Non appena la Russia ha aperto i confini con l’Armenia, è cominciato un vero e proprio esodo. Il traffico aereo tra l’Armenia e la Russia è ripreso dal primo febbraio, e dal 15 il numero di voli giornalieri salirà a quattro. I biglietti vengono venduti in pochi minuti.
Secondo il commissario per gli affari della diaspora presso il primo ministro armeno Zare Sinanian, in questo modo la nazione manifesta lo shock della sconfitta nella guerra per il Karabakh. Il deputato del partito di opposizione “Armenia prospera” Naira Zograbyan definisce ciò che sta accadendo la più grande migrazione dall’Armenia negli ultimi 30 anni, movimento che le autorità del paese non riescono a fermare.
I numeri lo confermano. Su 3 milioni di abitanti nel 2019, ufficialmente 816 mila persone sono andate in Russia per motivi privati e altri 170 mila per lavoro . Nella maggior parte dei casi, sono rimasti in Russia temporaneamente, e poi sono tornati a casa. Solo 80 mila persone hanno ottenuto la cittadinanza russa in tre anni. Però nel 2020, l’anno della quarantena, già in 30 mila sono diventati cittadini russi: il doppio degli indici annuali del 2019 e del 2018.
Così la guerra persa nel Karabakh è stata solo l’ultimo fiocco di neve che rischia di provocare una valanga..