Biden afferma che gli Stati Uniti “risponderebbero” alla Russia se Putin utilizzasse armi chimiche o biologiche
Il presidente USA Biden: “Risponderemo se la Russia usasse le armi chimiche“. Quindi le armi chimiche non sono state usate, ma la minaccia arriva prima per preparare la risposta, succede così. Il presidente ha parlato dopo una maratona di incontri al vertice con l’Unione Europea, i partner del G-7 e gli alleati della NATO.
Lo abbiamo visto già in Siria. Prima c’è l’avvertimento. Poi, immancabilmente, il ‘fattaccio’ avviene. In Siria, spesso le armi chimiche sono state usate dagli antigovernativi come messinscena per suscitare l’intervento dell’occidente. Se n’è accorta Carla del Ponte di una apposita Commissione Onu e una semplice suora che ha fatto un report e si è presa la briga di mostrare che a Ghouta i bambini morti erano stati rapiti: prelevati da un’altra località e poi messi in mostra per ciniche foto opportunity a favore dei media per incolpare Assad. Fragili prove anche per il prestigioso e pluripremiato giornalista Robert Fisk nel caso dell’attacco chimico a Douma, ma anche in questo caso le sue evidenze non sono servite ugualmente. Lo hanno mostrato gli stessi ispettori della OPCW, ma anche in questo caso sono stati zittiti.
Il presidente Joe Biden ha dichiarato giovedì che la NATO risponderebbe se la Russia utilizzasse armi di distruzione di massa in Ucraina. “Risponderemo se le usa”, ha detto Biden, riferendosi al presidente russo Vladimir Putin. “La natura della risposta dipende dalle circostanze dell’uso.” The Wall Street Journal
Quindi, è plausibile che lo scenario si riproponga con le truppe russe in Ucraina. Avverrà come sempre per ottenere il pretesto per un intervento, al fine di indebolire l’operazione militare in corso. Basta che si decida di passare all’azione. Non per nulla per imbastire queste accuse si è citato come precedente la Siria: “Non abbiamo indicazioni sull’imminente uso di armi chimiche o biologiche da parte della Federazione Russa. D’altra parte abbiamo indicazioni su una retorica usata in Siria, accusando falsamente Ucraina e alleati americani di presumibilmente avere un laboratorio biologico – esattamente la ricetta usato dai russi in Siria“, ha detto il vice segretario generale della NATO Mircea Geoana.
Già il 9 marzo gli USA hanno accusato la Russia di preparare attacchi chimici per trovare la scusa di prolungare la campagna militare in Ucraina. Ma la Russia ha fatto la stessa cosa con Kiev il 7 marzo. È questa accusa che Geona ha citato. Per quanto sia difficile crederlo ma – come vedremo successivamente – l’accusa USA si basa esclusivamente su questi due punti:
1) la Russia ha accusato spesso di false flag i gruppi terroristici di Idlib (Siria);
2) la Russia ha accusato l’Ucraina il 7 di marzo in sede ONU di avere in preparazione false flag chimiche.
Quindi accuse reciproche, ma quelle russe si basano su elementi fattuali, quelle USA sulle accuse russe. Ci sono poi delle differenze: delle accuse russe se ne è parlato molto poco, anche se la Russia ha convocato il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ed ha mostrato elementi di prova circostanziate.
Lo so, potrà sembrare astruso ma gli USA basano le loro accuse odierne proprio sul fatto che la Russia ha lanciato quell’allarme:
“Non vediamo un rischio imminente, ma vediamo dei passi preliminari nella comunicazione pubblica che la Russia ha fatto in passato, ed è per questo che abbiamo deciso di parlare chiaramente, come abbiamo parlato chiaramente qualche mese fa, del fatto che noi aveva informazioni che la Russia avrebbe attaccato l’Ucraina. Fa anche parte della comunicazione strategica che abbiamo deciso di utilizzare oggi“, ha affermato il vice segretario generale della NATO Mircea Geoan.
Quindi l’accusa non si basa su prove concrete, ma sono state sollevate per il solo fatto che Mosca ha avvertito di aver registrato una preparazione ad una messinscena chimica da parte delle forze ucraine.
Le accuse della NATO confliggono anche con un’altra evidenza: in questa guerra la Russia ha costantemente l’iniziativa ed è determinata a proseguire fino al raggiungimento degli obiettivi. Non ha affatto bisogno di una ulteriore motivazione. E tra l’altro ben sa che qualunque motivazione presentasse, non sarebbe accolta dall’occidente come vera.
Quindi, sorge una seria domanda sul realismo delle accuse. Ma questa è un tipo di domanda che raramente un giornalista fa in conferenza stampa. Tantomeno alle riunioni di vertice i capi di stato si sollevano queste semplici obiezioni. Oggi a Bruxelles all’unanimità la nostra leadership ha detto che è importante l’unità e, purtroppo, si tratta di questo genere di unità. Ciò vuol dire che la motivazione usata per la guerra in Iraq potrebbe essere rimessa in campo e riuscire ancora.
Cui Prodest?
Riflettiamo allo scenario siriano. In Siria, era una situazione molto diversa. Lì c’era un esercito – quello siriano – in difficoltà contro l’ISIS e centinaia di migliaia di milizie radicali. Solo l’intervento russo è riuscito a riprendere le fila del conflitto. Ma in questo caso, stiamo parlando della Russia. Stiamo parlando di un paese con un arsenale convenzionale immenso. Che bisogno avrebbe Mosca di usare le armi chimiche? E per di più in un territorio vasto come quello dell’Ucraina, dove le più grandi battaglie sono di mobilità oppure nei centri abitati, L’esercito russo potrebbe usare armi chimiche solo nei centri abitati. Forse li userebbe per stanare quelli del btg Azov asserragliati nei centri abitati?
Non credo. Soprassedendo sull’importante questione della non impiegabilità di armi chimiche sugli scenari di guerra estesa, anche prestigiosi istituti di politica internazionale, hanno riconosciuto che le forze russe si autolimitano nell’ usare le stesse armi convenzionali più micidiali del proprio arsenale. Questo a ragione del fatto che il Cremlino ha messo al primo posto la salvaguardia dei civili a discapito dell’economia delle truppe. L’esigenza della Russia di conservare una popolazione leale si è dimostrata più forte di qualsiasi considerazione strategica.
Inoltre,, usare armi chimiche con ostilità internazionale così diffusa e così forte (che addirittura avvisa in anticipo quello che farà), è ritenere il nemico veramente idiota ed autolesionista.
L’ipotesi di utilizzo di armi chimiche è semplicemente in contraddizione con queste evidenze.
Quindi l’avviso di Biden è illogico e non coerente con la realtà. Ma è pur vero che la logica da tempo non è richiesta in certi ambiti. Gli organismi autoreferenziali si appoggiano ad altri organismi mondiali sovranazionali autoreferenziali. Ognuno fa da garante della veridicità dell’altro, come le matrioske russe. Ed alla fine gli Stati Uniti ottengono sempre il supporto che vogliono, testimone ne è la famosa fialetta contenente il finto aggressivo biologico nelle mani Colin Powel.
Avremmo dovuto imparare la lezione ma non l’abbiamo fatto. E la nostra assenza permette di ripetere tutto il gioco, ogni volta sin dall’inizio.
La Federazione russa aveva avvisato per prima della preparazione di false flag chimiche
La Federazione russa già il 7 marzo, aveva avvisato in sede ONU della preparazione di una messinscena con armi chimiche da parte delle forze ucraine per poi accusare la Russia. Un tentativo è già avvenuto vicino Sumy con un deposito di ammoniaca, in quel caso i russi sono riusciti ad evitare il peggio.
Inoltre, se si parla di grossi quantitativi di armi chimiche la Russia ha aderito al Trattato di distruzione delle armi chimiche e ha adempiuto da tempo agli obblighi di eliminarle completamente. Questo è stato registrato dai relativi controlli e protocolli dell’OPCW. Gli americani però dicono che la Russia, nonostante il divieto, continua a sviluppare armi chimiche biologiche. Per contro, gli Stati Uniti hanno firmato il Trattato per il bando delle armi chimiche, ma non hanno adempiuto ai loro obblighi. I siti americani continuano (apertamente) a immagazzinare armi chimiche e ben 11 siti di armi biologiche del Pentagono operavano in Ucraina, mentre il Pentagono ha in tutto il mondo 360 laboratori di guerra chimica e batteriologica.
Negazione plausibile
Ma come è possibile allora che coloro che hanno falsamente accusato Saddam Hussein di armi di distruzione di massa, possano continuare impunemente a farlo?
La risposta è semplice, basta guardare nel recente passato. Gli USA hanno inventato un sistema, la ‘negazione plausibile’. La negazione plausibile è un sistema secondo il quale quando parlano gli Stati Uniti, non c’è bisogno di contraddittorio o di prove in quel che dicono. Anche quando le affermazioni degli USA cozzano con la realtà delle cose, a vincere è sempre l’apparato.
L’ autorevolezza – che in questo caso si identifica con l’enorme potenza militare (che si traduce in altrettanta enorme possibilità di persuasione tramite il ricatto) -, può far accettare le più grandi bugie.
patrizioricci by VPNews