Quello che segue è il primo rapporto dell’Istituto Gino Germani di Scienze Sociali e Studi Strategici sulla disinformazione che la Russia ordito contro l’Occidente. Leggendo il testo si può infatti verificare che quanto è indicato come “disinformazione” è invece la verità, questo è il vero problema oggi per la nostra libertà, minacciata da un totalitarismo ideologico a 360°: https://fondazionegermani.org/wp-content/uploads/2023/02/Dezinformacija.pdf
Le direttive europee in materia di disinformazione diventano sempre più stringenti, guarda caso, proprio quando le autorità esercitano un filtraggio ed una manipolazione senza precedenti sulle notizie. È paradossale quanto questo vada avanti, nonostante esistano oggettività come i ‘twitter files’ che dimostrano cosa accade ‘dietro alle quinte’ e il vero motivo di tanto interesse dalla leadership sull’informazione, che è la preservazione dello status quo di chi è al potere.
A tema, è da notare che il rapporto dell’Istituto Gino Germani fa il paio con l’iniziativa degli Stati Uniti appena firmata dal presidente Biden.
FACT SHEET: Biden-Harris Administration Announces National Cybersecurity Strategy
Il 2 marzo 2023, le persone al controllo dell’amministrazione Joe Biden hanno annunciato che il controllo del governo sui contenuti Internet è ora ufficialmente parte dell’apparato di sicurezza nazionale. [ White House Link ].
La “Strategia nazionale per la sicurezza informatica” si allinea, supporta e lavora di concerto con un sistema di sorveglianza statunitense totale, in cui le definizioni delle informazioni vengono quindi applicate alla “sicurezza informatica” e a tutti i vettori della comunicazione. Questa politica rappresenta un sistema di sorveglianza che utilizzerà un prisma di filtraggio delle informazioni in cui il governo deciderà cosa sia informazione, disinformazione e cattiva informazione, quindi agirà di conseguenza.
In parte, questa sembra essere una risposta alle rivelazioni sull’influenza del governo sui social media, come dimostrano i Twitter Files. Ora, con il “FACT SHEET: Biden-Harris Administration Announces National Cybersecurity Strategy” vediamo la formalizzazione dell’intento. Il governo sarà l’arbitro della verità e della sicurezza informatica, non le piattaforme di comunicazione o le società private.
Questo annuncio mette direttamente il governo al controllo dell’informazione. Tutti i sistemi di controllo precedentemente assemblati sotto la direzione del Dipartimento per la sicurezza interna, ora diventano parte dell’apparato di sicurezza nazionale digitale online. E’ plausibile che – come sempre accade – ad ogni iniziativa USA, Bruxelles adeguerà la propria normativa –
L’opera di filtraggio, censura e manipolazione per fini terzi negli Stati Uniti ha essenzialmente due prodromi:
(1) Il Patriot Act ha trasformato il radar di sorveglianza dell’intelligence da ricerche straniere di terroristi a ricerche interne di terroristi.
(2) Obama/Biden hanno poi ridefinito cosa sia un “terrorista” , identificando l’opposizione politica nel significato del termine.
Washington DC ha creato il moderno apparato di sicurezza nazionale immediatamente e in fretta dopo l’11 settembre 2001. Il Department of Homeland Security è arrivato nel 2002 e, all’interno dell’Intelligence Reform and Terrorism Prevention Act del 2004, è stato creato l’Office of the Director of National Intelligence (ODNI).
Quando, qualche anno dopo, sono arrivati il presidente Barack Obama e il procuratore generale Eric Holder, quelle nuove istituzioni sono state viste come opportunità per creare un apparato di sicurezza nazionale molto specifico che si sarebbe concentrato quasi esclusivamente contro la loro opposizione politica.
I preesistenti Federal Bureau of Investigation (FBI) e Dept of Justice (DOJ) sono stati poi riproposti per diventare due dei quattro pilastri dell’apparato di sicurezza nazionale nazionale: uno stato di sorveglianza nazionale. Tuttavia, questo nuovo costrutto , in realtà, ha un meccanismo di targeting basato sull’ideologia politica.
Il DHS, ODNI, DOJ e FBI sono diventati quattro pilastri di questa nuova istituzione. In cima a questi pilastri si trova il quarto ramo del governo .
(in sociologia, la funzione dei mezzi di comunicazione di massa sono indicati come strumenti della vita democratica, che notoriamente si basa su tre poteri: legislativo, esecutivo e giudiziario. In questo caso il governo usa per fini propri il quarto potere come un ramo del governo).
Col passare del tempo gli operatori del sistema hanno acquisito familiarità con i loro nuovi strumenti e sono passati a dare istruzioni ai social ed alle principali aziende internet.
Emblematico è il caso del ‘Russiagate’ che depotenziò Trump, il quale si era proposto di “prosciugare la palude” (alludendo con essa, al Deep State).
Come probabilmente ricorderete, nell’aprile del 2016, l’FBI lanciò un’operazione di controspionaggio contro il candidato presidenziale Donald Trump. L’interrogatorio su quell’operazione è ciò che la rappresentante di New York Elise Stefanik cita nel marzo del 2017, circa 11 mesi dopo ( Primi due minuti ).
Nel video potete notare come il direttore dell’FBI James Comey spieghi semplicemente che nessuno al di fuori del Dipartimento di Giustizia è stato informato dell’operazione dell’FBI. Perché? Perché è così che si fanno le cose. La sua giustificazione per le operazioni unilaterali era “a causa della delicatezza della questione”, ignorando totalmente qualsiasi quadro costituzionale o normativo per la supervisione, perché, beh, molto semplicemente, non esiste supervisione. L’apparato di intelligence all’interno del DOJ/FBI può operare, e lo fa, sulla base delle proprie determinazioni indipendenti.
Si noti anche come il direttore dell’FBI Comey condivide la sua prospettiva secondo cui informare il Consiglio di sicurezza nazionale (NSC) sia l’equivalente di informare la Casa Bianca. La leadership dell’FBI ritiene espressamente di non avere alcuna responsabilità di informare il capo dell’esecutivo.
In questo modo lo stato ombra (o Deep State) può dirigere le agenzie, senza che POTUS possa sapere. Ed è esattamente quel che abbiamo visto durante la presidenza Trump.
Analogamente, capiamo bene l’importanza dell’informazione e il motivo per cui il potere più si fa autoritario e più è interessato alla cosiddetta ‘disinformazione’ con la scusante di preservare i cittadini.
Ovviamente, se i governi fossero veramente interessati a preservare i cittadini, agirebbero su ciò che potenzia lo spirito critico e non – come accade – solo nel diffondere il loro punto di vista, costruito attorno alle determinazioni politiche, per giustificare anche l’ingiustificabile.
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testo elaborato da informazioni fornite da the conservative tree house