Come ha affermato il vescovo Luigi Negri, la Chiesa si trova a fronteggiare attacchi interni, portati avanti dagli stessi pastori che, con le loro posizioni, hanno influenzato anche le scelte del Pontefice durante il Sinodo. Questa situazione, però, è sintomo di una debolezza più profonda: la permeabilità della coscienza di alcuni responsabili della Chiesa. Naturalmente, anche il popolo ha le sue responsabilità, ma, in un’epoca caratterizzata da una manipolazione diffusa e sofisticata, ciò non sorprende.
L’attacco alla Chiesa, mosso con giudizio strategico e premeditato, appare oggi evidente. Tale manipolazione è stata orchestrata in modo quasi diabolico, puntando a colpire il corpo stesso di Cristo, con l’intento di minarne i fondamenti spirituali e dottrinali.
Le email trapelate e pubblicate da WikiLeaks, in particolare quelle di John Podesta, ex capo della campagna di Hillary Clinton, hanno evidenziato la messa in atto di sforzi per rendere la Chiesa cattolica più “progressista” (https://www.catholicnewsagency.com/news/34820/was-there-a-deeper-network-behind-the-catholic-spring).
In una email del 2011, Sandy Newman, fondatore di Voices for Progress, suggeriva la creazione di una “primavera cattolica” per promuovere riforme interne nella Chiesa. Podesta rispose che organizzazioni come Catholics in Alliance for the Common Good e Catholics United erano state create per incoraggiare tale cambiamento “dal basso” ma ammetteva che, al momento, queste mancavano di leadership per svolgere il compito.
La strategia dietro questa iniziativa mirava a incoraggiare la Chiesa ad adottare posizioni più allineate con i valori progressisti, in particolare su temi come i diritti LGBT, la contraccezione e la salute riproduttiva. Il progetto era sostenuto anche da fondazioni come l’Arcus Foundation, che donò fondi al Center for American Progress per iniziative che reinterpretavano la “libertà religiosa” come valore progressista, enfatizzando un’interpretazione inclusiva dei diritti civili e umani.
Queste rivelazioni evidenziando un tentativo di influenzare le posizioni della Chiesa dall’interno per diluire la dottrina tradizionale e incoraggiare una maggiore conformità con le politiche sociali contemporanee degli Stati Uniti mosse dai centri di potere sovranazionali che hanno i propri circoli organizzati e sempre più pervasivi l’umanità intera.
La cosiddetta “Mafia di San Gallo” di cui parla Negri (https://youtube.com/shorts/NbLz7gaiqoE?si=IeW909NR9rG1y_Wu) è il termine usato per descrivere un gruppo informale di vescovi e cardinali di orientamento progressista che si sarebbero incontrati regolarmente a San Gallo, in Svizzera, a partire dagli anni ’90. Questo gruppo includeva figure di rilievo come i cardinali Carlo Maria Martini, Godfried Danneels, Cormac Murphy-O’Connor, Achille Silvestrini e Walter Kasper. Il loro obiettivo era discutere le problematiche della Chiesa cattolica e promuovere un orientamento riformista, favorevole a temi come la collegialità episcopale, la riforma della Curia e un’apertura verso questioni sociali contemporanee.
Secondo il cardinale belga Godfried Danneels, uno dei membri principali, il gruppo era scherzosamente chiamato “Mafia di San Gallo” per il suo desiderio di operare una “svolta” nella Chiesa. Questo termine venne usato dallo stesso Danneels, anche se in maniera non ufficiale. Alcune fonti sostengono che, con le dimissioni di Benedetto XVI, il gruppo avrebbe sostenuto l’elezione di un papa che incarnasse un approccio più progressista, portando così all’elezione di Papa Francesco nel 2013.
Questi incontri sono stati oggetto di speculazioni e controversie, soprattutto perché si sospetta che alcuni membri del gruppo abbiano cercato di influenzare il conclave. Tuttavia, non ci sono prove concrete di un intervento diretto e coordinato durante le votazioni, anche se i membri del gruppo sono noti per aver sostenuto un cambiamento nella leadership della Chiesa. Secondo osservatori e vaticanisti, l’influenza del gruppo ha contribuito a porre al centro della discussione temi come la sinodalità, la riforma della Curia e l’apertura su questioni sociali e morali, argomenti poi sviluppati e sostenuti sotto il pontificato di Papa Francesco.
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referenze:
Catholic News Agency
National Catholic Register
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