Dal blog Free News, il giornalista Olev Soloviev ci informa che “il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelenskyy il 1° dicembre annuncerà l’introduzione della legge marziale nel paese.
Lo ha annunciato ieri il leader del Partito radicale ed ex deputato popolare Oleg Lyashko, in onda sul canale televisivo ucraino “NASH”.
La decisione di imporre la legge marziale per un periodo di due mesi sarà presa durante la prossima riunione del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale (NSDC), che si terrà il 1° dicembre. Lyashko, ha affermato di aver ricevuto queste informazioni da circoli vicini a Zelensky.
“Secondo le mie informazioni, Zelensky prevede di introdurre la legge marziale in Ucraina per due mesi presso l’NSDC il 1° dicembre. Questo viene fatto con un obiettivo: il controllo sui media, perché la legge marziale è una restrizione assoluta di tutti i diritti costituzionali dei cittadini, inclusa la libertà di parola, proprietà, manifestazioni democratiche e qualsiasi evento pubblico.
Questa truffa anticostituzionale di Zelensky con pretesti fittizi è necessaria esclusivamente per soffocare la libertà di parola e limitare i diritti costituzionali dei cittadini di protestare contro le autorità corrotte “, ha affermato il politico ucraino.
Secondo Lyashko, una decisione in merito è già stata presa, è prevista solo la firma ufficiale del decreto. La ragione per l’introduzione della legge marziale sarà una minaccia militare dalla Russia.”
Ma il pericolo paventato da Zelensky è reale?
Fedor Lyukyanov, uno degli architetti della politica estera russa, ha scritto oggi un pezzo su @ru_global in cui spiega quali condizioni potrebbero condurre presto a un confronto militare in #Ucraina.
Ecco i passi più significativi:
I fatti di questi giorni, dice Lyukyanov, possono avere un enorme impatto sull’epoca in cui viviamo, un’epoca cominciata con l’unificazione della Germania e con il suo ingresso nella Nato, i due eventi sui quali sono fondati gli equilibri della sicurezza in Europa.
Per la Nato nessun “attore esterno” può influenzare le relazioni con paesi che potrebbero aderire. In teoria la Nato nulla ha a che fare con l’Unione europea. Ma in pratica sono parte dello stesso quadro euro-atlantico.
Questo principio è stato contraddetto nel 2008, quando Francia e Germania hanno fermato l’ingresso di Georgia e Ucraina per timori legati alla risposta della #Russia.
Ma con la rivolta in Ucraina nel 2014 le relazioni politiche, militari e diplomatiche sono [nuovamente] diventate indistinguibili. Lyukyanov usa il termine “pantano”.
Così, dice Lyukyanov, a trent’anni dall’inizio dell’epoca in cui viviamo, la Russia sembra essere giunta alla conclusione che mantenere il vecchio sistema di silenzi e di segnali con la Nato e con l’Ue sia diventato improduttivo e porti soltanto a crisi più profonde.
Nei giorni scorsi #Putin ha chiesto a #Lavrov di ottenere “impegni a lungo termine” dagli Stati Uniti. Che cosa significa nel concreto? Per Lyukyanov, significa che la Nato deve fare chiarezza sulle garanzie militari ai paesi che potrebbero aderire all’Alleanza in futuro.
Esiste, oggi, con l’Ucraina, il pericolo che si possa ripetere una situazione simile a quella che si è verificata in Georgia nel 2008, perché l’assenza di garanzie formali da parte della Nato produce quella che Lyukyanov chiama “zona grigia infinita”.
Quel che serve è il riconoscimento di “linee rosse”. Il concetto di “finlandizzazione”, dice Lyukyanov, aveva un significato positivo nella Guerra fredda, dopodiché è diventato quasi una maledizione: ma adesso tutto in Europa sta cambiando.
Il mondo è impazzito e senza una meta. Da parte dei paesi occidentali è in atto una lotta severa e senza obiezioni, di cui loro stessi non conoscono lo scopo ultimo e l’utilità umana.
Prima di ridisegnare un nuovo quadro del clima evidentemente a nessuno è passato per la testa che, la prima cosa utile, sarebbe cambiare i paradigmi del vecchio mondo prima di passare al ‘nuovo’.
VP News
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