Dove sono andate a finire le mascherine che i paesi europei lamentano di non avere? Beh almeno un buon quantitativo è andato in Siria, regalato ai terroristi.
Una fonte di prima mano Francesco Votta editor di una pagina che si occupa di Siria, mi ha gentilmente fornito il reportage fotografico che pubblico qui di seguito quasi integralmente: le foto sono state scattate intorno al 20 di marzo 2020 nella zona dell’autostrada M5, appena riconquistata dall’esercito siriano.
Queste foto che mostrano una struttura medica di Hayat Tharir al Sham – ovvero al Qaeda in Siria – svelano un altro di quegli episodi di cui i nostri leader dovrebbero vergognarsi: mentre tutta l’Europa dice di essere a corto di mascherine, poco prima ne aveva mandate in quantità ai ‘ribelli’ siriani’. Così qui da noi i media mainstream usano chiamare i terroristi tagliagole radicali che vogliono stabilire un califfato in Idlib, sotto le linee guida di al Qaeda.
Adesso i nostri politici ci chiedono sacrifici per il coronavirus ma non dimentichiamoci che questo è il loro operare. E si intende responsabilità italiana inclusa, giacché nelle foto si notano benissimo che le maschere antigas, sono state prodotte in Italia.
Avessero avuto almeno la compiacenza di tacere, ma non lo hanno fatto: alcuni giorni fa Francia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti, hanno fatto una dichiarazione congiunta per commemorare l’anniversario della ‘rivoluzione siriana’ ovvero il tentativo di compiere il ‘regime change’ di un paese laico a favore di un governo che non darebbe nemmeno una costituzione ai propri sudditi.
Ora godiamoci questo squallore, questa cattiveria che raggiunge il suo apice nel mantenere le inique sanzioni ed affamare un intero popolo, quello stesso popolo che si finge di piangere quando muore un bambino ma a patto che quel bambino sia dalla parte giusta della barricata.
Ovviamente il conflitto cesserà quando cesserà la protervia dei nostri paesi democratici che mantengono la democrazia a casa loro con i loro metodi mentre all’estero danno vita alle guerre ‘per responsibilità di proteggere‘, peccato che nessuno di quei paesi è sopravvissuto alle loro amorevoli cure.
E’ inutile dire che quello che vede è solo la punta dell’iceberg della quantità di armi e materiali che i terroristi hanno ricevuto per lunghi anni dagli Stati Uniti e dall’occidente. Senza, il conflitto sarebbe finito da un pezzo. Molte vite sarebbero state risparmiate ed il paese avrebbe già raggiunto ciò cui aspira ancora che è ciò per cui l’esercito siriano ed il governo lotta ancora oggi: la pace, la sovranità e la riconciliazione del paese.
Naturalmente, l’occidente non ha mandato solo mascherine.
Ecco infatti di seguito alcuni altri post che vertono soprattutto degli ‘articoli dono’ di cui precedentemente ci siano occupati. Tra questi naturalmente, l’articolo preferito dei ‘terroristi moderati’, sono le armi.
Qui si mostrano indizi inquietanti per cui si intravvede il supporto occidentale ed italiano , fornito al gruppo Hayat Tharir al Sham, ovvero ad al Qaeda in Siria.
E’ una vicenda, l’ultima di una lunga serie, su cui bisognerebbe indagare ulteriormente, per appurare l’intera linea di comando e rifornimento.
E’ per questo che i giorni che stiamo vivendo che vedono anche me strenuo difensore della necessità di rimanere a casa, non ci può lasciare quieti.
Perché il modo di operare comune dei nostri leader segue altre logiche.
Riporto qui di seguito qualche link ai numerosi articoli fatti in precedenza; qualora qualcuno di voi, cari lettori , desiderasse approfondire:
Al Qaeda in una intervista riconosce di comandare tutte le formazioni ribelli in Idlib
Dalla Turchia con i convogli umanitari transitano in Siria armi e logistica per i terroristi
Tutta la verità sulle armi mandate ai terroristi in Siria tramite i voli diplomatici
Il capo dell’esercito israeliano (IDF) riconosce che Israele ha fornito armi ai militanti siriani
Deputato USA Tulsi Gabbard: “Non ci sono ribelli moderati in Siria”
ISIS: armi americane trovate nell’ultimo rifugio dei terroristi
Sulle false flag delle armi chimiche per Idlib
Documento Dipartimento degli Stati Uniti: “Il modo migliore per aiutare Israele è rovesciare Assad”
La pubblicazione del seguente reportage fotografico è stata autorizzata dagli interessati. Si ringrazia Francesco Votta, la Guardia Repubblicana, ed in particolare Ammar Amhad e suo fratello Ali.
patrizioricci by @vietatoparlare