Vi trascrivo l’incisiva analisi di Stefano Orsi sulle riflessioni del Papa in merito al conflitto ucraino. Recentemente, in un’intervista concessa a un’emittente svizzera, il Pontefice ha espresso la necessità per l’Ucraina di avviare negoziati, sottolineando come non ci sia disonore nella sconfitta quando l’obiettivo è la salvaguardia della popolazione e la prevenzione di conseguenze ancora più gravi. A tale esortazione che parte da una preoccupazione apostolica più che legittima, media mainstream, leader europei e il governo ucraino, hanno risposto istericamente con critiche dure e anche velate minacce (convocazione del nunzio apostolico in Ucraina, etc). Ma ecco l’analisi di Orsi trasmessa dal canale YouTube “Vaso di Pandora“:
Ecco, c’è una grandissima strumentalità sulle parole del Papa. C’è una grandissima strumentalizzazione. Da un lato, ci sono coloro che lo criticano apertamente; dall’altro, individui che cercano di allineare le sue dichiarazioni ai propri interessi. Quest’ultimi sostengono che il Papa non abbia espresso ciò che realmente intendeva, tentando così di manipolare le sue parole a proprio vantaggio e distorcendone il significato originale.
Nonostante ciò, le parole effettive pronunciate dal Papa rimangono, in particolare quando interroga i potenti del mondo sulla loro risposta alla richiesta di pace. Questo è evidente soprattutto nella sua prima risposta alla domanda su come i potenti della terra reagiscono quando sollecitati dal Pontefice a perseguire la pace. In seguito, il Papa chiarisce la sua posizione riguardo alla difesa, sottolineando come alcuni utilizzino questo concetto per giustificare azioni di distruzione, piuttosto che di legittima difesa. In particolare, critica chi parla di difendere l’Ucraina ma, in realtà, mira alla distruzione dei russi, usando gli ucraini come mezzo per raggiungere tale fine. Quindi, non è nei loro interessi la difesa dell’Ucraina, ma solamente ed esclusivamente la vendita, l’acquisto delle armi e il loro uso per distruggere i russi.
Quindi, è una questione di affari, di soldi. E allora si capisce meglio perché nella prima parte il Papa dica e usi le parole che poi tutti hanno dimenticato, dicendo: “E’ più forte chi vede la situazione”. Questa parola per me è molto importante perché chiarisce che, dal suo punto di vista, l’elettorato occidentale non ha chiara la situazione. Poi aggiunge che chi pensa al popolo – e cioè antepone il bene della popolazione agli interessi di parte, agli interessi economici, agli ordini di chi gli impone di continuare una guerra persa – “ha il coraggio della bandiera bianca” anche contro le imposizioni di chi vuole continuare la guerra.
Questo è il pensiero, che si capisce bene. Quindi, calibrando bene ogni parola che ha detto – perché il Papa non parla, non usa le parole a caso – lui dice che oggi si può negoziare, con l’aiuto delle potenze internazionali.
La parola “negoziare” è una parola coraggiosa quando vedi che sei sconfitto. Quindi, ancora un riferimento alla situazione reale sul campo e cioè l’Ucraina è sconfitta e lo è a detta di tutti, soprattutto a detta degli occidentali. Ricordiamo le parole di Macron che in questa settimana ancora ha avuto un incontro con tutti gli ex presidenti francesi, ha avuto un incontro con tutte le forze politiche presenti nel Parlamento francese e con loro è stato esplicito. Ha parlato chiaramente di un prossimo possibile probabile tracollo ucraino, un tracollo che porterà addirittura al rischio, alla necessità, a ipotizzare un intervento delle potenze europee. Ecco, questa situazione il Papa la vuole evitare perché sa capisce molto bene a cosa porterebbe.
Quindi, con grande saggezza dice che negoziare è una parola coraggiosa proprio per le situazioni che ci sono oggi. Tuttavia, evidenzia che solamente chi ha chiara la situazione capisce realmente la verità dei fatti può giungere a una reale comprensione. Al contrario, coloro che si rifugiano dietro parole vuote come “diritto di difesa”, in realtà nascondono il proprio desiderio di distruggere l’altro, usando strumenti [di morte] e facendo il male del popolo ucraino.
(da un contributo di Stefano Orsi)
Trascrizione con correzioni limitate esclusivamente agli aspetti formali, dalla forma orale a quella scritta.
Non mi sembra ci sia altro da aggiungere, se non esprimere quanto siano desolanti gli attacchi al Papa, le correzioni e i distinguo sulla sua valutazione del conflitto, anche da parte di chi gli è vicino. Queste reazioni irrazionali sono paragonabili alle bombe, e l’unanimità europea nella critica dimostra soltanto quanto questa unanimità possa essere pericolosa e ingannevole. Spero che questa unanimità venga corretta secondo meccanismi e vie diverse da quelle che si profilano all’orizzonte.
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