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Di Maio e C. lodavano la rivoluzione degli altri che distruggevano Parigi ma ora chiama ‘criminali’ chi vuole libertà e lavoro

Di Maio ha condannato pesantemente le proteste a Napoli. Ieri infatti,  un corteo di migliaia di persone si è ingrossato sfilando prima per le strade del centro storico intorno all’Università Orientale poi corso Umberto, il Lungomare, via santa Lucia fino alla sede della Giunta regionale. Poi gli scontri. Ma in base ai video visti (qui uno del dott Pasquale Bacco per  Byoblu)  sembra che solo una  parte ristretta dei manifestanti si sia data ad atti di violenza.
Infatti, – senza voler minimizzare – ma è un ‘must’ ormai che in tutte le manifestazioni di protesta ci siano elementi che inevitabilmente si intrufolano e provocano la reazione delle forze dell’ordine.

Questo purtroppo succede sempre nelle manifestazioni, a maggior ragione se sono caratterizzate da un certo livello di tensione compressa.

Però se è vero che la violenza è sempre da rifiutare e da reprimere, è anche vero che non si può fare di tutta l’erba un fascio e bisogna condannare ciò che c’è da condannare ma considerare anche il movente delle proteste.

In una manifestazione, anche la più pacifica, c’è sempre il rischio che si infiltrino persone che manifestano aggressività. Figurarsi cosa può accadere se non esiste organizzazione ed un servizio d’ordine…

D’altra parte tacciare di criminali chi protesta per conservare il proprio lavoro è paradossale.  Lo stato ha fatto peggio in Libia ed in Siria ( o la violenza di stato è sempre legittima?) Allo stesso modo, le scene di ieri non sono diverse dagli scontri che avvenivano contro Salvini e che la sinistra plaudiva (vedi qui e qui).

D’altra parte la soluzione ci sarebbe: rispettare la Costituzione. Sarebbe da ipocriti non vedere che il motore del disagio è una privazione eccessiva di libertà, che comporta la privazione del reddito indispensabile per vivere.

Il vero pericolo è il potere che si sta accumulando – senza il controllo del Parlamento – in un piccolo gruppo di eletti che hanno come unico interesse il completare il progetto europeo in Italia, a prescindere dal volere della maggioranza degli italiani.

Ormai i cittadini e lo sviluppo della persona umana contemplati nella Costituzione Italiana, sono completamenti cancellati nel vocabolario del governo italiano.

E’ un dato di fatto tangibile che finora il governo ha speso molti soldi ma sembra non avere una strategia a lungo termine, ma solo il desiderio di compiacere Bruxelles per prepararsi un posto al sole in futuro. Questo governo, naviga a vista e la situazione precipiterà ulteriormente se non inverte la rotta immediatamente.

Il je accuse delle istituzioni si condensa nelle parole di Antonello De Pierro, giornalista nonché presidente del movimento politico Italia dei diritti che ha scritto in un tweet:  “A Napoli si sta attentando a sicurezza di cittadini. Manifestazione mi pare sia abusiva e violenta , è terrorismo. Sono democratico, ma per prima volta in mia vita, da amministratore pubblico con 3 cariche elettive, se fosse di mia competenza, darei ordine di sparare

Certo condanno anch’io ogni atto contro le forze dell’ordine e le istituzioni. Ribadisco che la violenza non è solo sbagliata  ma fornisce l’alibi al potere di criminalizzare e minimizzare le motivazioni della più giusta e motivata protesta . Ma per analogia e per giustizia,  non esiste violenza tollerabile e violenza non tollerata perchè scalfisce le decisioni politiche prese.

Mi riferisco ovviamente alle ‘tollerabili’ violenze e scontri con la polizia negli stadi oppure negli scontri nelle proteste dei migranti. Oppure alle violente proteste dei Gilet gialli in Francia, a cui Di Maio mostrò la sua piena solidarietà.

Questa distinzione , persiste e ricorre spesso in gran parte della politica e non è un bel segno per la nazione.  In un paese in cui il terrorismo di stato ha attraversato la storia di qualche decennio fa, il governo italiano dovrebbe usare parole molto più rispettose e miti nei confronti di una popolazione che è messa correntemente a dura prova per la insipienza dei propri rappresentanti che sono ‘venduti per i trenta denari’ alle magnifiche sorti decantate dall’oligarchia europea, non eletta da nessuno.

Se il governo italiano è così lesto ad accettare ogni manifestazione di protesta all’estero – come ad esempio in Bielorussia ed in Siria dei ‘combattenti per la libertà’ con i Kalashnikov – dovrebbe per coerenza capire che la disperazione della gente – se a tema sono argomenti fondamentali salvaguardati dalla Costituzione – è spesso violenta .

Questa libertà è da mesi messa in scacco e molti giuristi e costituzionalisti hanno espresso dure critiche. Quando la situazione precipita è giusto che si puniscano i colpevoli ma allo stesso modo giustizia vuole che questo non sia un facile alibi per non riconoscere che si andati oltre il limite consentito nella gestione del potere, .

Nessuno infatti è al disopra della legge, nessuno, neanche gli amministratori stessi.

Chi guarda la pagliuzza negli occhi degli altri e osannava i gilet gialli che a Parigi facevano peggio, guardi oggi alla trave nel proprio occhio.

La giornalista Enrica Perucchietti in proposito scriveSe le persone osano criticare, dissentire, protestare, ecco che si sgretola la maschera buonista ed evapora l’ubriacatura di moralità a cui ci hanno sottoposto negli ultimi anni”.

E ai napoletani e chiunque soffre e sta nel giusto, però vorrei dire che non si perdano in un bicchiere d’acqua! Altrimenti accade che – oltre ad emulare la stessa ingiustizia che si addita – ci si fa complici a perpetrarla, dando solo la scusante  al potere di sanzionare.

Allo stesso modo, è importante che il governo risponda al Parlamento dei suoi atti e che l’informazione cessi di riportare le veline di un governo ampiamente delegittimato dai fatti (anche se usa sapientemente i codicilli per stare in piedi…).

patrizioricci by @vietatoparlare

 

foto di apertura: scontri dei gilet gialli a Parigi

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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