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E’ sistematico: la denuncia di colpire i civili avviene solo quando si colpisce l’emirato di Idlib

Il Dipartimento di Stato americano ha accusato le autorità siriane di aver bombardato il campo profughi di Khas nella provincia di Idlib e ha invitato tutte le parti a decretare un cessate il fuoco.

Il portavoce del Dipartimento di Stato Morgan Ortagus ha condannato l’attacco dicendo che “gli Stati Uniti condannano categoricamente l’assalto barbaro di ieri da parte del regime di Assad al campo di Khas per gli sfollati interni nel nord di Idlib”. Il portavoce ha afermato che secondo le stime delle Nazioni Unite almeno 12 persone sono state uccise.

Allo stesso modo, ieri, Najat Roshdi, consulente umanitario dell’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, ha confermato la morte di almeno 12 persone e il ferimento di 50 “in un attacco missilistico effettuato contro il campo profughi di di Khas e nei pressi di un ospedale di maternità nella provincia di Idlib in Siria”. Egli ha specificato che i missili sono piovuti nel campo di Khas dal territorio, che è sotto il controllo delle forze governative siriane.

La notizia è stata riportata anche dai principali media italiani ed in particolare in televisione è stato trasmesso un lungo servizio in proposito con la denuncia di Amnesty del bombardamento del campo profughi situato nel villaggio di Khas in Idlib in cui sarebbero morti molti bambini.

[su_heading style=”modern-2-blue” size=”21″ align=”left”]L’informazione di guerra diventa base legale per la continuazione del conflitto[/su_heading]

L’informazione di guerra – sostenuta da apposite agenzie di PR, all’uopo costituite – è ripresa pedissequamente dalle parti in causa, e quindi Ong, radio, Tv e giornali occidentali. L’attivismo dei media precedentemente  si è sempre concentrato in quei periodi in cui le città siriane sono state liberate. Immancabilmente in queste occasioni si moltiplicavano gli appelli di cessate il fuoco per motivi umanitari ma non è mai cessato il sostegno alle formazioni terroristiche jihadiste.

La consistenza di questi sforzi  è rilevante ed è di tipo politico, economico e militare. Nei soli mesi di dicembre e gennaio, gli Usa hanno mandato ai miliziani mila tonnellate di armi e munizioni.

L’elenco analitico della commessa è ora di dominio pubblico (“US arms shipment to Syrian rebels detailed”). Parte integrante dell’appoggio politico occidentale avviene tramite la manipolazione dell’informazione attuata tramite le consuete tecniche di “Psyops”.

Un’approfondita inchiesta del giornale londinese The Guardian, intitolata “The Syrian opposition: who’s doing the talking?“, pubblicata il 12 luglio 2012, ne ha svelato i retroscena.

In ogni stato degli “amici della Siria” vengono messe in campo strategie mirate ad aumentare la reputazione di quella che governi “anti-Assad” chiamano “opposizione armata moderata”, spesso finanziando operazioni mediatiche indirizzate alla diffusione di una realtà costruita ed addomesticata (qui un esempio).

(Patrizio Ricci Il Sussidiario – da Le scomode verità dell’assedio di Aleppo).

[su_heading style=”modern-2-blue” size=”21″ align=”left”]Il vescovo Abou Khazen denuncia il silenzio sulla distruzione di Aleppo che ricomincia [/su_heading]

In merito Mons Georges Abou Khazen ha risposto alle domande di Radio Vaticana, e racconta l’altra faccia della medaglia – quella non trattata mai dai suddetti media e dalle organizzazioni internazionali – come i 5 quartieri di Aleppo che ieri sono stati bombardati dai jihadisti:

[su_audio url=”https://media.vaticannews.va/media/audio/s1/2019/11/22/10/135346884_F135346884.mp3?fbclid=IwAR149YG-rQp5IWoZUyHK_j-bcIt3801nCN7LdqHW8N6yV7_qQabztzYhaic”]

Aleppo è stata al centro dell’attenzione solo quando i cosiddetti ‘ribelli” di al Nusra che l’assediavano, ma solo quando essi rischiavano la sconfitta. Dalla liberazione in poi, fino alla  ricostruzione la città ed i suoi abitanti sono caduti nel limbo:  nessuno si prende più la briga di accendere ancora i riflettori sulla città martire di Aleppo.

[su_heading style=”modern-2-blue” size=”21″ align=”left”]Campi profughi, mercati ed ospedali, gli obiettivi preferiti di Putin ed Assad?[/su_heading]

E’ da segnalare che i campi profughi in questione in Idlib risulterebbero bombardati in continuazione insieme agli ospedali che sarebbero tantissimi e obiettivo preferito dei raid aerei russi. Non si capisce poi con quale obiettivo strategico.

Non ci vuole molto a capire che si tratta di una informazione fortemente condizionata e di parte. La denuncia dei bombardamenti al campo campo profughi di Khas, arriva in una zona in cui non esistono fonti attendibili ed ove le organizzazioni internazionali umanitarie si servono in loco di residenti locali, spesso di dubbia attendibilità e legati alle autorità che amministrano la zona ovvero Tharir al Sham e dintorni.

[su_heading style=”modern-2-blue” size=”21″ align=”left”]Non sarebbe la prima volta che vengono attaccati campi profughi ma…[/su_heading]

In tema di attacchi contro campi profughi – per rendere comprensibile la misura della leggerezza con cui sono partite in precedenza analoghe denunce – sarebbe avvenuta  il 4 e 5 maggio 2016 contro il campo profughi di Sarmada sempre nella provincia di Idlib. In quell’occasione il bilancio delle vittime sarebbe stato pesante: 30 morti e più di 80 feriti, tra cui molte donne e bambini.

Le accuse furono le stesse da parte delle Nazioni Unite:

“Sono scioccato dalle notizie di morti civili a seguito di attacchi aerei negli insediamenti di richiedenti asilo sfollati nella provincia di Idlib, nel nord della Siria. I rapporti preliminari indicano almeno 30 morti e più di 80 feriti, tra cui molte donne e bambini. Inoltre sono stati uccisi o dozzine di tende sono danneggiate “

ed il portavoce ufficiale del Ministero della Difesa russo Maggiore generale Igor Konashenkov dichiarò all’agenzia russa RIA Novosti :

“A giudicare dalla natura della distruzione mostrata nelle fotografie e nei video, il campo avrebbe potuto essere deliberatamente o erroneamente attaccato da più artiglieria lanciarazzi, che è ora molto attivamente utilizzata dai terroristi del gruppo Jebhat al-Nusra in quest’area”.

La Russia si offri di provare che ”non c’erano voli di aerei russi o di altro tipo nell’area di Sarmada, dove si trova il campo profughi, il 4 e 5 maggio”. Inoltre la notizia era stata data dall’Osservatorio siriano per i diritti umani situato nel Regno Unito e finanziato dal Foreign Office britannico e dalla UE che si basa sui cosiddetti ‘ribelli’. Ma nello specifico caso non la notizia non risultava sul sito web dell’organizzazione. Ne esisteva solo traccia sulla pagina Facebook, peraltro senza indicazione della data indicata dai media.

[su_heading style=”modern-2-blue” size=”21″ align=”left”]Un magazzino per la costruzione di droni diventa un campo profughi… [/su_heading]

In un’altra occasione,il 14 marzo 2019,  l’aeronautica russa colpì un magazzino adibito alla costruzione di droni che da mesi attaccavano la base aerea russa di Khmeimim . Anche in quel caso , l’accusa fu di aver colpito un campo profughi.

Messaggi come: “I crimini impuniti del Cremlino non riescono a vedere la fine. Siria. Idlib aree residenziali attaccate dagli aerei dell’aviazione di Putin-Assad“, si diffusero velocemente in rete dai gruppi di ‘opposizione’. Immagini  terrificanti in cui gli uomini tenevano in braccio i corpi dei bambini, comparivano sui social. I governi occidentali – ritenendo affidabili le fonti – denunciavano intimando il cessate il fuoco.

Più della metà di questi rapporti – dopo un’analisi dettagliata – si è rivelata falsa.

patrizio ricci by @vietatoparlare

[su_panel shadow=”0px 5px 3px #eeeeee”]per un approfondimento sullo stesso argomento, ho scritto in precedenza: Sui bombardamenti degli ospedali di Aleppo molte imprecisioni e omissioni[/su_panel]

 

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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