Francia: la nuova legge sulla bioetica non è una conquista: la prima natura da rispettare è quella umana

Francia: la vertigine di un mondo senza padri.

vanthuanobservatory.org

Non è ancora approvata definitivamente in Francia, ma potrebbe esserlo a breve, la revisione della legge sulla bioetica, che consente anche alle donne single e alle coppie lesbiche di accedere alla fecondazione artificiale e, quindi, di ottenere figli il cui padre è (o si è) volontariamente estromesso dall’ambito familiare. Si vuole ridurre la figura del padre a puro donatore anonimo di seme maschile, così da costringere i figli a convivere con la sola madre o con la madre e la sua amante.

Il 4 febbraio il Parlamento francese ha dato il suo placet al disegno di legge, che dovrebbe essere approvato in via definitiva dall’Assemblea Nazionale[1]. L’approvazione è scontata, poiché all’Assemblea il Governo Macron, sostenitore dell’iniziativa, ha la maggioranza.

Com’era prevedibile, le obiezioni de La Manif Pour Tous e dei vescovi francesi nel merito, non sono state prese in considerazione: il Governo Macron adesso, sulle orme del Governo Hollande nell’esecutivo precedente, continua l’abbattimento dell’ordine sociale, che si va realizzando specialmente con la demolizione della famiglia.

L’editorialista Michel Janva, uno dei più appassionati sostenitori contemporanei dell’istituto familiare, scrive: «così com’è, questa proposta priva consapevolmente i figli dei padri per tutta la vita e apre la strada alla mercificazione degli esseri umani, attraverso il commercio di gameti e della maternità surrogata»[2]. Ludovine de La Rochère, presidente de La Manif Pour Tous, continua a chiedere a Macron il ritiro del testo[3]. Sa di non poter fare molto e organizza forme di protesta, per mezzo di mobilitazioni popolari.

Tra le proteste, c’è anche quella di Alliance VITA, associazione pro life fondata nel 1993, che rileva le contraddizioni del testo di legge in approvazione[4]. Il disegno di legge, ad esempio, afferma che «nessuno ha diritto a un figlio» – scrive Alliance – e, subito dopo stabilisce la Pma senza padre[5]. È stata poi «abolita l’istituzione di un piano nazionale per l’infertilità», presentato in precedenza all’Assemblea Nazionale «per la ricerca delle cause e la prevenzione» della stessa[6].

Le incongruenze si moltiplicano: il donatore potrà, con l’approvazione della legge, decidere se mantenere o meno l’anonimato, a danno del bambino che volesse sapere – divenuto adulto – chi è suo padre. Come conciliare, inoltre, si chiede Alliance, «il rispetto dovuto al trattamento dell’embrione umano con il giusto divieto di revoca del divieto di creare embrioni transgenici e chimerici, ma allungando, nel contempo, la durata della ricerca sull’embrione umano a 21 giorni»?[7]

Caroline Roux, vice delegata generale di Alliance VITA, parla dei «pericoli» del disegno di legge, per cui «molti esperti, di molteplici sensibilità politiche, ne hanno denunciato le gravi violazioni dell’etica». Non solo, ma «i senatori hanno moltiplicato i voti contraddittori, dimostrando – se fosse ancora necessario – che il relativismo in materia di bioetica tende a dissolvere l’etica». Roux rincara: «questo testo è inaccettabile a causa delle gravi ingiustizie che infligge alle generazioni future, cedendo all’individualismo e allo scientismo»[8].

Già l’anno scorso, si erano espressi contro la Pma sans père anche alcuni vescovi francesi. Mons. Eric de Moulins-Beaufort, presidente della Conferenza episcopale francese (Cef), ha detto in proposito: «Dobbiamo constatare che i nostri politici restano ciechi di fronte alla posta in gioco su cui sono chiamati a decidere»[9]. E Michel Aupetit, arcivescovo di Parigi, rincarava: «Siamo nell’era degli scienziati pazzi»[10].

Meno sibillino è stato Vincent Dollmann, arcivescovo di Cambrai che, nell’appoggiare La Manif, ha dichiarato: «Accolgo con favore la mobilitazione delle persone che parteciperanno alle proteste per i diritti del bambino e contro la sua mercificazione». Mons. Dollmann invita il popolo a non cedere, «anche se questo approccio è talvolta stigmatizzato come reazionario»: pure «il cristiano è un cittadino e le sue convinzioni hanno il diritto di essere ascoltate allo stesso modo degli altri»[11].

Diverse altre voci di vescovi si sono alzate in questi ultimi due anni, nel merito della bioetica e della famiglia. Mons. Pierre d’Ornellas, nel suo libro Bioéthique, quel monde voulons-nous?, parlava di «affronto alla genitorialità», sopprimendo il concetto di «discendenza» e stabilendo «ab initio l’impossibilità legale di avere un padre». A parere del vescovo ausiliare di Parigi, Éric de Moulins-Beaufort, «la procreazione è affidata alla manipolazione medica e la genitorialità al bricolage». La «sofisticazione» della società – aggiungeva riferendosi al disegno di legge sulla Pma – è tale da permettere «qualsiasi ingegneria legale»[12].

Interessante è pure il commento[13] del filosofo Bertrand Vergely, sulla vicenda. Vergely è contro gli entusiasti della legge che dicono che non cambierà nulla. In realtà, il filosofo teme un «grande cambiamento» e per «tre motivi». Il primo motivo è «ideologico»: i promotori «vogliono una totale indifferenza tra le coppie, in nome della totale liberazione dalla sessualità». Le «identità devono essere in grado di fluttuare» e, in questo caso, l’ultra-liberalismo è concorde con il movimento gay militante e con il femminismo radicale[14].

La seconda motivazione è «ontologica». Vergely vede, nella proposta, la volontà di cambiare la natura umana. Si deve, cioè, giungere a dire che «l’impossibile diventa possibile». Poiché «il donatore è un’ombra, la coppia uomo-donna – come coppia fondatrice per dare vita – è sepolta». Si vuole, cioè, seppellire la realtà sessuale e surrogarla con un’altra, in modo arbitrario[15].

L’ultimo motivo è «politico»: è giunto il tempo in cui l’uomo possa «dettare le sue leggi alla natura». Si realizza, così, «il sogno segreto della politica e, dietro di lui, dell’orgoglio umano: diventare onnipotente, decretando ciò che la natura debba essere, grazie a una maggioranza parlamentare, una legge e una tecnica». È questo – sostiene Vergely – «il trionfo dell’ideologia liberale» e l’«invenzione di una finzione senza precedenti nella storia dell’umanità»[16].

Silvio Brachetta – https://www.vanthuanobservatory.org/

[1] Cf. p. es. Agnès Leclaire, “Le Sénat adopte de justesse la PMA pour toutes”, Le Figaro, 04/02/2020.

[2] Michel Janva, “Contre le projet de loi «anti-éthique»: la mobilisation continue!”, Le Salon Beige, 04/02/2020.

[3] Ivi.

[4] Cf. ivi.

[5] “Pma sans père”, “Procreazione medicalmente assistita senza padre”, che consiste appunto nella fecondazione artificiale per donna singola o coppia lesbica.

[6] Janva, “Contre le projet de loi…”, op. cit.

[7] Ivi.

[8] Ivi.

[9] Cécile Chambraud, “L’épiscopat encourage les catholiques à protester contre le projet de loi sur la bioéthique”, Le Monde, 16/09/2019.

[10] Ivi.

[11] Vincent Dollmann, Comunicato del 17/09/2019.

[12] Chambraud, “L’épiscopat encourage les catholiques à protester…”, op. cit.

[13] “Projet de Loi Bioéthique: le vertige d’un monde sans père”, intervista a Bertrand Vergely, Atlantico, 04/02/2020.

[14] Ivi.

[15] Ivi.

[16] Ivi.

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