DA BENGASI A TRIPOLI, “ORMAI E’ CAOS TOTALE”

Libia. Sirte
Libia. Sirte dopo l’intervento umanitario della Nato sotto egida Onu.

 

Davanti ad notizia come quella che segue come ha reagito il Parlamento? Non ha suscitato alcun ripensamento . E’ una classe politica che che non sa trarre dagli avvenimenti nessun ammonimento, e non sente alcuna responsabilità.

Vietato Parlare

fonte: Misna

autrostrada_italia_libia_N
La Libia ai tempi del Trattato di Amicizia italo-libico..subito sconfessato dall’italia: alchimie umanitarie inimaginabili hanno giustificato la distruzione di un intero paese, di tutto il apparato industriale, previdenziale, finanziario e sociale. Per ossequio al patto atlantista.

“Da due giorni ci sono bombardamenti e combattimenti. Un aereo militare si è schiantato. E’ diventato sempre più pericoloso spostarsi. Si vive nella paura e nel caos totale. Qui le infermiere filippine sono decise ad andarsene e il fatto che tutti gli stranieri si stiano organizzando per lasciare la Libia è un segnale bruttissimo”: lo dice alla MISNA padre Amado Baranquel, contattato a Bengasi, principale città dell’est, da settimane teatro di un conflitto armato tra il generale dissidente Khalifa Haftar – sostenuto da una parte delle forze regolari – e gruppi radicali, tra cui i miliziani islamisti di Ansar Al Sharia.

Da sabato scorso a Bengasi è in corso un’offensiva dei gruppi armati contro una base militare dell’unità delle Forze speciali dell’esercito, nei pressi del centro. “La gente è rintanata dentro casa e in alcuni quartieri non c’è elettricità” aggiunge l’interlocutore della MISNA, raccontando di una situazione “insostenibile” e “fuori controllo”, una “vera giungla” nella quale a comandare sono “innumerevoli gruppi che dettano legge”.

Nelle ultime ore scontri e raid aerei hanno causato almeno 30 morti nella seconda città della Libia, dove l’aereo militare coinvolto nell’operazione si è schiantato dopo aver colpito posizioni ribelli. La causa dell’incidente non è chiara ma il generale Sagr al Jerouchi, capo delle operazioni aeree leali ad Haftar, ha assicurato che “il pilota è uscito sano e salvo”.

La situazione è altrettanto caotica e complessa a Tripoli, dove continua a divampare l’incendio nei due giganteschi depositi di carburante, nei pressi dell’aeroporto, da settimane oggetto di un braccio di ferro tra le milizie di Zintan e quelle di Misurata. Da stamattina i due gruppi rivali stanno osservando una ‘tregua’ per consentire ai soccorritori di spegnere il rogo. Uno dei due depositi, colpito da un missile domenica scorsa, ha una capienza di oltre 90 milioni di litri. Attesi sette aerei anti-incendio Canadair inviati dall’Italia e dall’Eni assieme a tecnici in soccorso delle squadre libiche. Tripoli in queste ore viene descritta dai media locali come una “città senza vita”, niente benzina da giorni né acqua e black-out sempre più frequenti; chiuse le attività commerciali e strade semi-vuote. Nel frattempo, uno ad uno, i paesi occidentali e asiatici stanno organizzando l’evacuazione dei propri cittadini, mentre alcune ambasciate – quelle di Stati Uniti e Portogallo – sono già state chiuse.

602-408-20110427_161935_D166682B