo diventato nazi-fascismo.
Imporre l’ideologia illudendo che sia laica tolleranza. Imporre come buono l’ecocatastrofismo di Greta e il suicidio assistito, il malthusianesimo abortista e selezionatore eugenetico degli embrioni e il gender fluido perfino ai bambini, passando per utero in affitto e matrimoni “creativi”.

Proprio per questo il crocifisso è il segno fondamentale da cancellare, perché cada nell’oblio l’autentica ragione della sofferenza dell’uomo, il peccato, e l’unica sua salvezza, la Croce dove il Signore ci ha perdonato. E sappiamo chi sia il nemico della Croce, il demonio che su di essa è stato sconfitto.
Sulla Croce dell’amore infinito di Dio appare infatti la dignità della persona umana rifiutata, disprezzata, umiliata, considerata indegna di vivere, davanti alla quale, come davanti a Cristo appeso al legno, ci si copre il volto per non vedere. E non lo si vuol far vedere, per non restare impigliati nella questione fondamentale dell’esistenza, alla quale nessuna ideologia sa rispondere.

Che senso ha la vita di fronte al male, all’ingiustizia, al dolore, specialmente alla sofferenza degli innocenti, e alla morte? Per questo oggi più che mai è urgente che appaiano i cristiani, persone che, per Grazia, vivano crocifissi con Cristo, entrino cioè nella volontà di Dio che si svela negli eventi di ogni giorno.
Tolgono la Croce dalle pareti? Grave per le implicazioni ideologiche che suppone, e le sofferenze che il pensiero unico totalizzante infligge e infliggerà all’uomo. Grave ma non irreparabile, se ci lasceremo crocifiggere stendendo le braccia per accogliere nel perdono proprio chi, accecato dalla menzogna, ci sta trafiggendo con i chiodi di una ideologia assassina. C’è speranza per l’uomo, se la nostra vita sarà un esorcismo di fronte alla pretesa satanica di sedurre e trascinare l’uomo all’inferno.
Non prevarrà, perché anche se schiuma rabbia sapendo di avere poco tempo, l’Agnello immolato ha già precipitato satana negli inferi eterni.

fonte: Cultura Cattolica

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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