Quando sento dire “noi siamo dalla parte giusta della storia” mi viene da storcere il naso. Non c’è niente di più idiota.
La storia non ha un percorso principale che allontana dalla possibilità di fare errori a cui siamo sempre esposti. Né possiamo avere l’assicurazione che azioni apparentemente buone non si prestino a manipolazioni e creino ingiustizie più grandi di quelle che vorremmo eliminare. Come Friedrich Hayek ci ha insegnato, “I peggiori comportamenti non scaturiscono mai dall’egoismo, ma dall’ipocrisia”.
Questo è più che mai vero oggi che gli uomini non credono più a ciò che hanno testimoniato i padri, cancellano la memoria del passato e la tradizione, sostituendo il Bene con nuove teorie degenerative. Eppure gli stati occidentali si organizzano in maniera sempre più stringente per portare agli altri il bene per sé stessi ignoto. Sono tanti gli esempi di interventi armati esterni per portare ‘i diritti umani’ e la libertà ove poco prima si è agito spregiudicatamente per stabilire il proprio potere tramite le cosiddette “rivoluzioni colorate”.
Vediamo tutti che questo operare fino ad oggi ha anellato disastri: ogni nazione ha il suo percorso storico ed i suoi tempi che vanno rispettati. Interrompere questo percorso è solo un atto di arroganza e presunzione.
Come Alexis de Tocqueville ci ha insegnato con la sua analisi della democrazia in America. Egli affermò: “Le nazioni non possono essere cambiate con un colpo di bacchetta magica.”
Per questo, è una manifestazione di grande l’ipocrisia dire ad altre nazioni di non essere ‘dalla parte giusta della storia‘ quando queste non si uniformano ai propri diktat, quandanche vengano chiamati ‘diritti umani’.
La democrazia non è quella che ci descrivono e che viene proposta violentemente ad altri paesi: un vestito di una certa taglia va bene solo a chi ha quella determinata misura. Per il resto degli individui occorrerà un’altra misura.
Questo è un concetto che gli insegnamenti cristiani ci insegnano. Papa Giovanni XXIII affermò: “Nella pace si compiono i disegni di Dio.” Questa è la via verso il vero progresso, come ben evidenziato nella citazione di Giovanni Paolo II: “Il futuro appartiene a Colui che fa tutte le cose, che ha amato così tanto la libertà degli uomini fino alla Croce”.
Purtroppo, certe considerazioni così semplici, sono ignorate dai nostri governanti che invece hanno messo in opera un piano perfetto (di cui sono molto orgogliosi) per portare avanti le proprie agende di potere ingannando i propri popoli.
Quindi questo post propone di abbracciare il burqa e la teoria della terra piatta? No, questo è un altro promemoria per dimostrare un percorso disegnato dalle buone intenzioni da imporre agli altri popoli, non è mai un percorso giusto. Il solo percorso possibile è prendere sul serio le domande fondamentali dell’uomo. Questo è ciò che il cristianesimo ci ha insegnato. Perciò il vero percorso principale da intraprendere (e che abbiamo interrotto) è un percorso di pace e di concordia tra le nazioni.
In definitiva, il progresso avviene quando lo stato facilita la comprensione che il futuro appartiene a Colui che fa tutte le cose, che ha amato così tanto la libertà degli uomini fino alla Croce.
Ciò che vediamo è invece una intensa attività manipolativa di tutto l’impianto educativo ed informativo, una distorsione della realtà, con polarizzazione sempre più ideologica delle istituzioni.
Tra le tante, la domanda più attuale è questa: a distanza di più di 2000 anni, cosa abbiamo imparato, ora che la storia sembra tornare indietro?