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DI MAIO e armi all’Ucraina: scontro tra ragionevolezza e irragionevolezza

Tutto nasce da una risoluzione presentata da alcuni deputati del 5 stelle in cui viene chiesto lo stop all’invio di armi all’Ucraina. O meglio, la cosa è ancora più ‘soft’: il M5S, vorrebbe solo inserire nella risoluzione di maggioranza per il dibattito parlamentare di martedì una frase che impegni il governo a non inviare altre armi in Ucraina o almeno a far prima votare le Camere. ma il ministro degli esteri DI MAIO si mette di traverso perché vede in questo l’uscita dalla NATO e dalla UE e catastrofiche conseguenze.

“La risoluzione mette a rischio sicurezza Italia“, dice. Fanno seguito serie di affermazioni incomprensibili che non rispecchiano la realtà dei fatti, ma solo la narrativa autoprodotta dai media italiani che agiscono a loro volta alle dipendenze del governo. Una giostra di cavalli nel circo che parte degli eletti nel 5 stelle – in un sussulto di dignità e con un occhio alle prossime elezioni – sta cercando di interrompere.

Pertanto, stasera ci sarà una riunione ad alto livello nel partito (Consiglio Nazionale) in cui si deciderà se espellere o meno DI MAIO. Sulle decisioni prese dal Consiglio potrà essere chiamata ad esprimersi la base del Movimento.

Nel frattempo DI MAIO ribadisce: “Rivendico con orgoglio di essere atlantista ed europeista”. Insomma lo slogan di successo, di prammatica nella vuota politica inerziale italiana incapace di uscire dal suo ruolo di vassallaggio. Le repliche di DI Maio in queste ore sono come il canto del cigno a cui certamente establishment risponderà. La cosa sicura è che DI MAIO troverà posto in un modo o nell’altro nel prossimo governo in qualche altro partito assicurandosi ‘un posto al sole’, mentre per i suoi colleghi – che oggi hanno preso una posizione sacrosanta -, il futuro sarà incerto.

Alcune riflessioni molto semplici: il ministro DI MAIO ha dato come giustificazione alla iniqua scelta di insistere nel mandare armi all’Ucraina l’appartenenza alla NATO. Questo è incomprensibile, perché la politica della NATO è decisa dagli stati membri, mentre è l’inerzia di aspetta le decisioni di altrui, per poi accordarsi pedissequamente – senza arte né parte quando le politiche vengono decise – che impedisce un cambiamento. La Nato è un’organizzazione di difesa comune che ha – come ha anche detto papa Francesco – travalicato i suoi compiti. Allora che senso ha l’ossequio di DI MAIO ed il suo richiamare alle scelte irrevocabili, come se la NATO fosse una entità politica? La Nato è un involucro, uno strumento. Pertanto è una organizzazione che va gestita, che va corretta, non subita. Proprio il contrario del discorso che fa Di Maio, che ha torto marcio.

Risibile il richiamo all’ ‘interesse nazionale‘ e ad un non meglio specificato pericolo per l’Italia, quando la stessa NATO è parte in causa nella generazione degli eventi attuali. DI MAIO dovrebbe ricordare che i paesi si dotano di strumenti senza perdere la propria sovranità, questo è proficuo perché fa più forti davanti agli eventi. Ma se è lo strumento che detta i suoi decaloghi, allora è ora di ribadire la propria sovranità e rimodellare gli strumenti: questo è l’interesse nazionale. Questo è ancor più evidente quando, come è accaduto, c’è l’Ungheria, un paese della NATO e della UE, che non ha né mandato armi in Ucraina (paese non alleato), né partecipato alle sanzioni (senza per questo uscire dalla NATO o dichiararsi antieuropeista).

In definitiva, quella di DI MAIO è una posizione di vassallaggio e di non giudizio, che certo non risponde ad un genuino interesse nazionale, e né alla Costituzione o ai suoi elettori – , ma solo ad una iniqua logica di casacca, cosa che è distante anni luce dalla democrazia partecipativa: questo è il luogo dove dovrebbero formarsi le decisioni e non a Washington che risponde ai propri interessi nazionali, oggi divergenti dai nostri.

Chi ha un buon spirito di osservazione si è accorto di queste evidenze: solo DI MAIO – che è ministro degli esteri – ancora non se ne è accorto?

patrizioricci by @vietatoparlare – VPNews

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Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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