La narrazione dell’ostaggio e il silenzio stampa
Theo Padnos, il protagonista dell’intervista che segue, è un giornalista statunitense di Atlanta, rapito in Siria nel mese di ottobre del 2012 e durante due anni prigioniero di al-Nusra, fronte siriano di al-Qaïda. Fu liberato nell’agosto 2014 per intercessione del Qatar. Fox news è il canale televisivo ‘’all news’’ più visto in assoluto negli USA, subito prima della CNN.
L’autore dell’intervista a Theo Padnos è il rinomato giornalista Tucker Carlson, conduttore del seguitissimo programma di attualità politica ‘’Tucker Carlson Tonight’’, che va in onda dal 14 Novembre 2016.
Questi elementi, uniti all’altalenante, o ambiguo, atteggiamento dell’incipiente amministrazione Trump, soprattutto negli affari internazionali e mediorientali in particolare, dovrebbero aver suscitato l’interesse nei commentatori della nostra stampa mainstream per un’intervista che si può definire strabiliante, proprio per il contesto in cui si svolge. Invece nulla. Silenzio assoluto. Che il timore di veder rovinare le loro narrazioni mendaci sulla Siria li stia mandando sempre più in confusione?
Maria Antonietta Carta
Theo Padnos, ostaggio statunitense sopravvissuto all’ordalia terroristica in Siria, consegna un impressionante messaggio alla combriccola USA-UK per il ‘cambio di regime’ in Siria.
21st Century Wire, 7 Marzo 2017 – Un piccolo miracolo. Un raro momento di verità sui media mainstream. Nascosto sotto i volgari e sensazionalistici titoli in prima pagina ed i finti intrighi russi a Washington della scorsa settimana, il conduttore di FOX News Tucker Carlson ha diffuso una breve ma sorprendente intervista a Theo Padnos, giornalista americano che, per due anni (2012 – 2014), fu prigioniero in Siria dei terroristi di Al-Nusra, alias Al-Qaïda, sostenuti da USA-UK e dalle Monarchie del Golfo.
Nel corso degli ultimi sei anni, durante la presidenza di Barack Obama, funzionari statunitensi inadempienti, come Hillary Clinton e John Kerry, hanno occultato la vera natura dei cosiddetti “ribelli moderati” in Siria – etichettandoli ripetutamente come legittimi ‘combattenti per la libertà’ ‘per una democrazia embrionale in Siria’. Padnos cancella l’inganno delle istituzioni governative statunitensi e dei media su questo tema, e ristabilisce la verità sulla violenza perversa dei cosiddetti “ribelli ‘, molti dei quali nemmeno siriani.
“Assassinano la gente per strada e utilizzano bambini come torturatori. Stanno distruggendo la società di quel Paese.”
“Alcuni sono interessati al denaro, altri al potere e altri ancora amano le armi. Per tutti loro, la jihad è una stagione meravigliosa (…). Hanno le chiavi di pick-up nuovi fiammanti e del buon cibo gratis …”
” Laggiù, stanno edificando un vero e proprio arcipelago carcerario, con una moltitudine di prigionieri e una moltitudine di persone che a loro non piacciono. ”
“Un incredibile asse del potere per molti giovani uomini che nella loro esistenza non ne hanno avuto nessuno fino ad ora. Nelle regioni non controllate dal governo siriano, si sta sviluppando una situazione pericolosa.”
L’intervistatore chiede poi a Padnos un giudizio sul governo di Assad, e alla CNN o alla NBC una risposta simile non si è mai sentita da alcuno degli ‘esperti’ che, sin dallo scoppio delle ostilità nel 2011 e per tutti questi anni, hanno sostenuto pienamente il cambio di regime:
“Il regime di Assad? In questo momento, circa 16 milioni di persone vivono in condizioni di sicurezza. Le scuole, le Università, e gli ospedali funzionano, e i vigili regolano il traffico nelle strade. Certo, non è la Svizzera – non è una società perfetta – penso che loro stessi lo ammettano. Chiunque voglia la pace in Siria saprà riconoscere e rispettare la pace che hanno in questo momento, anziché pregiudicarla e danneggiarla in qualunque modo – come ha fatto l’amministrazione Obama inviando missili e ogni genere di armi ai “ribelli ‘- il che mi è sembrato indecente perché ha distrutto la pace che c’era.”
” Sussiste la realtà di ’enclave’ dei ribelli. Queste ’enclave’ non sono tranquille, certo che no. Sono state distrutte. Guarda, è una guerra civile. Nelle ’enclave’ dei ribelli vive solo una minoranza della popolazione. La maggior parte dei Siriani vivono in una relativa calma sotto il regime di Assad. Sì, questo è preferibile ai bombardamenti e alle crocifissioni nelle strade a cui si assiste, all’assassinio di cittadini, alle torture e all’imprigionamento indiscriminato che [i terroristi ‘ribelli’] esercitano.
Trad. Maria Antonietta Carta
(pubblicato su Ora Pro Siria)