Dopo la strage nei mercatino in Germania eccone un’altra a New Orleans: non c’è nulla di casuale

Il caos non è mai casuale, ma uno strumento nelle mani di chi ne trae vantaggio: un’élite che alimenta la paura per giustificare un controllo crescente. Questi attacchi sincronizzati, da New Orleans a Magdeburgo, non solo distruggono vite ma consolidano poteri, trasformando tragedie in catalizzatori per agende che centralizzano il controllo e riducono la libertà. Se non ci interroghiamo sulle dinamiche che alimentano questo ciclo, siamo destinati a cadere sempre più profondamente nella rete del caos progettato. Il testo :

L’ora buia di Bourbon Street: caos al momento giusto

Alle 3:15 del mattino del Capodanno 2025, Bourbon Street, cuore pulsante dei festeggiamenti iconici di New Orleans, è precipitata nell’orrore. Un Ford F-150 bianco si è schiantato contro i festaioli all’incrocio con Canal Street, uccidendo 10 persone e ferendone oltre 35. L’autista, uscito dal veicolo brandendo un fucile d’assalto, ha ferito due poliziotti prima di essere colpito a morte. L’FBI ha rapidamente classificato l’attacco come atto di terrorismo, ma la domanda rimane lampante: perché le barricate, progettate per proteggere una delle strade più trafficate d’America, erano assenti?

Jimmy Cothran, testimone oculare dal balcone di un night club, ha osservato criticamente: “Io e i miei amici siamo rimasti sorpresi che [le barricate] non fossero state alzate”. Queste protezioni, installate dopo il 2017 per salvaguardare i pedoni, erano state inspiegabilmente rimosse per lavori stradali proprio alla vigilia di Capodanno. Questo non è solo un errore: è una vulnerabilità sistemica che sfiora il deliberato. Come si spiega una tale negligenza in una notte tristemente nota per il caos e le folle? Chi ha permesso che queste protezioni sparissero?

Purtroppo, questa tragedia non è isolata. Solo pochi giorni prima, il 20 dicembre, un’auto si è schiantata contro un mercatino di Natale a Magdeburgo, in Germania, uccidendo cinque persone e ferendone oltre 200. L’aggressore, un medico con presunte “tendenze di estrema destra”, ha trasformato uno spazio festivo gremito di famiglie in un teatro di violenza. Gli echi dell’attacco al mercatino di Natale di Berlino del 2016, quando un autista affiliato all’ISIS uccise 12 persone, sono inconfondibili. Decenni fa, simili atti di terrore erano praticamente sconosciuti. Oggi, sembrano intrecciati nel tessuto della vita moderna. Perché questa ondata di atrocità perfettamente sincronizzate nell’ultimo decennio? Quali forze stanno operando per garantire che nessun momento di gioia collettiva resti immune alla tragedia?

La tempistica è sospettosamente perfetta per essere una coincidenza. Queste tragedie non sono atti di violenza casuali: portano il marchio del caos progettato, diventando focolai per alimentare paura, divisione e conformità. Chi ne trae vantaggio? La paura è una valuta nelle mani dell’élite, utilizzata per promuovere agende che spaziano dalla sorveglianza estesa alla polizia militarizzata, fino al controllo assoluto. Gli autori materiali sono pedine in un gioco molto più grande, in cui i loro atti servono da catalizzatori per politiche che consolidano il potere dei veri burattinai.

Le barricate mancanti su Bourbon Street sono molto più di un fallimento logistico: sono una metafora dello smantellamento deliberato delle protezioni sociali. A New Orleans, Magdeburgo, Berlino e altrove, ogni attacco diventa un pretesto per un maggiore controllo. Il ciclo è prevedibile: creare caos, amplificare la paura e consolidare il potere. I veri architetti non sono gli aggressori, ma le forze che sfruttano questi eventi per accelerare la centralizzazione del controllo, erodere la sovranità e approfondire le fratture sociali.

Questa è la guerra ibrida nella sua forma più pura. Questi attacchi, apparentemente casuali, sono parte di una strategia globale che trasforma la paura in arma. In Europa, eventi come Magdeburgo coincidono con dibattiti su migrazione e identità nazionale, alimentando politiche che concentrano l’autorità nelle mani delle élite tecnocratiche. Negli Stati Uniti, Bourbon Street diventa un ulteriore passo verso la normalizzazione di uno stato di sorveglianza.

Nel 1995, l’attentato di Oklahoma City aprì la strada al Domestic Terrorism Act di Biden, da lui definito il precursore del Patriot Act. Naturalmente, l’11 settembre fornì il pretesto finale per il Patriot Act e lo stato di sorveglianza come lo conosciamo oggi. Qualcuno pensa forse che sia il momento di un altro promemoria? Il progetto è chiaro: sfruttare il caos per implementare misure che altrimenti sarebbero inaccettabili.

Ogni tragedia viene utilizzata per manipolare l’opinione pubblica, spingendola ad accettare la narrazione della propria impotenza. Le barricate che hanno fallito a New Orleans sono come le barriere mentali che ci proteggono dalla manipolazione. E queste barriere vengono sistematicamente smantellate da chi trae massimo profitto dalla nostra paura.

Se non iniziamo a chiederci chi trae vantaggio dal caos, allora forse la prossima tragedia perfettamente sincronizzata è già in calendario. Questa volta, però, non si limiterà a mietere vittime: si prenderà gli ultimi frammenti della nostra libertà, vendutici come prezzo della sicurezza.

Fonte: The Islander (https://t.me/TheIslanderNews)

Subito dopo questa drammatica vicenda è avvenuto a Las Vegas l’esplosione di una auto Tesla carica di fuochi prirotecnici davanti ad un grattacielo di Trump.

Elon Musk appare visibilmente preoccupato. Non immaginavate che lo “Stato profondo” degli Stati Uniti potesse agire in questo modo? Bene, eccolo: spietato, audace e pronto a combattere, sfruttando le agenzie governative come strumenti di autoprotezione.

Le autorità stanno attualmente indagando sull’esplosione e sospettano che possa trattarsi di un attacco terroristico.

In merito alla vicenda su X, Elon Musk, CEO di Tesla, ha dichiarato:
“L’intero gruppo dirigente di Tesla è impegnato nelle indagini. Condivideremo maggiori informazioni non appena avremo un quadro più chiaro. Non abbiamo mai assistito a qualcosa di simile prima d’ora.”

Secondo un funzionario vicino all’indagine, il camion coinvolto nell’esplosione era carico di mortai camuffati da fuochi d’artificio. Ora gli investigatori stanno cercando di comprendere le motivazioni dietro l’accaduto, se l’esplosione sia stata deliberata e cosa abbia spinto il conducente a quel comportamento.

Che qualcuno abbia voluto inviare un messaggio a Trump e a Musk?