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Non è rivolta: contro la Siria è in corso una guerra per il potere.

Contro la Siria è in corso una guerra: carichi di armi  arrivano per riformire “l’esercito libero siriano”. E’  notizia recente   il sequestrodi una nave che ne faceva il vettore,  però non c’è nessuna dichiarazione di guerra.  Nessuna data di inizio, nessun luogo dove si svolgono le battaglie, nessun accenno alle  cause che l’hanno determinata ,  è certamente identificabile solo una parte in causa, l’altra è indefinita e romanzata. Gli USA hanno riconosciuto che molti combattenti sono di altre nazionalità: sappiamo che anche Al Qaeda ed una brigata libica sono in territorio siriano, la brigata ‘Farouq’ e la Clinton a Tunisi in una intervista alla BBC ha detto che sono sul terreno praticamente tutte le formazioni terroristice sulla ‘ lista nera’. Nei fatti, tutto questo, questa mancanza, la ‘comunità internazionale’,  lo accetta come buona e non ci fa caso. Anzi, contemporaneamente ha accettato che con il conflitto in corso si  stanziassero ingenti somme di denaro perchè gli scontri che a parole dice di voler fermare, continuino.

Come si fa a legittimare questo tipo di conflitto? La cornice necessaria per autorizzarli sono gli organismi sovranazionali di sicurezza, cioè Nazioni Unite, il tribunale dell’Aja … ma essi si sono sottomessi sempre di più alle esigenze delle nazioni che le finanziano e su cui esercitano una grande influenza. Il “salto” è avvenuto e le modalità con cui questi conflitti avvengono ci lascia sbigottiti . Ormai si mente spudoratamente, sfacciatamente e questo non suscita alcuna reazione.

A denunciare l’illegittimità  ormai ci sono solo voci isolate e non legittimate. Paesi che non ci aspettavamo:  la Russia, la Cina e alcuni paesi del Sudamerica. Sono le ‘pecore nere’ che si pongono in modo critico su ciò che l'”occidente” sta facendo in merito all’ingerenza sugli stati sovrani. Ormai dopo l’intervento in Bosnia sembra che l’occidente abbia adottato una nuova procedura per risolvere le cose, con le primavere arabe l’ha perfezionata. Le agenzie, i servizi tv di questi paesi sono ignorati ma non sono  ignorati i nuovi paladini delle libertà e della democrazia :  l’Arabia Saudita ed il Qatar (stati assolutistici con liberta pari a zero)   ritenuti più credibili.

La modalità  che caratterizza gli ultimi conflitti armati  occidentali è la seguente:  si provocano sollevazioni interne e contemporaneamente si fornisce appoggio esterno. In questo modo,  presto si raggiunge un imbarbarimento del conflitto, che si svolge senza nessuna tutela per alcuno ,   i prigionieri e la popolazione civile sono in balia delle vendette. è una guerra che non esiste. Ci si contende anche l’appartenenza dei morti, perchè non è  il campo di battaglia non deciderà il vincitore. Sarà il quadro che si recepirà all’esterno che  giustificherà o meno  il singolare intervento umanitario che si prepara (cessazione delle violenze tramite bombardamenti). E’ la stessa cosa che sta facendo l’esercito siriano, solo che in caso di intervento umanitario cambierebbero gli obiettivi e la mole distruttiva.

Questo tipo di conduzione del conflitto in atto  non tutela i civili perché verso l’opposizione armata non può essere applicata la Convenzione di Ginevra , se non le leggi siriane.
La situazione è caotica:  non è in corso una guerra civile essendoci un ‘ esercito siriano di liberazione’ ma l’’esercito di liberazione siriano’ non può essere considerato un esercito.

E’ evidente che è una battaglia anche semantica, perchè al di la del nome resta il fatto che l’obiettivo è la caduta di un governo legittimo e quindi il tentativo di prendere il potere, un colpo di stato, altrimenti si aspetterebbe di andare alle libere elezioni, già concesse da tempo .
Si è legittimato ampiamente l’opposizione armata e  le azioni di guerra in corso  tra l’esercito siriano e ‘esercito libero siriano’ ma sono invece da leggere come il tentativo rovesciare il governo presieduto dal presidente Assad.

In questo conflitto la pietà è rara,  è una guerra anomala e spregiudicata, anche per questo chi la sostiene ha grandi responsabilità. In una parola al di là della ipocrita meraviglia  di chi addita il regime di Assad come  massacratore, si sono seminate le condizioni perchè la guerriglia degeneri, gli Stati stessi che dicono  che deve cessare la alimentano. Questo tipo di conflitto non da nessuna garanzie ai combattenti, ne esistono trattati che tutelino azioni terroristiche.

La conta giornaliera dei morti è la conseguenza di una guerra in atto. se c’è un esercito siriano di liberazione , si capisce che c’è una guerra in atto. La guerra genera morti e i civili sono coinvolti per vari motivi. il primo motivo è che la guerra si svolge nelle città, perchè l’obiettivo è il caos e la destabilizzazione, coinvolgere la popolazione civile,  ed il secondo è che è una guerra contro una determinata parte dellapopolazione.

I paesi occidentali non fanno di meglio:  in un paese in cui è in atto una guerra caratterizzata da episodi cruenti, sabotaggi e attentati che non trovano il consenso della maggioranza della popolazione, essi attuano l’embargo. Dobbiamo essere chiari: l’embargo è un stato assedio, un assedio ‘moderno’ ma pur sempre un assedio di città. Bisogna dire giacchè nessun lo dice che esso è vietato dalla convenzione di Ginevra, vietato da quel momento della storia che ha inorridito gli stessi protagonisti per cui ci si è dato delle regole. Anche in guerra è permesso l’invio di generi alimentari per i minori di 15 anni, cosa che non accade in Siria, visto che anche il latte è introvabile. La Convenzione di Ginevra vieta tutte le forme di attacco contro i civili e la punizione collettiva della popolazione civile.

I pacifisti non ci sono più perchè la parola “guerra” è stata eliminata, esclusa , sparita per legge. Le società “democratiche” non l’accetterebbero mai  , troppe conseguenze negative. Per le potenze occidentali per adesso, non è conveniente dichiarare guerra a nessuno. Tuttavia se si fanno le cose in “un certo modo” se si segue una determinata “procedura”,  se si consultano gli Organismi Internazionali, se si fanno certe pressioni,  in un mondo globalizzato, fortemente  interdipendente, gravemente  indebitato e  interconnesso, si può fare ciò che prima era vietato, basta dare alle azioni le motivazioni giuste. In fondo si fa ciò che non è vietato dalle leggi . E quello che è vietato si fa sotto “copertura” (la componente ‘ truppe speciali’  nei vari paesi occidentali , compresa l’Italia, sono aumentate vertiginosamente) .

Quella in corso in Siria ha anche un’altra particolarità: è una guerra mercenaria. I morti, quando sono occidentali suscitano reazioni impopolari verso i governi e così la modalità adottata da questi in Siria è partire da ciò che esiste , ma non dal positivo ma dal negativo, da ciò che può far crollare tutto.

Siamo democratici, però siamo i primi a vendere le armi a tutti, anche a chi non ha da mangiare, anche a regimi corrotti che non fanno il bene comune.
La democrazia è essenziale, ed oggi sembre buona solo a far circolare le merci. La libera circolazione è la nostra religione, la comunicazione, la quantità di comunicazione si è elevata notevolmente , ma non la libera circolazione delle idee.

La democrazia è importante , ma oggi è più  una necessità collettiva di organizzazione della società  che reale beneficio per i singoli. La democrazia è ‘imprescindibie’ condizione per una società democratica, ma ogni valore  se non vissuto si secca. Tant’è che non è non è aumentato  il riconoscimento della  dignità del singolo e il rapporto tra i popoli:  si continua solo a mercanteggiare per fare buoni affari.

VietatoParlare.it

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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