fonte Ennio Remondino su Globalist
Il Ministro Frattini a febbraio dopo la caduta del regime di Ben Ali in Tunisia indicava Gheddafi come riformatore.
Febbraio 2011. Gheddafi riformatore. Corriere della Sera, dopo la caduta del regime di Ben Ali in Tunisia. Gheddafi aveva scoperto una via nordafricana alla democrazia. “Faccio l’esempio di Gheddafi. Ha realizzato una riforma che chiama dei congressi provinciali del popolo: distretto per distretto si riuniscono assemblee di tribù e potentati locali, discutono e avanzano richieste al governo e al leader. Cercando una via tra un sistema parlamentare, che non è quello che abbiamo in testa noi, e uno in cui lo sfogatoio della base popolare non esisteva, come in Tunisia. Ogni settimana Gheddafi va lì e ascolta. Per me sono segnali positivi”.
Marzo 2011. Gheddafi non si può mandare via. Cronaca del Sole24ore. «La Cirenaica è ormai di nuovo quasi completamente nelle mani di Tripoli» e Gheddafi non può essere mandato via. E’ la «presa d’atto» della comunità internazionale di fronte all’evoluzione pro-rais della crisi, riferisce il ministro degli Esteri Frattini al Senato. E se è probabile che il leader libico rimarrà al potere, a questo punto si potrebbe andare verso «la prospettiva di un isolamento internazionale, politico ed economico». «La propaganda anti-italiana è stata sempre utilizzata da Tripoli»: «Noi dobbiamo mantenere il sangue freddo favorendo processi politici, non bellici, che portino verso una nuova Libia».
Aprile 2011. Si a bombardamenti mirati sulla Libia. Cronaca del Corriere della sera. «La risoluzione dell’Onu è chiarissima e in quell’ambito continuiamo ad operare: non occorre alcun voto delle Camere» ha successivamente dichiarato a «La Stampa» il ministro degli Esteri, Franco Frattini, sulla necessità o meno di un voto del Parlamento per la decisione di Berlusconi. Sulla posizione della Lega: «Si tratta di resistenze che andranno chiarite tra Berlusconi e Bossi. La Lega è preoccupata da un’ondata di immigrazione anomala. Quando sarà chiaro che è Gheddafi ad organizzare i barconi, il dissenso rientrerà. Tra l’altro, quei barconi spinti in mare con ogni mezzo arricchiscono il dossier della Corte penale internazionale contro Gheddafi. Sono anche quelli crimini contro l’umanità».
Maggio 2011. Poche ore alla resa di Gheddafi. Intervenuto alla trasmissione televisiva Mediaset “Mattino 5”, il ministro Affari Esteri, Franco Frattini, ha fatto il punto della situazione sulla guerra in Libia: “Il regime di Gheddafi ha le ore contate”. Poi aggiunge: “Stiamo cercando di trovare una soluzione con le Nazioni Unite affinché si trovi il modo per estromettere dalla politica del paese il rais con tutta la sua famiglia”. Frattini, inoltre, ha ribadito l’importanza di costituire in Libia un governo di riconciliazione nazionale, precisando che sarebbero stati individuati alcuni esponenti di Tripoli, a dimostrazione del fatto che non si vuole istituire solo un governo di Bengasi, ma dell’intero Paese.
Giugno 2011. Stop umanitario a bombardamenti sulla Libia. Cronaca di Repubblica. Giornata imbarazzante per il ministro degli Esteri Franco Frattini: dopo aver ipotizzato uno stop «umanitario immediato delle ostilità» in Libia, per creare corridoi che aiutino la popolazione sottoposta ai bombardamenti di Gheddafi soprattutto nelle zone di Misurata e delle “Montagne occidentali”, è stato investito dalle reazioni di Francia, Gran Bretagna e della stessa Alleanza atlantica. «Siamo contrari a un cessateil-fuoco, servirebbe solo a Gheddafi per riarmarsi», dice seccamente Charles Bouchard, il generale canadese che comanda le operazioni.
Luglio 2011. La scelta su Gheddafi spetta ai libici. Da Africa News. Gheddafi “deve lasciare il potere” ma la scelta sul fatto che debba abbandonare o meno la Libia “é un’opzione” che spetta ai libici: “se il popolo libico ritiene che una soluzione interna al paese possa essere accettabile, l’Italia sarà d’accordo”. Annunciando che domani vedrà a Roma – di ritorno dalla sua missione in Cina – il vicepresidente del Consiglio Permanente del Cnt di Bengasi, Ali al-Issawi, spiega che al centro del colloquio ci sarà “lo sviluppo della proposta di soluzione pacifica che verrà presentata dal ministro Abdel Ilah al Khatib”, l’alto rappresentante dell’Onu per la Libia, “a nome di tutto il Gruppo di Contatto e ovviamente delle Nazioni Unite”.
Agosto 2011. Giustizia e Corte dell’Aja l’unica strada per Gheddafi. Per un esilio o un salvacondotto di Muammar Gheddafi “siamo fuori tempo massimo”, per il colonnello libico la sola strada è “ormai quella della giustizia e della Corte penale internazionale”. Lo ha detto Franco Frattini, ministro degli Esteri dell’Italia, in un’intervista rilasciata a Sky sugli ultimi sviluppi in Libia. “Avevamo fatto molte volte in modo più o meno esplicito” offerte al rais, ha spiegato il capo della diplomazia italiana, “Siamo fuori tempo massimo, ormai l’unica strada è quella della giustizia e della Corte penale internazionale”.