Draghi, per far approvare la Riforma-Cartabia disse ‘ce lo chiede la UE ‘, ma non è vero….

La riforma Cartabia è stata duramente criticata dalla UE sulla Relazione sullo Stato di diritto 2022, il documento annuale redatto dalla Commissione di Bruxelles. Precedentemente Draghi era riuscito a farla passare dicendo in Parlamento che la sua approvazione era un requisito della UE per la concessione dei prestiti Covid.

di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)

E meno male che tutti, stampa main-stream e Draghi in prima fila, ci dicevano che la Riforma-Cartabia era quello che l’Europa voleva per farci accedere ai fondi del PNRR.

Eravamo esattamente ad un anno fa, quando il nostro premier nel suo giorno più difficile da quando è a palazzo Chigi (prima di quello odierno, si intende), non si fece fermare dalle minacce e dalla rivolta dei 5Stelle.

«Il presidente è andato avanti non per indifferenza verso il M5S», riferì allora una fonte vicina al premier, «ma perché la riforma della Giustizia è indispensabile per l’attuazione del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza: ce la chiede la Commissione europea. Senza, non arriverebbero i soldi del Recovery Fund. Ma ora sulla giustizia l’Italia volta pagina. Draghi ha fatto un miracolo politico». [1]

Quello fu il giorno più lungo del presidente del Consiglio cominciato alle 8.30 del mattino e che di fronte alle resistenze dei cinquestelle, lo portò a fine serata a sbottare in maniera decisa: «mi appello al vostro senso di responsabilità, è una riforma legata al Pnrr, fondamentale per il Paese. Questa è una maggioranza eterogenea e servono compromessi. Chiedo adesso compattezza nei passaggi parlamentari. Nessuno pensi di poter avere le mani libere». Poi, facendo riprendere la riunione, il premier ringraziò Cartabia «per questo bel testo» e chiese «lealtà» e domandò ai ministri: «C’è il vostro sostegno unanime e convinto alla riforma del processo penale?». Tutti zitti. Nessuna obiezione. [1 ibidem]

È passato un anno da allora e nel mezzo ci sono state le forti prese di posizione contrarie alla riforma, di magistrati autorevoli, quali Gratteri e Di Matteo ed il referendum farsa da dare in pasto al “popolino” per far credere loro che l’Italia sia ancora un paese democratico.

Bene, anzi male, oggi arrivano le durissime considerazioni che la Commissione europea ha inserito nel capitolo dedicato all’Italia della Relazione sullo Stato di diritto 2022, il documento annuale che analizza – tra le altre cose – gli sviluppi dei sistemi giudiziari degli Stati membri, formulando da quest’anno anche raccomandazioni specifiche.

In pratica e contrariamente a quanto fattoci credere da Draghi, Bruxelles boccia gli aspetti più contestati delle due riforme firmate dalla Guardasigilli del governo Draghi, su cui in Italia avevano lanciato l’allarme – inascoltati – sia il Movimento 5 stelle che l’Associazione nazionale magistrati e il Consiglio superiore della magistratura.

Nel documento si legge che la riforma del processo penale di Marta Cartabia può mettere a rischio “l’effettività del sistema giudiziario” e sarà necessario “uno stretto monitoraggio per assicurare che i processi per corruzione non si interrompano automaticamente in grado d’appello”. Mentre quella dell’ordinamento giudiziario “rischia di comportare indebite influenze sull’indipendenza dei giudici“. [2]

Della serie “il diavolo fa le pentole ma non i coperchi”, Caro Mr Draghi, la relazione mette in piena evidenza la contraddittorietà delle motivazioni con le quali il nostro premier spingeva (evidentemente per volontà di poteri profondi), per far approvare in tutta fretta la riforma. Dice la relazione: La riforma del processo penale è una di quelle “adottate in base agli impegni presi dall’Italia nell’ambito del Piano di ripresa e resilienza, mirata a migliorare la qualità e l’efficienza del sistema giudiziario”. Invece rischia di far perdere punti al nostro Paese sul piano dell’efficacia della repressione dei reati e del rispetto della separazione dei poteri.

Guarda caso sono gli stessi punti evidenziati con forza e preoccupazione da Di Matteo e Gratteri, e guarda caso punti che sono a vantaggio di chi delinque soprattutto, (per quanto interessa ai politici) riguardo ai reati di corruzione ed al poter continuare ad influenzare giudici e magistrati, secondo l’attuale “Sistema di Potere” ben descritto dal “Buscetta dei magistrati” al secolo Luca Palamara.

Come tutti noi ormai sappiamo, nostro malgrado, la nuova legge, approvata a settembre 2021, introduce il contestato meccanismo dell’improcedibilità che fa estinguere i processi penali dopo due anni in grado d’Appello e un anno in Cassazione (con eccezioni per reati particolarmente gravi e un periodo transitorio di quattro anni in cui i termini sono allungati).

Guarda caso, tra i reati più gravi non rientrano quelli per corruzione e questo lo evidenzia anche Bruxelles: “le nuove norme richiedono uno stretto monitoraggio per assicurare che l’effettività del sistema giudiziario sia mantenuta. La riforma – ricorda ancora Bruxelles – include previsioni, applicabili ai reati commessi dopo il 1° gennaio 2020, che introducono limiti temporali massimi per concludere i processi in Corte d’Appello e Corte di Cassazione, altrimenti il caso verrà archiviato”. E “i processi per corruzione sono tra quelli che in appello si estingueranno automaticamente dopo due anni. L’entrata in vigore della riforma richiederà quindi una stretta sorveglianza in relazione alla lotta alla corruzione, in particolare nel grado d’appello”, si avverte nelle raccomandazioni finali

l’effettività del sistema giudiziario richiede uno stretto monitoraggio a livello nazionale per assicurare un giusto bilanciamento tra le nuove norme e il diritto alla difesa, i diritti delle vittime e l’interesse del pubblico a un sistema penale efficiente”.

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La Commissione ha parole dure anche sulla Riforma del Consiglio Superiore della Magistratura, che desta loro forti preoccupazioni sul fatto che alcune norme possano comportare un’indebita influenza sui giudici: “Il combinato disposto delle nuove norme potrebbe portare a dipendenze che rischiano di comportare indebite influenze sull’indipendenza dei giudici”, avverte. Ricordando che “in base agli standard europei, la ricerca di una maggiore efficienza non dovrebbe compromettere l’indipendenza del potere giudiziario“.

Insomma, come il sottoscritto ha più volte evidenziato, l’intenzione di Draghi in riferimento alla giustizia non è quella di azzerare il “Sistema” attuale che vede la gran parte di magistrati e politici -in perfetta simbiosi trasversale nel rispetto dei doveri di fratellanza ed appartenenza- da anni decidere sui destini e le vite di chi incappa nelle maglie della giustizia ma bensì il suo intento, chiaramente manifestato con questa riforma, è quello di rendere ancora più impunita “la Casta” e piegare al sistema gli ultimi magistrati onesti rimasti.

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Nel sommario la relazione ricorda anche che nel nostro Paese “diverse proposte di legge volte a rafforzare la prevenzione della corruzione sono ancora sospese”, citando la legge sulle lobby ferma al Senato dopo l’approvazione alla Camera, il progetto di legge sul conflitto di interessi e il mancato recepimento della direttiva europea sul whistleblowing.

Anche la UE ha quindi smascherato Draghi ed i poteri di casa nostra, di cui lui avrebbe il compito di difenderne gli interessi. . Da tre decadi nel nostro paese il mantra “ce lo chiede l’Europa”, viene usato, ad uso e consumo dell’élite, per far accettare al popolo italiano le peggiori nefandezze.

Come vedete in questo caso, pur di fare quello che fa comodo a qualcuno, certamente non abbiamo seguito i dettami di Bruxelles.  Allora perché non facciamo lo stesso con la moneta euro?

E’ ora di rendersi conto che, dentro l’eurosistema, ci tiene il nostro “deep state” e non i tedeschi!

di Megas Alexandros

Fonte: la UE boccia la riforma cartabia….. Draghi ed i poteri che difende ci volevano ingannare ancora – Megas Alexandros

NOTE

[1] Giustizia, riforma sofferta. Draghi: «Ora serve lealtà». In cdm l’intesa sulla prescrizione – Il Mattino.it

[2] Giustizia, l’allarme Ue: “Con le riforme Cartabia a rischio i processi per corruzione e l’indipendenza dei giudici. Serve stretto monitoraggio” – Il Fatto Quotidiano

tramite don Chisciotte

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