di Eleonora Degano
Il 1 giugno 2020 il governo della Repubblica Democratica del Congo ha annunciato una nuova epidemia di ebola in corso nella provincia di Équateur, epicentro a Mbandaka; succede in un momento difficile, non solo per la pandemia di Covid-19 attualmente in corso ma perché il paese sta anche affrontando l’epidemia di morbillo più grave al mondo. A partire dal 2019 sono stati registrati quasi 370.000 casi e oltre 6.700 morti, nonostante la massiva campagna per le vaccinazioni nel paese. Come se non bastasse, la dichiarazione dell’11esima epidemia di ebola arriva proprio mentre sembrava giunta la fase finale per quella precedente, nell’area orientale.
I casi di ebola confermati al 1 giugno erano sei, riportano le autorità sanitarie, con quattro morti e due persone attualmente in cura. Solo per tre dei pazienti la diagnosi è stata confermata da test di laboratorio, ma con l’attivazione dei servizi di monitoraggio è probabile che i numeri aumenteranno nel prossimo periodo. Il Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ne ha approfittato per dire che seppur gli occhi del mondo siano puntati sul Covid-19, sono in corso – e vengono monitorate – molte altre emergenze sanitarie.
Negli ultimi anni, dopo l’epidemia del 2018 in particolare, l’OMS ha intensificato la capacità della RDC di far fronte alle epidemie di ebola – quella appena dichiarata è l’11esima dalla scoperta del virus nel 1976, quando i primi casi apparirono a Yambuku, nel Nord dell’allora Zaire – lavorando insieme ai CDC africani e alle autorità sanitarie locali.
Per questa epidemia è necessario agire rapidamente, ha sottolineato Matshidiso Moeti, Direttore Regionale OMS per l’Africa, perché è nata in un territorio altamente connesso con i paesi vicini. Dichiarata l’epidemia, è arrivato sul posto un team OMS di 25 persone. La decima epidemia, tutt’ora formalmente in corso, è localizzata tra North Kivu, South Kivu e le provincie di Ituri. Dichiarata il 1 agosto 2018, da allora sono stati confermati oltre 3.300 casi e sono morte quasi 2.300 persone.
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