Dalla Finlandia, con coraggio

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Timo Soini. Chi era costui?

Parafrasando il don Abbondio manzoniano, viene da chiedersi così di fronte al nome di cui sopra.

Confesso anch’io la mia ignoranza. Non l’avevo mai sentito. Ma ora, dopo essermi imbattuto nella sua storia, lo considero un eroe.

Timo Soini è un signore finlandese che, nel suo paese, lassù tra laghi e renne, fa il ministro degli esteri. Nelle foto ha un volto largo e simpatico, ma da quelle parti non tutti gli vogliono bene. Anzi.

In un paese a grande maggioranza luterana (sebbene la secolarizzazione si sia spinta molto avanti), Timo Soini ha il torto di essersi convertito al cattolicesimo. Come se non bastasse, è anche un esponente pro-vita ed è talmente provocatore da esprimere apertamente le proprie idee.

Risultato? Contro di lui, al parlamento finlandese, è stata presentata una mozione di sfiducia.

La classica goccia che ha fatto traboccare il classico vaso, secondo i suoi oppositori, è stata la partecipazione del ministro Soini a una marcia per la vita che si è tenuta in Canada, a Ottawa.

Soini era là in veste ufficiale, per impegni di governo, ma alla marcia ha partecipato a titolo personale e senza nascondersi, tanto che si è fatto pure fotografare  dal segretario, Samuli Virtanen, che ha twittato un’immagine di Soini durante la marcia a lume di candela, in onore dei bambini uccisi dall’aborto volontario.

Apriti cielo! Come può una persona sensata comportarsi in tal modo? Perfino i suoi colleghi ministri si sono detti «imbarazzati» da una tale scelta.

Ma Soini ha replicato per le rime: «Non me ne vergogno e non me ne vergognerò mai» ha scritto nel suo blog. «Che strano che uno debba lottare per difendere il suo diritto di difendere la vita!».

È da trent’anni che Soimi si è convertito al cattolicesimo, ma qualcuno ancora si stupisce delle sue posizioni. E, soprattutto, non le accetta. Ma il signor ministro, partecipando alla marcia per la vita, ha forse violato qualche legge? No, hanno dovuto ammettere i suoi accusatori. Che comunque hanno confermato l’indignazione.

Così Soini è stato costretto a spiegare ciò che evidente: svolgere con integrità e serietà i suoi doveri di rappresentante del governo non può certamente impedirgli di continuare a godere dei suoi diritti fondamentali, come quello di prendere parte a una iniziativa a difesa della vita. Mai sentito parlare di libertà di pensiero, di coscienza e di religione? E sì che lassù, tra laghi e renne, i diritti vanno forte.

Dunque, voto di sfiducia, su mozione presentata dal Partito popolare svedese (un partito liberale che rappresenta la minoranza svedese in Finlandia), socialdemocratici, Alleanza di sinistra e Lega verde. Ma, sorpresa, la mozione non è passata. Centouno sono stati infatti i voti a favore di Soini, contro i sessanta dei parlamentari che volevano che se ne andasse.

Il partito di Soini, Blue Reform, aveva minacciato di ritirare il sostegno al governo se avesse perso il voto, e con la perdita dei diciotto deputati del partito l’esecutivo sarebbe probabilmente caduto. Ma vogliamo sperare che il verdetto favorevole al ministro sia stato motivato da ragioni di coscienza più che da calcoli politici.

Era stato un quotidiano finlandese a rivelare che Soini aveva preso parte alla marcia per la vita durante la sua missione a Ottawa per partecipare alle riunioni del Consiglio artico. E il presidente finlandese Sauli Niinistö aveva subito preso posizione sostenendo che è inappropriato per un funzionario governativo comportarsi come un privato cittadino. Poi era stato il primo ministro Juha Sipilä a precisare che quella di Soini sull’aborto è soltanto una sua opinione, che in nessun modo riflette quella del governo e della maggioranza del popolo finlandese.

Ma il signor ministro degli esteri non si è scomposto più di tanto. Al quotidiano Helsingin Sanomat ha spiegato: «Dopo la Messa in una chiesa di Ottawa mi hanno consegnato un volantino per una veglia anti-aborto. La veglia sarebbe incominciata alle ventuno. A quell’ora ero fuori servizio e ci sono andato. Mi sembra chiaro che tutti hanno diritto alla libertà di opinione e di religione».

Già, dovrebbe essere chiaro. Ma non lo è più laddove l’ideologia prevale sul buon senso e il politicamente corretto sulla tanto sbandierata tolleranza (che però spesso è a senso unico).

A commento della sua vicenda, Soini ha detto: «Sono preoccupato. In Europa cerchiamo di usare la libertà di parola e di opinione in modo che alcune cose possano essere discusse, ma altre no».

Se Soini avesse partecipato a una marcia per il «diritto» all’aborto o, che so, contro il riscaldamento globale, sarebbe stato accusato lo stesso?

Comunque, caro ministro Soini, abbia i  miei complimenti.

Da qualche parte ho letto questa battuta: come nel Vangelo Natanaele chiede «da Nazaret può venire qualcosa di buono?», adesso possiamo chiederci: «Dalla Finlandia può venire qualcosa di buono?».

Ebbene, grazie al signor ministro Timo Soini la risposta è sì!

Aldo Maria Valli

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