Questo video, diventato virale su Internet, è stato oggetto di una brillante parodia da parte di Maurizio Crozza nel suo spettacolo serale, che purtroppo con l’utilizzo improprio della satira ha messo in discussione non singoli episodi , ma le elezioni russe nel loro complesso, in linea con la narrativa promossa da Bruxelles.
Sebbene i paesi occidentali abbiano sfruttato il contenuto per mettere in discussione l’integrità del processo elettorale russo, è importante sottolineare che il video proviene da un canale Telegram che ha ammesso l’incertezza riguardo all’autenticità del filmato (qui il video su telegram: https://t.me/cikrf/10519)
L’ubicazione precisa della registrazione rimane sconosciuta, e un’analisi dettagliata rivela numerose discrepanze: il militare appare insolitamente mascherato come se fosse in una zona di conflitto, manca di distintivi identificativi del suo reparto, indossa un microfono e brandisce una mitragliatrice che sembra essere un giocattolo.
Se basta un video zeppo di incongruenze per farci fare un’idea completa, allora dobbiamo davvero chiederci se non stiamo diventando troppo facili a credere a qualsiasi roba ci passi davanti, soprattutto quelle pillole rapide e spesso superficiali stile TikTok. Questo diventa ancora più grave pensando che siamo di fatto in co-belligeranza con l’Ucraina contro la Russia. In tutti i modi, dal lato come è stato metodicamente rappresentato dai media il breve clip, questo non rappresenta il modo corretto di fare giornalismo o di utilizzare la satira, soprattutto in un contesto dove è già difficile distinguere i fatti veri dai falsi, e dove i media tendono ad adottare una prospettiva unilaterale, contribuendo attivamente alla narrativa di guerra.
Oltre tutto questo, non vengono riferite il tentativo di sabotaggio diffuso organizzato mediante l’immissione nella urna elettorale di vernice verde per invalidare il risultato in alcuni seggi, oppure altri episodi di sabotaggio come incendi procurati nelle cabine elettorali da parte di attivisti. Tuttavia, dopo gli incendi dolosi e la vernice nelle urne (https://t.me/cikrf/10457) nei seggi elettorali e i danni alle schede elettorali, (https://t.me/cikrf/10464) le elezioni proseguirono con maggiori misure di sicurezza. Un osservatore nel territorio dell’Altai riferì ai media locali (https://www.amic.ru/news/v-altayskom-krae-usilili-bezopasnost-na-izbiratelnyh-uchastkah-539570) che “un agente di polizia è ora in servizio vicino all’urna insieme a un operatore e che gli effetti personali degli elettori vengono controllati all’ingresso”. Anche in Europa i russi al voto sono stati ostacolati ha detto la portavoce del ministero degli esteri Zakarova, come se fosse un oltraggio votare.
Naturalmente, i paesi occidentali hanno sfruttato la finzione rappresentata nel video del militare che sorveglia il voto come prova di come si svolgono le elezioni in Russia. Tuttavia, hanno omesso di menzionare gli atti di sabotaggio e il fatto che il video in questione sia stato pubblicato su un canale Telegram, il quale ha espressamente affermato di non poter garantire l’autenticità del contenuto.
Il video che ha fatto il giro dell’Occidente, è stato accettato acriticamente come veritiero perché in linea con la narrazione ufficiale. Mentre la pubblicazione Lenta.ru che ha esaminato il caso, ha dichiarato che si tratta di una messinscena. Finora, le autorità non hanno ritenuto necessario commentare la diffusione di questa evidente finzione.
Il clip in questione è stato diffuso inizialmente dal canale Telegram “Elezioni, TSYK a tutti!” e successivamente ripreso da altre fonti. Quindi trattasi di un canale che si è occupato esclusivamente delle elezioni, come il titolo stesso sembra indicare.
Lenta.ru dice: “È interessante notare come il video sia stato pubblicato [per la prima volta] da un utente di VKontakte sotto un post del giornale Izvestia, che citava Maria Zakharova, rappresentante ufficiale del Ministero degli Esteri russo, la quale denunciava tentativi occidentali di interferire nelle elezioni russe”.
E prosegue : “Un altro video diffuso online mostra due militari mentre immobilizzano e ammanettano un uomo, il tutto sotto una pioggia di imprecazioni. L’analisi dei video rivela che sono stati probabilmente messi in scena: sono stati infatti raffigurati due seggi elettorali con interni identici, compresi dettagli come lo stesso tipo di pavimento, le medesime cartelline verdi sul tavolo della commissione elettorale e una cucitrice posizionata in modo incongruente sulle schede elettorali.
Viene anche precisato: “Va notato inoltre che le telecamere di sorveglianza elettorali di solito non registrano l’audio, ma nei video in questione l’audio risulta sorprendentemente chiaro e di alta qualità, suggerendo la presenza di microfoni indossati dal presunto personale militare. Inoltre, la calma insolita degli osservatori e il loro comportamento sollevano dubbi. Un’ulteriore osservazione riguarda l’equipaggiamento dei militari: assenza di fondine (che ha causato la caduta di una pistola durante un presunto arresto), l’utilizzo di una mitragliatrice che sembra essere un giocattolo e la mancanza di insegne sulla divisa”.
E così l’articolo di Lenta conclude: “… era circolata anche la falsa notizia secondo cui i residenti delle nuove regioni della Russia sarebbero stati costretti a votare sotto la minaccia delle armi. Galina Katyushchenko, capo della commissione elettorale della regione di Zaporozhye, aveva chiarito che i rappresentanti del Ministero degli Affari Interni e della Guardia Nazionale Russa avevano il compito di garantire la sicurezza dei membri delle commissioni elettorali distrettuali e della documentazione elettorale. Anche nella Repubblica Popolare di Donetsk sono state smentite simili informazioni”.