Il debito pubblico astronomico di cui ci accusano è in realtà frutto delle politiche economiche stabilite in sede Europea che prevede l’emissione della propria moneta a debito, cioè dietro emissione di strumenti di credito reperiti dai mercati internazionali.
La BCE (Banca Centrale Europea) non emette l’euro dal nulla come potrebbe fare e come fa la stragrande maggioranza degli stati in tutto il mondo (eccetto qualche isola caraibica), ma chiede prestiti al capitale privato. Sta a dire che l’euro viene emesso dalla Banca centrale europea ricorrendo ai mercati di capitale privato, ossia le grandi banche di investimenti internazionali che chiedono in cambio un tasso di interesse.
Dopo aver fatto questo presta il denaro agli stati nazionali europei con interesse obbligando al pareggio di bilancio. Ciò è assurdo perché chi emette moneta non dovrebbe essere soggetto ‘a pareggio’ come si fa comunemente in una famiglia che può contare solo su determinate entrate dovute al lavoro o a rendite dei suoi componenti. Le conseguenze di non poter ‘sforare’ costringe l’Italia a tagli sui servizi essenziali e agli investimenti produttivi, impoverendo sempre più il paese o ad aprirsi al capitale privato per garantire servizi essenziali con tutti i problemi che questo crea.
Chiunque ha una minima conoscenza dei principi basilari dell’economia capisce bene che la BCE non è soggetta a questo meccanismo. La banca centrale dovrebbe avere invece come parametro la ricchezza del paese e il lavoro. Ma è proprio questo che l’Unione Europea – con le sue regole deflazionistiche – ha annichilito a vantaggio della finanza.
Ciò è una cosa assurda perché obbliga a politiche asfittiche ed alla vendita degli asset nazionali ai privati ed all’abbassamento dei costi con dislocazione all’estero delle aziende, impoverendo sempre più l’economia reale. Il risultato è l’impoverimento delle famiglie con l’aumento del divario tra ricchi e poveri.
Ma questo non è il solo handicap ‘all’origine’. L’unione monetaria avvenuta nel 92 con il trattato di Maastricht comporta la rinuncia alla politica di flessibilità dei cambi tra i vari stati, strumento indispensabile per evitare il tracollo. Questo è come un cappio al collo perché uno stato non può aumentare l’inflazione minimamente e quindi non può far fronte a temporanei inefficienze o problematiche per regolare la domanda/offerta aggregata, anche quando la ricchezza del paese lo consentirebbe. Dovrebbe essere evidente che le spese non possono essere considerate indiscriminatamente tutte alla stregua di una mera ‘uscita’. Esistono spese infruttifere e gli ‘sprechi’ ma esistono allo stesso modo quelle necessarie per erogare servizi in modo efficiente, quelle per aumentare il lavoro e quelle equivalenti ad investimenti ad ‘elevato moltiplicatore che fanno aumentare la ricchezza del paese.
Senza una comprensione di come è attuata la politica monetaria in Europa non si capisce il profondo errore di base che è all’origine dell’inefficienza del sistema.
Infine, quando si parla di ‘debito pubblico’ si tenga presente che si parla di debito delle banche e non degli italiani, ovvero dell’economia reale. Sono le banche che essendo deregolamentate non fanno che aumentare a dismisura il debito tramite l’emissione di strumenti finanziari basati sul debito o sui derivati. Ma paradossalmente il conto poi è chiesto a noi senza che minimamente si rivedano certe leggi e meccanismi.
Quindi il ‘je accuse’ dell’Unione Europea all’Italia è un atto arrogante indirizzato agli ignoranti o ai conniventi. Naturalmente i media mainstream si prestano al gioco e non spiegano di che si tratta. Tutti tacciono come se noi fossimo spendaccioni e le persone ‘serie’ di Bruxelles ci ‘richiamano’, dopo averci impoverito con l’inefficienza delle loro regole. In realtà è il sistema su cui è costruito l’Euro che è malato ed inefficace a livello progettuale.
Abbiamo visto in questi giorni come gli eurocrati reagiscono quando il proprio operato è messo anche solo in discussione, così pure come reagiscono i loro delegati che sono insediati anche nei gangli della nostra democrazia . nelle istituzioni fino anche alla Presidenza della Repubblica.- E’ evidente che la mancata divulgazione dei principi base sui certi meccanismi è pienamente voluta per auto-colpevolizzarci. E ci sono pienamente riusciti, direi…