Damasco cerca di uscire dall’isolamento internazionale ricucendo rapporti

Damasco cerca di uscire dall’isolamento internazionale ricucendo rapporti

L’agenzia Sana ha riportato ieri la visita del ministro degli esteri degli Emirati Arabi Uniti (EAU) in Siria.

Nel comunicato, si legge:

“Il presidente Bashar Al-Assad ha ricevuto il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale degli Emirati Arabi Uniti Sheikh Abdullah bin Zayed Al Nahyan, accompagnato dal Ministro degli Affari Esteri degli Emirati Arabi Uniti Khalifa Shahin Al-Marar e dal capo dell’Ufficio federale Direzione per l’identità, la cittadinanza, le dogane e la sicurezza portuale degli Emirati Arabi Uniti con il grado di Ministro Ali Muhammad Ash-Shamisi.

“Durante l’incontro, le parti hanno discusso le relazioni tra i due Paesi fratelli, lo sviluppo della cooperazione in vari campi di reciproco interesse, l’intensificazione degli sforzi per esplorare nuovi orizzonti di cooperazione in settori vitali al fine di rafforzare la partnership di investimento”.

Perché gli Emirati Arabi Uniti hanno deciso di fare un riavvicinamento pubblico con Assad? In Siria molti criticano la riattivazione di rapporti con i nemici che hanno avuto parte in causa nel dramma siriano. Tuttavia, le esigenze politiche di uscire dall’isolamento internazionale sono urgenti. Proprio per salvaguardare la popolazione siriana occorre con rapidità che quanti più soggetti esterni ed esterni collaborino. Un paese non può andare avanti con un budget di pochi miliardi di euro e le imprese estere stentano a mettere piede o investire in Siria per timore delle sanzioni.

Compromessi politici per il bene comune

Non è difficile immaginare quali siano gli effetti in un paese in guerra da così grande tempo ed isolato dalla cosiddetta Comunità Internazionale da cui dipendono l’FMI e le più importanti istituzioni mondiali. Questi effetti, a maggior ragione si fanno sentire  in questo periodo in cui sembra tutto sia carente, a cominciare dalle fonti di energia.

Assad con FM EAU
Assad con FM EAU

In altre parole, il popolo ragiona spesso con lo stomaco e l’orgoglio ed è comprensibile, ma Assad è al centro di pressioni e deve fare scelte che il popolo spesso non vede. Ad esempio: se non avesse tenuto insieme le molteplici milizie che operano a favore del governo in Siria, probabilmente – in alcuni casi – avrebbe fatto una scelta migliore ma – in vista dell’obiettivo primario della salvezza del paese – tutto sarebbe stato più difficile.

Alcune volte le scelte sono amare ma l’importante è conservare quanto più la sovranità del paese, in un’epoca in cui pochi paesi lo sono. Ovviamente nel caso della Siria. questo ha portato a una situazione che facilmente può dar adito a episodi di corruzione e a personalismi. Ma l’eco delle critiche attuali ha la stessa risonanza, se fosse un paese monocratico, l’eco sarebbe sottaciuto.

Invece, è inevitabile che il processo di riconciliazione debba avvenire anche all’esterno: se si è accettato di riconciliarsi con i siriani che hanno armato la propria mano contro lo stato e la popolazione, come non accettare la stessa cosa anche con l’ex nemico esterno?  Solo successivamente, quando il paese tornerà a livelli di vita accettabili, si potrà pretendere di fare maggiori obiezioni. Ora l’interesse comune, il bisogno quotidiano dei figli deve essere gioco forza coniugato con altrettante giuste istanze morali.

Inoltre, le relazioni tra paesi si basano su interessi comuni. E probabilmente, con l’espansione turca che sembra inarrestabile, ci sono alcune convergenze tra il governo siriano e gli EAU; esse potrebbero essere essenzialmente due:

1- Unire le forze contro l’Islam politico e la Fratellanza Musulmana (Team-Turchia)

2- Più la Siria è isolata, maggiore è l’influenza dell’Iran nel paese (l’Iran ha fatto uno sforzo immane per la Siria ma una eccessiva influenza andrebbe a scapito dell’indipendenza del paese; inoltre è anche interesse dell’Iran che la situazione si stabilizzi)

Da segnalare che dopo la visita di ieri del ministro degli esteri degli Emirati Arabi Uniti, anche il leader del Bahrain è sbarcato a Damasco.

barein
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Le milizie filo turche vedono con ostilità il riallacciarsi di relazioni

Il sultano Suleiman Shah, il comandante e stupratore Abu Amsha, appoggiato dalla Turchia, ha condannato la visita del FM degli Emirati Arabi Uniti a Damasco. I mercenari di Abu Amsha sono in Libia dal 2019 e hanno combattuto nella guerra del Karabakh l’anno scorso, quindi a quanto pare la “rivoluzione” è molto importante per lui.

Suleiman Shah
Suleiman Shah

Stati Uniti non impediscono il riavvicinamento ma frenano

Il sito Voltairenet ci riassume quali rapporti si stanno restaurando, nonché la posizione degli Stati Uniti:

Gli Stati Uniti hanno chiarito la loro posizione nei confronti della Siria: ora consentono ai paesi arabi di trattare con Damasco nell’interesse del popolo, ma non devono ancora normalizzare i loro rapporti con il presidente Bashar al-Assad.

Questa posizione corrisponde a quella che Brett McGurk, l’attuale capo della Siria nel Consiglio di sicurezza degli Stati Uniti, aveva sostenuto in Affari esteri nel maggio 2019 .

Corrisponde anche a ciò che il presidente Joe Biden ha concesso al suo omologo russo, Vladimir Putin, al vertice di Ginevra del giugno 2021.

Il 3 ottobre, il presidente Assad ha parlato al telefono con il re Abdullah II di Giordania.
Il 20 ottobre, il presidente Assad ha parlato al telefono con il presidente ad interim degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Mohammed bin Zayed al-Nahyan.
Il 9 novembre, il presidente Assad ha ricevuto a Damasco il ministro degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti, Abdullah bin Zayed (foto).
Il 9 novembre, il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry, parlando al Wilson Center di Washington, ha confermato che non c’è più alcun ostacolo al ritorno della Repubblica araba siriana alla Lega araba.

VP News – vietato parlare

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