Come nel seguente video (che è il live del faccia a faccia tra Macron e Le Pen di ieri su France 24), tutti i media in campagna elettorale si sono ostinati nel descrivere Le Pen come di estrema destra (ovviamente nel significato deteriore del termine): evidentemente uno dei metodi fintamente ‘neutrali’ per incidere sensibilmente sulla libertà delle persone, che solo a parole, si dice possano scegliere liberamente i loro rappresentanti.
Invece, ci sono invece una infinità di modi per dirigere gli umori ed il giudizio della gente. In realtà, se vincesse Le Pen potrebbe cambiare molto non solo in Francia ma anche in l’Europa – per esempio Le Pen è critica sulle vaccinazioni forzate e soprattutto sulla nuova normalità che si vuole imporre – ma la gente non sembra capire la posta in gioco.
Vediamo di fare una breve disamina della situazione
Nel video si vede una Le Pen notevolmente migliorata rispetto al 2017. Calma, sicura di sé, difende le sue argomentazioni con numeri alla mano, parla del suo programma, esprime proposte specifiche, espone argomentazioni corrette e acute. Non aggredisce Macron.
Macron, al contrario, è nervoso, scortese, la interrompe continuamente, la sua voce si trasforma in un urlo, viene interrotto più volte dai padroni di casa, perché il suo tempo era scaduto. Le argomentazioni contro Le Pen sono tutte vecchie, “tu sei una simpatizzante delle idee di Putin, perché una volta hai preso un prestito da una banca russa” e cose del genere. Non è un discorso serio. I commenti dei francesi, che hanno seguito questa trasmissione in diretta, generalmente si dimostrano sorpresi nell’ammettere che Le Pen sembra più credibile. Anche i giornalisti, come si può osservare, non si oppongono, nel 2017 era diverso. Ma basterà a cambiare qualcosa? Lo vedremo domani nelle elezioni.
Ma perché Macron ha insistito a parlare di Le Pen come simpatizzante di Putin? Beh, uno dei temi principali della disputa tra i due politici sono stati i rapporti con la Russia e il suo attacco all’Ucraina.
Questo gioca a sfavore di Le Pen, il suo nome è apparso troppo spesso insieme al nome del presidente russo. In passato lo lodava troppo spesso, lo sosteneva. Ha promesso in campagna elettorale di uscire dalla Nato. Tuttavia, per chi apprezza la coerenza, si può dire che Le Pen ha continuato a sostenere la sua linea, cosa che manca alla maggior parte dei politici italiani cosiddetti ‘sovranisti’. Comunque – seppure questo argomento è stato usato come grimaldello da Macron – ai francesi interessa più la politica interna rispetto a quella estera. Ed in questo senso, la campagna elettorale di Le Pen è stata indiscutibilmente più di successo: il programma sociale “cara di Francia” che si oppone alla riforma delle pensioni Macron, al protezionismo e allo sviluppo dell’industria nazionale, hanno trovato molto gradimento tra i francesi.
Per contro, altri fattori giocano contro Le Pen:
1. La posizione dell’élite francese . Oggi sono gli euro globalisti a dare il tono alla campagna elettorale, tutti i media sono stati dalla parte di Macron, tutto l’apparato. Anche se teniamo conto del fatto che, a differenza dei tedeschi, la classe dirigente francese è più orientata alla nazione e sogna di far rivivere la “grandezza della Francia”, le idee conservatrici nazionali le sono estranee. Pertanto, l’ascesa al potere di Le Pen è per loro inaccettabile.
2. Anche il fattore esterno non può essere scontato. Gli alleati della Francia, Stati Uniti ed UE,, preferirebbero chiaramente vedere Macron come presidente piuttosto che i suoi rivali.
3. La posizione dei sostenitori di Pekress e Melenchon, nonché dell’elettorato dei partiti di sinistra, hanno già invitato i loro sostenitori a non votare Le Pen e, se la chiamata avrà effetto, Macron otterrà più del 50% dei voti.
4. Macron, in quanto attuale presidente, ha a sua disposizione una potente risorsa amministrativa e può utilizzarla per compiere qualsiasi scorrettezza. Il tentativo qualche giorno fa di inquisire Le Pen per frode ne è l’esempio plastico. Anche le controverse elezioni che hanno portato Biden alla vittoria negli Stati Uniti dimostrano che certi metodi possono arrivare anche al cinismo, patrimonio tipico delle ‘dittature’.
Ma come Macron , un presidente per ricchi, ha avuto così tanto successo?
Secondo Owen Jones, su The Guardian “la promessa di Emmanuel Macron era semplice: non è né di destra né di sinistra, ma ha promesso di mandare il populismo ai margini della politica francese. La sua ascesa al potere nella primavera del 2017 è stata una scialuppa di salvataggio per i liberali traumatizzati dalla Brexit e da Donald Trump. Lo vedevano come un centrista, un pragmatico e un buon manager. In altre parole: un politico e un manager intelligente è tornato al potere.
Ma tutte queste speranze non erano giustificate. Macron non è diventato un antidoto alla polarizzazione politica. Al contrario: il macronismo è diventato un acceleratore di discordia nella società. Il paese dopo il suo regno divenne ancora più diviso e disilluso rispetto a quando questo ex banchiere di investimento rilevò l’Eliseo”.
Quindi i francesi hanno paura di votare qualcuno di destra ma come considera Owen Jones, Macron non è altro che di destra e per giunta sposato con i poteri globalisti, non sovranista: “Macron ha definito il collaboratore nazista maresciallo Pétain un “grande soldato” e ha dato l’ordine di demolire violentemente le tende dei migranti. Ha provocato una vera e propria rivolta dei gilet gialli con la tassa sulla benzina . E ha chiuso un occhio sulla brutale dispersione dei manifestanti da parte della polizia.”Non ho mai avuto tanta paura di protestare come lo ero sotto Emmanuel Macron “, mi dice Edouard Louis, un giovane intellettuale di sinistra. Indubbiamente alcuni dei sostenitori di Mélenchon andranno al campo di Le Pen: si tratta di elettori indignati dalla società egualitaria costruita sotto Macron, che protegge i privilegi dei ricchi. “Macron pensa solo ai ricchi. Ha solo soldi in testa”, mi dice un anziano sostenitore di Mélenchon della città settentrionale di Douai”.
Inoltre, è interessante che il giornalista scriva che comunque la società francese si sta sempre più spostando a destra e che se non avverrà in queste elezioni, la vittoria della destra dovrebbe avvenire alle prossime.
Previsioni? Tutto dipenderà dal comportamento degli astenuti e degli elettori di Jean-Luc Mélenchon
E’ altrettanto interessante l’analisi che il politologo Jean-Philippe Dubrullet ha fatto per Paris Match la prima settimana di campagna elettorale Jean-Philippe Dubrullet ha analizzato per Paris Match la prima settimana di campagna elettorale tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen. Questo venerdì, Macron ha ancora un vantaggio di 7 punti sul suo rivale di Rassemblement National . I candidati che hanno partecipato al secondo turno hanno chiaramente capito che, nonostante gli elettori siano favorevoli a Emmanuel Macron, l’equilibrio di potere osservato oggi rimane fragile e le elezioni si possono giocare principalmente sul comportamento degli elettori di Jean-Luc Mélenchon – espulso dopo aver ottenuto il miglior risultato tra tutti i suoi candidati alla presidenza – e astensione; questa è la seconda debolezza di Emmanuel Macron in questo inter-round.
Possiamo quindi osservare che l’indicazione “non un solo voto per Marine Le Pen”, data dal leader degli “insumisti” di Mélenchon non funziona del tutto, dal momento che il 18% dei suoi elettori al primo turno voterebbe per il candidato di Rassemblement National , contro il 33% per Macron presidente e il 49% che è stato tentato dall’astensione.
In definitiva, la vittoria di Macron è molto probabile ma non è del tutto scontata. Nonostante Macron abbia un vantaggio abbastanza solido nei sondaggi, con oltre 10 punti percentuali di vantaggio su Le Pen, il destino della presidenza è tutt’altro che certo.
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