Secondo gli scienziati, la variante inglese del coronavirus è dal 50 al 70% più contagiosa del virus originale. Tuttavia, il primo ministro britannico ha avvertito in una conferenza stampa il 22 gennaio che oltre alla sua contagiosità, potrebbe anche essere più letale.
Il primo ministro britannico Boris Johnson ha affermato che una nuova variante del virus in rapido movimento che è il 70% più trasmissibile rispetto ai ceppi esistenti sembra essere la causa della rapida diffusione di nuove infezioni a Londra e nel sud dell’Inghilterra nelle ultime settimane . Ma ha sottolineato “non ci sono prove che suggeriscano che sia più letale o provochi malattie più gravi” o che i vaccini saranno meno efficaci contro di essa. (The Week).
Però non tutti gli esperti sono d’accordo. Questa mortalità in eccesso legata alla variante inglese non è stata ancora osservata in altri paesi europei dove questa versione del virus si è diffusa.
Ancora più importante, altri motivi potrebbero spiegare il tasso di mortalità più elevato registrato nel Regno Unito, come ad esempio il sovraccarico degli ospedali che potrebbe essere un elemento di spiegazione.
Riguardo alla nuova variante, mentre in Italia tutti i media gridano alla letalità della mutazione ‘inglese’ alcuni media europei come ad esempio l’emittente DW, dice:
“… finora sono disponibili pochissime informazioni affidabili sulla mutazione. Finora, si può solo presumere che l’attuale picco di nuove infezioni nel Regno Unito abbia qualcosa a che fare con la nuova variante. E anche se il virus si diffonde più velocemente, ciò non significa che questa variante sia effettivamente più pericolosa.” (Deutsche Welle).
Quindi nessuna certezza anzi, DW, considera: “Un virus non diventa necessariamente più pericoloso attraverso la mutazione. In effetti, alcune mutazioni possono anche indebolire significativamente un virus.”
Deutsche Welle ipotizza anche che:
“la nuova variante registrata nel Regno Unito ha diverse mutazioni nella proteina spike del coronavirus. A causa di una cosiddetta delezione genica, mancano due amminoacidi, il che potrebbe facilitare la diffusione del virus. I ricercatori britannici del COVID-19 Genomics Consortium hanno appena pubblicato un profilo dettagliato del nuovo cluster B.1.1.7, inclusa una descrizione della delezione genica.
E così conclude: “Una cosa simile era già stata osservata in Asia orientale durante l’estate. Lì, tuttavia, la variante SARS-CoV-2 mutata ha causato infezioni più lievi perché apparentemente ha indebolito il coronavirus”.
“[Johnson] ha dichiarato in conferenza stampa che la popolazione deve rimanere ottimista ma paziente riguardo la situazione del coronavirus nel Regno Unito e la fine delle restrizioni. Il piano vaccinale sta proseguendo speditamente, ma non è il momento di abbassare la guardia. Intanto si prepara una tabella di marcia per decidere come procedere con cautela alla rimozione delle restrizioni” (…) (da ‘Geopolitical Center‘).
Il quadro quindi non è drammatico come rappresentato, solo un caso su cinque è comunque variante inglese ( a parte zone a ‘macchia di leopardo’) e il fattore R oscilla attualmente tra 0,8 e 0,9: questo fattore deve essere inferiore a 1.0 affinché il numero di casi inizi a diminuire. Quindi le restrizioni ulteriori paventate da Speranza , rivelano più carenze ospedaliere e sanitarie che non una aggravarsi dell’emergenza. Conseguentemente, le inefficienze , non possono essere presentate come argomento per un ulteriore rafforzamento delle chiusure. Vanno invece potenziate le strutture ed va adottato un approccio multilaterale contro la pandemia.
@vietatoparlare
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