Il recente annuncio dei cinque cardinali, Raymond Leo Burke, Walter Brandmüller, Robert Sarah, Joseph Zen Ze-kiun e Juan Sandoval Íñiguez, riguardo ai “Dubia” presentati a Papa Francesco ha suscitato un significativo interesse all’interno della Chiesa Cattolica.
I suddetti cardinali hanno reso pubbliche importanti questioni su punti chiave della dottrina e della disciplina della Chiesa, ma il Papa non ha risposto in conformità di quanto è prescritto dal codice canonico, cosicchè i 5 cardinali hanno riproposto, riformulando, i suddetti ‘dubia’
Per maggiori informazioni QUI il sito di Magister. Ovviamente, si tratta di una notizia che agita profondamente il mondo cattolico in vista del Sinodo che inizierà tra due giorni:
- Cinque nuovi Dubia da parte di altrettanti cardinali (BURKE, SARAH, ZEN, BRANDMÜLLER, SANDOVAL ÍÑIGUEZ),
- una risposta del Santo Padre giudicata insoddisfacente e generica a questi Dubia,
- una replica dettagliata dei cardinali con una riformulazione tecnica dei Dubia (ai quali non è stata data risposta), obbligando così il Papa a rispondere con un “sì” o un “no”,
- e infine, una Notifica (comunicazione ufficiale di oggi da parte dei cardinali) a tutti i fedeli sulle questioni sollevate e sulla serietà degli errori dottrinali temuti come possibile risultato del Sinodo, con crescente preoccupazione da parte dei cardinali.
Di seguito, riportiamo i testi completi:
I Dubia originali (datati 10 luglio) in italiano con traduzioni in inglese, francese, tedesco, polacco, portoghese e spagnolo:
1° Dubium riguardante l’affermazione che la Divina Rivelazione debba essere reinterpretata in base ai cambiamenti culturali e antropologici contemporanei.
Dopo alcune affermazioni di vescovi che non sono state corrette o ritrattate, chiediamo se la Divina Rivelazione nella Chiesa debba essere reinterpretata secondo i cambiamenti culturali contemporanei e la nuova visione antropologica che questi cambiamenti promuovono. Oppure, se la Divina Rivelazione rimanga vincolante per sempre, immutabile e, quindi, non possa essere contraddetta, secondo il Concilio Vaticano II, che richiede “l’obbedienza della fede” a Dio, rivelatore, e stabilisce che “tutto ciò che è stato rivelato per la salvezza di tutti deve rimanere per sempre integro” e “trasmesse a tutte le generazioni”.
2° Dubium riguardante l’affermazione che la pratica diffusa della benedizione delle unioni tra persone dello stesso sesso sia in accordo con la Rivelazione e il Magistero (CCC 2357).
In base alla Divina Rivelazione, attestata nella Sacra Scrittura, che afferma che Dio creò l’uomo a sua immagine, maschio e femmina li creò, e li benedisse affinché fossero fecondi, si chiede se la Chiesa possa derogare da questo principio, considerandolo solo come un ideale e accettando situazioni oggettivamente peccaminose, come le unioni tra persone dello stesso sesso, senza andare contro la dottrina rivelata.
3° Dubium riguardante l’affermazione che la sinodalità sia una “dimensione costitutiva della Chiesa” (Cost.Ap. Episcopalis Communio 6), sostenendo che la Chiesa sia naturalmente sinodale.
Dato che il Sinodo dei vescovi non rappresenta il collegio episcopale, ma è un mero organo consultivo del Papa, si chiede se la sinodalità possa diventare il criterio regolativo supremo per il governo permanente della Chiesa, senza stravolgere la sua costituzione voluta da Gesù, in cui l’autorità suprema della Chiesa è esercitata dal Papa e dal collegio dei vescovi con lui.
4° Dubium riguardante il supporto di pastori e teologi alla teoria che la “teologia della Chiesa è cambiata”, consentendo l’ordinazione sacerdotale delle donne.
In seguito affermazioni di alcuni prelati secondo cui il Vaticano II avrebbe cambiato la teologia della Chiesa e il significato della Messa, si chiede se rimanga valido il dettato del Concilio Vaticano II, che distingue il sacerdozio comune dei fedeli e quello ministeriale. Si chiede inoltre se l’insegnamento di San Giovanni Paolo II in Ordinatio Sacerdotalis, che afferma l’impossibilità di ordinare donne, rimanga valido e non soggetto a cambiamenti.
5° Dubium riguardante l’affermazione che “il perdono è un diritto umano” e l’insistenza del Santo Padre sul dovere di assolvere sempre e tutti, senza richiedere il pentimento come condizione necessaria per l’assoluzione sacramentale.
Si chiede se rimanga valido l’insegnamento del Concilio di Trento che richiede la contrizione del penitente per la validità della confessione sacramentale, cosicché il sacerdote debba rimandare l’assoluzione quando questa condizione non sia adempiuta.
LA LETTERA DI RISPOSTA DEL PAPA
La Lettera di risposta di Papa Francesco (datata 11 luglio e indirizzata solo ai cardinali BURKE e BRANDMÜLLER), è stata resa pubblica da VATICANNEWS e integralmente dal blog di Sabino Paciolla.
RIFORMULAZIONE DEI DUBIA
Dopo la risposta del Santo Padre, ritenuta elusiva e parziale, i cardinali hanno riformulato i DUBIA (datati 22 luglio, inviati il 21 agosto) in italiano con traduzioni in inglese, francese, tedesco, polacco, portoghese, e spagnolo:
1. Vostra Santità insiste sul fatto che la Chiesa può approfondire la sua comprensione del deposito della fede. È possibile che la Chiesa insegni oggi dottrine contrarie a quelle che in precedenza ha insegnato in materia di fede e di morale, sia da parte del Papa ex cathedra, sia nelle definizioni di un Concilio ecumenico, sia nel magistero ordinario universale dei vescovi sparsi nel mondo?
2. È possibile che in alcune circostanze un pastore possa benedire unioni tra persone omosessuali, lasciando intendere che il comportamento omosessuale non sia contrario alla legge di Dio e al cammino della persona verso Dio? È ancora valido l’insegnamento del magistero ordinario universale secondo cui ogni atto sessuale fuori dal matrimonio, in particolare gli atti omosessuali, costituisce un peccato oggettivamente grave?
3. Il Sinodo dei Vescovi che si terrà a Roma e che include solo una rappresentanza scelta di pastori e di fedeli, eserciterà, nelle questioni dottrinali o pastorali su cui sarà chiamato ad esprimersi, la Suprema Autorità della Chiesa, che spetta esclusivamente al Romano Pontefice e, una cum capite suo, al Collegio dei Vescovi?
4. La Chiesa potrebbe in futuro avere la facoltà di conferire l’ordinazione sacerdotale alle donne, contraddicendo così che la riserva esclusiva di questo sacramento ai battezzati di sesso maschile appartenga alla sostanza stessa del Sacramento dell’Ordine, che la Chiesa non può cambiare?
5. Può ricevere validamente l’assoluzione sacramentale un penitente che, pur ammettendo un peccato, si rifiutasse di fare, in qualunque modo, il proposito di non commetterlo di nuovo?
Notifica (datata oggi, 2 ottobre) dei Dubia e dei Dubia riformulati ai Christifideles nella versione originale italiana con traduzioni in inglese, francese, tedesco, polacco, portoghese, e spagnolo:
Notifica ai fedeli laici (can. 212 § 3) sui dubia presentati a Papa Francesco
Fratelli e sorelle in Cristo,
Noi, membri del Sacro Collegio Cardinalizio, avendo presente il dovere di tutti i fedeli “di manifestare ai sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa” (can. 212 § 3) e, soprattutto, avendo presente la responsabilità dei Cardinali che “assistono il Romano Pontefice … come singoli … nella cura soprattutto quotidiana della Chiesa universale” (can. 349), considerate varie dichiarazioni di alcuni alti Prelati inerenti alla celebrazione del prossimo Sinodo dei Vescovi, palesemente contrarie alla costante dottrina e disciplina della Chiesa, e che hanno generato e continuano a generare tra i fedeli e in altre persone di buona volontà grande confusione e la caduta in errore, abbiamo manifestato la nostra profondissima preoccupazione al Romano Pontefice.
Ricorrendo alla provata prassi della sottomissione di dubia [domande] ad un superiore per fornirgli l’occasione di chiarire, attraverso i suoi responsa [risposte], la dottrina e la disciplina della Chiesa, con la nostra lettera del 10 luglio 2023 abbiamo sottomesso a Papa Francesco cinque dubia. Papa Francesco ci ha risposto con lettera dell’11 luglio 2023.
Avendo studiato detta lettera, che non ha seguito la prassi dei responsa ad dubia [risposte a domande], abbiamo riformulato i dubia per suscitare una risposta chiara, basata sulla perenne dottrina e disciplina della Chiesa. Con la nostra lettera del 21 agosto 2023, noi abbiamo presentato al Romano Pontefice i riformulati dubia, di cui è allegata una copia. Finora non abbiamo ricevuto risposta.
Data la gravità della materia dei dubia, specialmente in vista della predetta imminente sessione del Sinodo dei Vescovi, abbiamo giudicato che è nostro dovere informarvi, fedeli (can. 212 § 3), affinché non siate soggetti a confusione, errore e scoraggiamento. Vi invitiamo a pregare per la Chiesa universale e, in particolare, per il Romano Pontefice, affinché il Vangelo sia insegnato sempre più chiaramente e seguito sempre più fedelmente.
Vostri in Cristo,
Walter Card. Brandmüller
Raymond Leo Card. Burke
Juan Card. Sandoval Íñiguez
Robert Card. Sarah
Joseph Card. Zen Ze-kiun
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fine citazione
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La possibilità per un cardinale della Chiesa Cattolica di presentare al Papa un “dubia” è contemplata nell’ordinamento della Chiesa attraverso un processo specifico. Ecco come avviene:
- Il Concetto di “Dubia”: “Dubia” è il termine latino che significa “dubbi” o “questioni”. In questo contesto, si riferisce a quesiti dottrinali o teologici controversi che richiedono un chiarimento ufficiale.
- Chi può presentare un “Dubia”: In genere, i cardinali della Chiesa Cattolica possono presentare “Dubia” al Papa. Questi cardinali sono solitamente esperti di teologia e dottrina e possono farlo per cercare una risposta ufficiale o una dichiarazione da parte del Papa.
- Il Processo: Il processo per presentare un “Dubia” al Papa di solito implica la scrittura di una lettera formale in cui i cardinali espongono la questione o il dubbio specifico sulla dottrina o la teologia. Questa lettera viene poi consegnata al Papa attraverso canali ecclesiastici appropriati.
- La Risposta del Papa: Il Papa può decidere se rispondere al “Dubia” e, se lo fa, fornire una risposta ufficiale attraverso una dichiarazione o una lettera. Questa risposta è considerata autorevole all’interno della Chiesa Cattolica e serve a chiarire la posizione ufficiale su una questione teologica o dottrinale controversa.
Le serie di domande, o dubia, presentate dai cardinali esprimono preoccupazioni fondamentali e questioni dottrinali significative all’interno della Chiesa cattolica. Per fornire una valutazione dottrinale, è importante notare che la dottrina della Chiesa cattolica è basata su insegnamenti, dogmi e principi stabiliti nel corso dei secoli attraverso la Scrittura, la Tradizione e il Magistero. Quindi le domande dei cardinali sono congrue alla luce della dottrina.
Sulla prima domanda (Reinterpretazione della Rivelazione): La dottrina cattolica afferma che la Rivelazione divina è definitiva e immutabile. Tuttavia, negli ultimi tempi, ci sono state discussioni sull’adattamento dell’insegnamento della Chiesa ai cambiamenti culturali e antropologici. La questione sollevata dai cardinali è pertinente, poiché tocca la questione dell’interpretazione della Rivelazione e della sua immutabilità. La dottrina cattolica enfatizza che la Rivelazione è vincolante per sempre.
Sulla seconda domanda (Benedizioni delle unioni tra persone dello stesso sesso): La posizione della Chiesa cattolica sulla sessualità è ben definita e si basa su insegnamenti biblici e dottrinali. Le domande sollevate riguardo alla benedizione delle unioni tra persone dello stesso sesso affrontano direttamente questa dottrina e sollevano questioni valide sul rapporto tra la Chiesa e le questioni LGBTQ+. La dottrina attuale della Chiesa non sostiene tali benedizioni.
Sulla terza domanda (Sinodalità): La sinodalità è un concetto importante, ma deve essere compresa in modo appropriato in linea con la struttura e l’autorità della Chiesa. La domanda dei 5 cardinali su questo tema è rilevante, poiché affronta la questione della governance all’interno della Chiesa e l’equilibrio tra l’autorità del Papa e quella dei vescovi.
Sulla quarta domanda (Ordinazione sacerdotale delle donne): La Chiesa ha affermato in modo definitivo che l’ordinazione sacerdotale delle donne non è possibile. La quarta domanda riguarda questa questione e solleva interrogativi sulla continuità dell’insegnamento cattolico. La dottrina anche in questo caso è chiara nell’affermare che solo gli uomini possono essere ordinati sacerdoti.
Sulla quinta domanda (Assoluzione sacramentale senza contrizione): La questione dell’assoluzione sacramentale senza contrizione è rilevante per la comprensione del sacramento della confessione. La dottrina cattolica insegna che la contrizione è necessaria per ricevere validamente l’assoluzione sacramentale. Le domande sui diritti umani e l’assoluzione sollevano interrogativi sulla comprensione di queste verità dottrinali.
In definitiva, le domande dei cardinali sollevano questioni significative e complesse all’interno della dottrina cattolica. La risposta dottrinale a ciascuna di queste domande richiede un’analisi approfondita e deve essere affrontata dal Magistero della Chiesa. Certamente le questioni trattate sono scottanti se si considera che indubbiamente il solco in cui si inseriscono è molto più vasto e spesso doloroso. CI sono una pluralità di questioni, anche sul piano della pastorale e delle consuetudini nascenti, che generano disorientamento.
Ma da quale evidenza nascono queste domande presentate dai cardinali?
Appare come se la chiesa inseguisse il mondo e, addirittura, si adattasse alle agende dell’ONU e delle organizzazioni globaliste, di cui il popolo stesso è spesso succube.
In questa prospettiva, non si tratta di un “popolo in evoluzione” e di una Chiesa che “si adegua ai tempi”, ma piuttosto di un popolo sotto attacco, privo di difese adeguate.
Perciò dato che il contesto è questo, spero che l’affrontare questa questione non sia una ulteriore occasione per creare ulteriori divisioni tra due fazioni opposte, da un lato gli “indietristi” (come ha definito il Papa una parte del Popolo di Dio) e dall’altro i “modernisti” (con una simile fraseologia il dialogo entra in sofferenza prima di cominciare). Invece, auspico che da questa situazione possa emergere un’opportunità per una maggiore Unità. L’unico modo per raggiungerla è Cristo.