Eccola prima foto di Asia Bibi per 10 anni innocente nel braccio della morte

Ecco Asia Bibi oggi dal suo esilio dopo dieci anni nel braccio della morte pakistano per “blasfemia”.

Nella foto, uscita su Le Figaro, Asia è con la giornalista Anne-Isabelle Tollet. E pensare che un paese di 200 milioni di persone armato di testate atomiche voleva morta questa donna simile alla Madre Coraggio di Brecht. Le auguriamo tutto il bene possibile dopo tutto il male che le hanno inflitto soltanto perché cristiana. (Giulio Meotti)

Asia Bibi è in asilo politico in Canada insieme ai suoi famigliari ed i suoi cinque figli . Ha subito 10 anni di carcere per aver osato dire “che cosa ha fatto Maometto più di Gesù?”. Questa semplice domanda in Pakistan è punita con la morte extragiudiziale. Per lungo tempo la donna – benché ritenuta innocente anche dalla giustizia pakistana – , non ha ottenuto la libertà per problemi di ordine pubblico e per le minacce di morte a lei stessa ed ai giudici.

Per chi ne volesse sapere di più, della sua vicenda la rivista Tempi informa che “la prossima settimana in Francia esce “Enfin libre!”, il primo libro scritto da Asia Bibi, la donna cattolica che ha passato oltre nove anni in carcere per false accuse di blasfemia”.

Del libro, Rodolo Casadei sempre sul giornale Tempi, scrive:
È il primo libro che Asia Bibi scrive da donna libera dopo i nove anni trascorsi nelle carceri pakistane a causa dei processi per blasfemia che le sono stati intentati e che l’hanno fatta conoscere in tutto il mondo, e allo stesso modo del primo (Blasfema – Condannata morte per un sorso d’acqua, Mondadori 2011) vede come co-autrice Anne-Isabelle Tollet, la giornalista francese che tanto si è battuta per lei negli anni della prigionia. Il libro uscirà fra una settimana in Francia col titolo Enfin libre!, e ne sono stati anticipati estratti dal quotidiano Le Figaro.

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foto AFP

«TUTTI IN PAKISTAN TEMONO GLI ISLAMISTI»

«Prima di essere gettata in prigione», leggiamo negli estratti anticipati da Le Figaro, «non conoscevo nulla fuori dal mio villaggio. Nel mio mondo i cristiani vanno raramente a scuola, e poiché sono cresciuta in campagna, non vedevo nient’altro che i campi e i miei vicini musulmani che lavoravano la terra. Non sono istruita, ma ho presto compreso che loro non sono più informati di me. Loro conoscono il Corano, e io la Bibbia. Per me gli estremisti islamici sono cattivi, ma non in particolare coi cristiani. Spaventano anche i musulmani, che devono comportarsi come dice il Corano fin nei dettagli. Gli islamisti non sono rappresentativi, d’altra parte non se ne incontrano tanti, ma essi impongono la loro volontà al parlamento, la loro influenza è terribile perché tutti li temono, anche i ministri e il presidente. Tutti si sentono impotenti davanti a loro, perché non esitano a mettere bombe o ad allearsi coi talebani per uccidere e uccidersi in nome di Allah. D’altra parte i giudici del tribunale di Nankana e dell’Alta Corte di Lahore hanno dovuto avere paura, per arrivare a condannarmi a morte».

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