Il Ministero della Difesa russo ha posto al comando USA per le operazioni in Siria una domanda che – in sostanza – è simile a questa: “qual’è la vostra funzione e qual’è la funzione dei curdi dell’SDF a Deir Ez Zor, chi combattete?” E’ un dato di fatto che da quando l’esercito siriano e gli alleati hanno liberato Deir Ez Zor l’SDF non ha ingaggiato praticamente nessuna battaglia contro l’ISIS. L’unica preoccupazione di queste forze è ostacolare l’avanzata dell’esercito siriano verso i campi petroliferi di Omar e dintorni. Naturalmente agli USA l’ISIS interessa solo come utile scusante per giustificare la propria presenza in Siria.
Così l’esercito siriano che ha perso molti uomini nella cruenta battaglia per riconquistare la città martire di Deir Ez Zor (e deve far fronte ad una enorme crisi umanitaria), deve preoccuparsi ora delle forze appoggiate dalla coalizione occidentale a guida USA che si rivolgono minacciosamente contro il governo siriano.
Naturalmente esse avrebbero dovuto collaborare per il bene del paese al fine condiviso della sconfitta delle forze terroristiche fondamentaliste islamiche dell’ISIS ma la promessa di uno stato curdo fatta dagli USA e dagli israeliani è stata una promessa troppo allettante per i curdi. Questa prospettiva forse non si realizzerà ma quasi sicuramente – almeno questa è l’intenzione degli USA – prolungherà la guerra. E Washington potrà come di consueto , adottare la strategia della ‘negazione plausibile’.
Nei giorni sorsi la Federazione Russa ha provato pubblicamente con un servizio fotografico realizzato tramite riprese aere che le forze speciali USA ed i curdi possono liberamente avanzare e stazionare indisturbati nel territorio del Califfato senza combattere.
In compenso le forze SDF stanno sbarrando la strada alle forze siriane nel legittimo tentativo di liberare il paese dall’ISIS e di riprendere possesso delle risorse petrolifere (la zona di Deir Ez Zor è la più ricca del paese). Il video che segue mostra un militante dell’ISIS che afferma quello che già è stato evidente sul campo. Ma offre una ulteriore conferma.
Attualmente le forze curde si sono impossessate arbitrariamente del 40% delle risorse petrolifere del paese di cui la Siria non può fare a meno per la ricostruzione.
Video footageISIS leader (Amir) reveals details on the coordination between #SDF and #ISIS who evacuated their locations as per an agreement pic.twitter.com/49ymJkuIdl
— maytham (@maytham956) 26 settembre 2017
Questo è ciò che dice nel video il terrorista:
Io sono Muhammad Moussa Ash Shavah.
Lavoro con ISIS, il mio soprannome locale è “Abu Arab”, sono nella struttura di sicurezza di ISIS. Ho ricevuto un ordine da Abu Zaid, che dice che io e i miei ragazzi dovremmo lasciare che i curdi entrino in Deir Ezzor. E dopo che i curdi entrano, avremmo dovuto cominciare a sparare su tutto…questo è quello che sta succedendo. Ci è stato ordinato di non aprire il fuoco in nessuna circostanza. E ci hanno anche ordinato di lasciare questo territorio.
So che i curdi sono venuti da altri siti, ovvero i campi del deposito, che erano sotto il controllo dell’ISIS. Lì, mi è stato ordinato di non toccarli. Ho anche informazioni che gli americani stanno facendo tutto il possibile per unire l’ISIS e i curdi.(traduzione Igor Yatsengo)
[su_panel]Non possiamo giurare sulla veridicità di questo video, si tratta di un prigioniero. Il video è diventato virale su Twitter e sulle piattaforme social. Ma sarebbe un autogol imporre ad un prigioniero di dire cose che l’evidenza dei fatti dicono ben più credibilmente ed esaurientemente.[/su_panel]