Titolo un po’ fuorviante dal momento che la NASA non sta parlando di fusione fredda, ma la descrizione che fornisce del processo di fusione nucleare recentemente identificato “per confinamento cristallino”, potenzialmente generante energia, E in una recente pubblicazione sul sito web di Glenn Research Center, gli fa eco:
In questo nuovo metodo, vengono create condizioni sufficienti per la fusione nel cuore di un reticolo cristallino metallico mantenuto a temperatura ambiente. Mentre questo cristallo metallico, caricato di deuterio come combustibile, può inizialmente sembrare a temperatura ambiente, questo nuovo metodo crea al suo interno un ambiente energetico dove i singoli atomi sviluppano energie cinetiche equivalenti a quelle della fusione.
https://www1.grc.nasa.gov/space/science/lattice-confinement-fusion/
Nella fusione “classica” il processo avviene con un plasma caldo (molto caldo, più caldo del centro del Sole) contenuto all’interno di un campo magnetico, che innesca la reazione tra gli atomi di deuterio e trizio (1). Il problema di fondo è che devi essere in grado di contenere questo plasma, che richiede molta energia.
Nel metodo noto come “fusione per confinamento cristallino”, una traduzione approssimativa di Lattice Confinement Fusion , gli atomi di deuterio vengono integrati, ad altissima densità, nella struttura cristallina prima della reazione. La reazione viene avviata da una sorgente di neutroni che “riscalda”, o accelera, gli atomi di deuterio ad una velocità sufficiente a farli fondere e a rilasciare calore. Calore che non è naturalmente un calore meccanico, ma il surplus di energia tra la somma delle due masse iniziali prima della fusione, e la massa dopo la fusione, secondo la buona vecchia formula E = mc².
Questo esperimento è un primo passo verso un processo di fusione a priori molto più semplice dei sistemi attualmente allo studio basati sul confinamento magnetico, del tipo tokamak o stellerator. Ecco il video della NASA che spiega il processo:
Differenze dalla fusione fredda.
Possiamo confrontare questo processo con quello che pensiamo essere un processo di fusione fredda “classico” (LENR), purché questo termine abbia un significato per una tecnologia che “ufficialmente” non esiste:
È tempo di tornare, per un momento, alla dimensione scientifica di questo processo un po’ miracoloso di fusione fredda. Cosa sta succedendo qui? La questione centrale è come si comporta un nucleo atomico quando è posto all’interno della matrice altamente strutturata di un cristallo. Negli esperimenti giapponesi il cristallo è palladio e il gas è idrogeno. Finora la fisica dei materiali ignorava la fisica nucleare e viceversa: un nucleo in un reticolo cristallino ( reticolo) non subì particolari conseguenze, ma la nostra buona amica fisica quantistica arrivò a gettare la sua solita confusione in questa realtà ben ordinata: esisterebbe un accoppiamento tra questo nucleo e il reticolo cristallino sotto forma di onde vibratorie chiamate “fononi”. Ed è proprio questo accoppiamento, particolarmente forte in certe configurazioni del cristallo, che sarebbe la fonte di calore rilevata ma non identificata, 30 anni fa, da Fleischmann e Pons.
https://zerhubarbeblog.net/2019/11/21/fusion-froide-chaud-devant/
L’obiettivo della NASA alla base di questa ricerca è lo sviluppo di reattori nucleari compatti per future missioni spaziali. Data la necessità di accelerare gli atomi per ottenere una fusione, la scala di questo tipo di reattore sarà probabilmente molto maggiore di quella dei possibili reattori LENR che, a seconda di chi ascoltiamo, esistono già o quasi, ma il cui mercato sarebbe rappresentato piuttosto da quello del riscaldamento e della produzione di energia su scala domestica.
di VINCENT VERSCHOORE – blog ‘zerhubarbe’
(1) https://fr.wikipedia.org/wiki/Fusion_nucl%C3%A9aire
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