CORONAVIRUS: MANTOVANO, ‘DPCM LEDE COSTITUZIONE SU LIBERTA’ RELIGIOSA E CONCORDATO’
“Ingerenza ed incoerenza normativa, logica e politica ancora più accentuate rispetto a due settimane fa” Roma, 27 apr. (Adnkronos) – (di Roberta Lanzara) – “L’incoerenza già presente nel Dpcm di due settimane fa ora è accentuata: è consentito entrare in un luogo di culto e però, alle medesime condizioni di prevenzione, ai fedeli presenti in Chiesa è permesso di assistere a una S. Messa solo se si celebra un funerale”. A criticare all’Adnkronos il testo del Dpcm con le misure in vigore dal 4 maggio è il magistrato di Corte di Cassazione e vice presidente del Centro studi Livatino, Alfredo Mantovano che rimarca: “All’incoerenza si aggiunge l’ingerenza: quale potere ha il Governo di decidere quale
tipo di Messa è ammissibile e quale no? Dunque, non vi è solo la lesione del diritto alla libertà religiosa, di cui all’articolo 19 della Costituzione, ma l’altrettanto pesante lesione dell’articolo 7 della Costituzione, che richiama l’Accordo di revisione del Concordato, che a sua volta subordina a una intesa ogni intervento di autorità civile nella vita della Chiesa italiana”.
Mantovano ricorda: “Partendo dal dato normativo, il Dpcm 26/04/2020, all’articolo 1 co. 1 lett. i) ripete quanto già stabilito dal Dpcm del 10/04, e cioè che ‘l’apertura dei luoghi di culto è condizionata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro’. Subito dopo
aggiunge che ‘sono sospese le cerimonie civili e religiose’, e poi, questa è la novità rispetto al precedente Dpcm, permette le ‘cerimonie funebri’, a condizione che vi partecipino solo i ‘congiunti’, che il numero di persone non sia superiore a 15, che vi sia l’uso di mascherine e la distanza fra i presenti”.
Il Magistrato commenta: “L’incoerenza non è solo normativa: è logica. Che cosa impedisce che, come avviene per il gestore del supermercato, il parroco sia delegato ad accertare lo svolgimento della Messa senza che si formino assembramenti? Ed è politica: per il Governo il rispetto della libertà religiosa non è una priorità, tanto che la possibilità di tornare a celebrare la Messa è rimandata a un futuro non ben definito, mentre ci sono già scadenze fissate per la ripresa sicura, oltre che di varie attività lavorative, degli allenamenti delle squadre di calcio”.
L’incoerenza già presente nel dPCM di due settimane fa ora è accentuata: è consentito entrare in un luogo di culto e però, alle medesime condizioni di prevenzione, ai fedeli presenti in Chiesa è permesso di assistere a una S. Messa solo se si celebra un funerale.
All’incoerenza si aggiunge l’ingerenza: quale potere ha il Governo di decidere quale tipo di Messa è ammissibile e quale no? Dunque, non vi è solo la lesione del diritto alla libertà religiosa, di cui all’art. 19 Cost., ma l’altrettanto pesante lesione dell’art. 7 Cost., che richiama l’Accordo di revisione del Concordato, che a sua volta subordina a una intesa ogni intervento di autorità civile nella vita della Chiesa italiana.
Alfredo Mantovano – magistrato, vicepresidente del Centro studi
Livatino
(Rol/Adnkronos)
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PETIZIONE – Per richiamare ulteriormente le autorità propongo la seguente petizione indirizzata a Al Presidente Consiglio dei Ministri – Avv. Giuseppe Conte intitolata:
“Ripristino immediato Celebrazioni Eucaristiche con i fedeli” Vuoi firmarla anche tu? Clicca qui: https://www.citizengo.org/it/178853-ripristino-immediato-celebrazioni-eucaristiche-con-i-fedeli
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