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Germania, avvelenamento: Navalny vuole tornare in Russia e non ha intenzione di denunciare nessuno

Quando l’ho letto stentavo a crederci ma è proprio così: Alexy Navalny non parteciperà al processo penale, che secondo il diritto processuale tedesco, dovrebbe essere aperto.

Anche se la Germania decidesse di procedere Navalny ha già dichiarato che non parteciperà.

Ed infine, a Navalny  è stata offerta la possibilità di rimanere in Germania sotto stretta sorveglianza e protezione (e si suppone che la stessa cosa sia stata offerta alla sua famiglia).

Ma la risposta di Navalny  anche in questo caso è stata chiara: “Voglio tornare in Russia“, ha detto Navalny.

Questa al momento è la situazione nota .

In un certo senso c’è un certo imbarazzo da parte dell’occidente, forse di delusione. Ma la stessa cosa non si può dire per la Germania. A quando pare al di là dell’attivismo anti-russo di queste settimane, vuole chiudere la faccenda. Vuole Nord Stream 2, ma sta facendo quello che può in questo caso, poiché le è stato chiesto molto. Ovvero ciò che è successo è una questione torbida e difficilmente si chiarirà. Certo è che la Germania è stata ricattata in qualche mondo.

Ci sono grossi interessi e c’è gente che si prefigge determinati scopi. Navalny. A quanto pare, forse non capisce molto di ciò che sta succedendo,  ma questo lo sa.

I giornalisti tedeschi hanno scritto di Navalny che si sta dimostrando di essere un ‘patriota russo’ perchè lui dice non crede che possa essere stato avvelenato dalla Russia. Così qualcuno azzarda l’ipotesi che lui abbia legami con il Cremlino e che persino la sua opposizione sia una messa in scena.

A questo punto si potrebbe anche azzardare l’ipotesi che i servizi segreti occidentali avessero più interesse di quelli russi di eliminarlo.

Come sempre la domanda da fare è infatti ‘cui prodest’?

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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