Elena Basile: una visione franca e schietta sulla diplomazia moderna

Nell’era in cui la diplomazia sembra spesso appiattirsi sulle indicazioni politiche, vi segnalo la voce decisa di Elena Basile, ex Ambasciatrice italiana.  In una intervista esclusiva concessa alla Gazzetta Diplomatica, Basile non ha remore nel mettere in discussione lo status quo ed offre una prospettiva franco e schietta sulla diplomazia contemporanea, sottolineando la mancanza di pensiero critico e la necessità di ascoltare la coscienza.

Una carriera di eccellenza diplomatica

Elena Basile ha rappresentato l’Italia in posizioni diplomatiche di rilievo in Svezia dal 2013 al 2017 e in Belgio dal 2017 al 2021, guadagnandosi rispetto e ammirazione per le sue qualità diplomatiche. La sua carriera è stata caratterizzata da un impegno costante e da un profondo senso di responsabilità verso il suo paese.

Un romanzo per riflettere sulla diplomazia

Ha anche scritto un romanzo, “Un insolito trio,” che mette in luce i problemi della burocrazia ministeriale italiana in modo satirico. Il suo romanzo offre una satira pungente sulla burocrazia ministeriale italiana, aprendo uno spiraglio sulle sfide e le idiosincrasie del mondo diplomatico italiano. Attraverso la lente di tre diplomatici molto particolari, il libro spinge i lettori a riflettere su quanto realmente accade dietro le quinte della diplomazia.

Un punto di vista acuto sull’Ucraina

Una delle posizioni più interessanti di Basile riguarda il conflitto in Ucraina. L’ex ambasciatrice – come del resto è emerso dalle esternazioni della ex presidente tedesca Merkel e di quello francese Hollande – fa notare che il conflitto avrebbe potuto essere evitato se si fossero rispettati gli interessi della Russia e se gli accordi di Minsk fossero stati applicati.

Citazioni: “La diplomazia non ha grandi poteri oggi. Si limita a eseguire le indicazioni del potere politico impersonando il burocrate che può divenire il protagonista dei crimini della Storia.” “Gli accordi avrebbero applicato un principio europeo: protezione delle minoranze linguistiche e regionali.”
“Oggi chi si permette di riflettere sulla politica internazionale viene linciato dai media, isolato, diffamato.”

La Rivelazione dell’Identità pseudonima

Un elemento interessante dell’intervista è la rivelazione da parte di Basile della sua identità sotto lo pseudonimo di “Ipazia Basile,” sotto il quale aveva scritto articoli sul giornale “Il Fatto Quotidiano.” –

Ora, dopo il pensionamento, ha tolto il suo pseudonimo e ha iniziato a fare critiche sincere e schiette sulla diplomazia. Ha definito i diplomatici moderni “biologicamente inclini ad appiattirsi sulla narrativa funzionale al potere politico.”

L’Affetto per le Residenze Diplomatiche

Elena Basile guarda con affetto alle residenze diplomatiche che ha servito a Stoccolma e Bruxelles. Queste ambasciate non erano solo luoghi di lavoro, ma anche centri di aggregazione e promozione della cultura italiana. Questo sottolinea l’importanza del legame culturale nella diplomazia e nell’immagine internazionale di un paese.

In un mondo in cui la diplomazia è spesso criticata per il suo conformismo e la mancanza di pensiero critico, l’intervista di Elena Basile rappresenta una voce dirompente che invita i giovani a “ascoltare la propria coscienza.” La sua prospettiva audace e le sue critiche aperte fanno riflettere sulla natura mutevole della diplomazia e sulla necessità di rinnovamento all’interno di questo settore cruciale.

Probabilmente Basile sta esprimendo ciò che molti diplomatici pensano, ma che spesso non osano dire. Da qui l’importanza dell’intervista, perché le sue opinioni, anche se controcorrente, gettano luce su questioni cruciali che riguardano la diplomazia moderna e il suo ruolo in un mondo che sta usando i diplomatici solo per buttare ulteriore benzina sul fuoco o per reclamare interessi geopolitici.

In definitiva, l’intervista di Elena Basile sulla Gazzetta Diplomatica offre una prospettiva unica e provocatoria sulla diplomazia contemporanea, promuovendo il pensiero critico e sollevando importanti domande sul futuro di questo campo. Abbiamo bisogno di persone così e spero che vorrà rimanere una voce influente e realistica nel contesto del mondo di oggi.

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