Cambiare il nome dei peccati capitali è una scelta che la Cei ha fatto per rendere più comprensibile ai fedeli il significato dei peccati stessi. Inoltre, la Cei vuole anche sottolineare l’importanza della sensibilizzazione ai problemi sociali e ambientali.
Quali sono i nuovi nomi dei peccati secondo la strategia della Cei?
La Cei ha deciso di cambiare i nomi dei sette peccati capitali in modo da renderli più comprensibili ai fedeli. Ecco i nuovi nomi:
– Superbia diventa “eccesso di egoismo”
– Avarizia diventa “spreco”
– Lussuria diventa “infedeltà”
– Invidia diventa “gelosia”
– Gola diventa “abuso di cibo”
– Ira diventa “rabbia”
– Accidia diventa “indifferenza”
Questi nuovi nomi intendono sottolineare l’aspetto sociale e ambientale dei peccati, e invitano i fedeli a prestare attenzione ai problemi del mondo che li circonda. Ovviamente, questi cambiamenti non sono ‘codificati’ ma si tratta di cambiamenti comunque in corso nell’uso comune che la chiesa sta recependo ed introducendo nella liturgia e che si notano nella traduzione della bibbia CEI 2008, come un’altra rosa di parole, più ‘conformi ai cambiamenti dei tempi’ descritti in parte nell’agenda ONU 2030 (vedi qui e qui).
La decisione della Cei di cambiare i nomi dei peccati capitali è una scelta importante che sottolinea il desiderio di prestare attenzione ai problemi del mondo che ci circonda ed a cercare di fare la propria parte per migliorare la situazione climatica, rimanendo al passo con i tempi. Questo ha portato, via via , ad una serie di cambiamenti nella liturgia, ed altri orientamenti di insegnamento persino nei seminari. Ovviamente la preoccupazione più grande è assente, mentre si fanno più rilevanti altri tipi di preoccupazioni ‘mondane’, non propriamente la mission della Chiesa.
La missione fondamentale della Chiesa cattolica, secondo la Bibbia, è di portare il Vangelo di Gesù Cristo al mondo e di guidare le anime verso la salvezza eterna. Gesù ha dato questo mandato ai suoi discepoli quando ha detto loro: “Andate, dunque, e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando ad osservare tutto ciò che vi ho comandato” (Matteo 28:19-20).
In altre parole, la Chiesa cattolica ha il compito di annunciare il Vangelo, battezzare i credenti, insegnare loro a osservare i comandamenti di Cristo e di nutrirli attraverso i sacramenti. La Chiesa cattolica inoltre ha la missione di essere la presenza visibile di Cristo nel mondo e di portare la salvezza a tutti gli uomini, senza distinzione di razza, etnia, genere o status sociale.
Per una ulteriore disamina della problematica vi invito a leggere sul blog di Aldo Maria Valli: “Cambiare il nome ai peccati. La Bibbia Cei e la strategia del depistaggio”