#AleppoVictory: il racconto dei testimoni sulla liberazione di Aleppo

 Ho tradotto molti testi nella mia vita, soprattutto nei lunghi anni trascorsi in Siria. Scritti interessanti o anche appassionanti, ma non mi è mai capitato di farlo con la trepidazione che ho provato traducendo le parole del dottor Antaki e di Pierre Le Corf, testimoni infaticabili e coraggiosi della tragedia di Aleppo.

Dopo una lunghissima notte di orrori, negli abitanti di questa città martirizzata sembra rinascere, sebbene con tremore, la fiducia in un nuovo inizio: molto incerto, gravato di tante preoccupazioni. Difficile, ma pur sempre un nuovo inizio, in cui finalmente dovrebbero cominciare a disvelarsi le menzogne, gli inganni, le complicità sciagurate, i delitti perpetrati contro un popolo intero.

Sin dal principio di questa guerra per procura, Ora Pro Siria è stato uno dei pochissimi a denunciarne l’iniquità ed a raccontare le sofferenze dei Siriani. Quando lessi i primi articoli, abitavo in Siria e mi fu di conforto sapere che qualcuno prendeva le parti della verità. Sono quindi molto lieta che queste testimonianze di un momento così importante della vicenda siriana siano raccontate qui.

Maria Antonietta Carta.
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[su_heading style=”modern-1-blue” size=”19″ align=”left”]Il dottor Nabil Antaki ci racconta le speranze e i timori per l’esito della battaglia di Aleppo.[/su_heading]

”Senza voler vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso, oggi le notizie dal fronte di Aleppo sono quasi tutte buone. Quasi, purtroppo.
Due dei quartieri principali nella periferia est (Hanano e Sakhour), che i ribelli-terroristi occupano da quattro anni, sono stati liberati dall’esercito siriano e almeno quattromila nostri concittadini di Aleppo-est, presi in ostaggio, sono riusciti a fuggire con il loro aiuto. Momentaneamente sono al sicuro a Jibrin. Altri sono fuggiti verso Sceikh Maqsud.

Questo per le notizie belle, ma purtroppo ci sono anche due brutte notizie e un timore. Civili che tentavano di fuggire da Aleppo-est sono stati uccisi dai terroristi, che oggi hanno continuato a far piovere colpi di mortaio su Aleppo-ovest. Le vittime di questi attacchi sono dodici. Si sarebbe tentati di dire ”per rappresaglia contro l’avanzata dell’esercito lealista”, se non fosse che noi siamo il bersaglio di questi bombardamenti quotidiani da quattro anni. Adesso, temiamo che i governi occidentali e alcuni organismi chiedano una tregua per ”motivi umanitari” (come hanno fatto con successo in passato) e orchestrino una nuova campagna mediatica per impedire all’esercito dello Stato siriano di portare a termine la liberazione di Aleppo. Infatti, la domanda sulla “catastrofe umanitaria” in Aleppo-est mi è stata già posta oggi dai media, in due interviste telefoniche. La disinformazione continua…”

p.s. Infatti, come temeva il dottor Antaki, e credo molti di noi, puntuale è arrivata dalla Francia una richiesta di riunione immediata del Consiglio di sicurezza dell’ONU. L’Occidente non intende rinunciare alla sua agognata preda.

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[su_heading style=”modern-1-blue” size=”19″ align=”left”]Dal Diario di Pierre Le Corf[/su_heading]

“Cari media, governi, fiancheggiatori etc.: una parte importante della zona orientale di Aleppo è stata liberata, e migliaia di civili sono riusciti a rifugiarsi qui, nella zona ovest. Credetemi, hanno molto da raccontare sugli anni trascorsi con i vostri ‘’ribelli moderati’’.

Ora, è giunto il tempo di scommettere sulla vita e di cessare le strumentalizzazioni. Ora o mai più, poiché il giorno in cui sarà tornata la pace – e tornerà malgrado tutto il vostro accanimento e il vostro denaro – quel giorno voi porterete il marchio indelebile di chi ha ucciso e ha permesso alla morte di falcidiare esistenze prolungando il conflitto, sostenendo e permettendo a dei terroristi di riarmarsi, estendendo i combattimenti, aumentandone la violenza e mantenendo dei civili in ostaggio o utilizzandoli come strumento di propaganda, facendo pressione sull’opinione pubblica sfruttandone l’ignoranza, e creando un circolo vizioso di cause ed effetti.

Voi avete concorso alla distruzione di un Paese e di intere generazioni. Voi avete cancellato un patrimonio di storia e vestigia millenarie. Accendendo o gettando olio nel fuoco, per profitto o inettitudine, avete condannato tante vite, e di alcune molti di noi hanno ancora il sangue indurito nei vestiti.

I civili continuano a fuggire ed hanno tante storie da raccontare, come quelle di coloro che sono fuggiti nel corso di questi ultimi anni, e che io ho condiviso in questi mesi. Parlano di jihadismo, di imprigionamenti, di torture, di rapine, di schiavitù, di racket, di decapitazioni, e non vado oltre…
Mi direte che tutti i libri di storia e di geografia sono stati scritti col sangue, ma le nostre testimonianze non vi permetteranno di scrivere questa storia alla vostra maniera.

Per mostrarvi ciò che accade e per far cambiare le cose sono molti coloro che hanno rischiato la vita, e molti sono morti e se io, se noi restiamo in vita, questo marchio verremo a tatuarvelo di persona. Benché i razzi continuino a pioverci addosso, la fine è vicina. Lo spero. Adesso o mai più. ”

Pierre Le Corf
  traduzione di Maria Antonietta Carta

fonte: Ora Pro Siria

 

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