Miliardi di euro per Thissen, Lufthansa e Adidas, per i lavoratori autonomi solo Hartz IV [sussidio sociale usato in Germania, simile al reddito di cittadinanza italiano]
Mentre i grandi gruppi del Dax sono stati immediatamente attaccati alla flebo della liquidità governativa, per i piccoli lavoratori autonomi colpiti dalla crisi non resta altro che richiedere Hartz IV, in attesa di tempi migliori. Un articolo molto interessante da Cives.de
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Miliardi di euro per Thissen, Lufthansa e Adidas, per i lavoratori autonomi solo Hartz IV
Sei settimane dopo l’avvio del pacchetto di aiuti federali per l’emergenza Coronavirus, la Kreditanstalt für Wiederaufbau ha presentato i primi risultati. Importanti beneficiari come Adidas e Puma, Media-Markt e Saturn, Sixt e TUI sono stati attaccati alla flebo della liquidità del governo. Solo 375.000 aziende, tuttavia, possono presentare una domanda per ricevere i 600 miliardi di euro messi a disposizione dal governo. Una parte sostanziale degli oltre 3,1 milioni di aziende con meno di dieci dipendenti, imprese individuali, liberi professionisti e lavoratori autonomi pagherà con la propria scomparsa il blocco dell’economia, rivenduto da questo governo federale come “senza alternativa”.
Primo bilancio di successo per gli aiuti federali nell’emergenza Coronavirus
Sei settimane dopo l’inizio del programma di “aiuti Corona”, il nome suona bene, arriva il primo bilancio record della banca federale per lo sviluppo (KfW): nel suo comunicato stampa del 30 aprile 2020, la KfW annuncia infatti un “buon inizio per il nuovo anno di sostegno all’economia della KfW”. Per il piano di “supporto di liquidità alle aziende di tutte le dimensioni che hanno avuto difficoltà finanziarie a causa del coronavirus” partito il 25.3, la KfW ha ricevuto quasi 26.000 domande. Quasi il 99% di queste domande è stato accettato, per un volume totale di 33,1 miliardi di euro.
Fra gli importanti beneficiari che il governo federale ha attaccato alla flebo della liquidità ci sono:
– Il secondo produttore mondiale di articoli sportivi Adidas (anche Reebok fa parte del gruppo) ha ricevuto un totale di 3 miliardi di euro: di questi, 2,4 miliardi di euro provengono direttamente dalla KfW, altri 600 milioni sono forniti da un consorzio bancario.
– 900 milioni sono andati al fratello minore Puma: “… Per poter coprire i costi fissi e gli stipendi, Puma si è assicurata ulteriori prestiti per 900 milioni di euro. Oltre ai 625 milioni di euro erogati dalla banca pubblica per lo sviluppo statale KfW, il resto del finanziamento proviene da un consorzio di altre undici banche”. Riferisce Handelsblatt il 7 maggio 2020
– 1,7 miliardi di euro sono andati a Ceconomy, meglio conosciuta come la madre delle catene di elettronica Media-Markt e Saturn. La società è in sofferenza fin dai tempi dello spin-off della divisione alimentare Metro avvenuto tre anni fa. KfW ha anche contribuito con 1,7 miliardi di euro a un prestito erogato dal sindacato.
– Thyssenkrupp ha ricevuto 1 miliardo di euro dalla KfW. Il gruppo di Essen, in difficoltà finanziarie, come molte altre società, soffre infatti per le conseguenze della crisi causata dal Coronavirus. Handelsblatt aveva riferito che a causa del blocco degli impianti nell’industria automobilistica, sono andati perduti degli introiti considerevoli. A fine marzo, quindi, Thyssenkrupp aveva già rivisto le sue previsioni per l’esercizio in corso. Migliaia di dipendenti lavorano con orario ridotto o sono in cassa integrazione. Con i prestiti della KfW, la società vuole coprire il tempo necessario fino al completamento della vendita della divisione ascensori.
– Lufthansa attualmente sta negoziando con il governo federale oltre 9 miliardi di euro, questo “pacchetto di stabilizzazione” dovrà essere finanziato dal Fondo di stabilizzazione economica (WSF), che (insieme agli aiuti della KFW) rappresenta un altro “ombrello di salvataggio” del governo federale per le società molto grandi con un volume complessivo di 600 miliardi di euro. Il WSF è stato progettato per “garantire la liquidità e la solvibilità delle aziende sane e competitive prima della pandemia”. Le negoziazioni al momento non sono ancora complete, tuttavia, secondo le voci, si discute ancora il livello di partecipazione statale e il diritto del governo federale di avere voce in capitolo.
– la più grande azienda europea del settore turistico, TUI AG, riceverà 1,8 miliardi di euro come prestito ponte da parte della KfW. Grazie ai fondi della banca pubblica per lo sviluppo, la linea di credito esistente di TUI sarà aumentata per un importo di 1,75 miliardi di euro. Il prestito ponte della KfW è soggetto all’approvazione delle banche … TUI aveva deciso di richiedere un prestito ponte alla KfW al fine di attutire gli effetti della pandemia di COVID-19, almeno fino a quando non sarà possibile riprendere le normali attività commerciali
– 1,5 miliardi di euro per la società di autonoleggio Sixt: secondo quanto riportato da Sixt stessa, la società avrebbe ricevuto un prestito di 1,5 miliardi di euro dalla banca pubblica KfW e da quattro banche commerciali. Sixt ha bisogno dei soldi per finanziare la sua flotta di veicoli. La società a gestione familiare è senza un rating e sul mercato dei capitali non avrebbe alcun merito creditizio, ha ammesso il CEO Erich Sixt.
Aiuti del governo federale per fronteggiare il Coronavirus
Il governo federale si è impegnato con due grandi pacchetti – definiti “pacchetti di salvataggio”:
– Il Wirtschaftsstabilisierungsfonds (WSF)
Questo pacchetto è riservato alle società molto grandi. Vale a dire
– con un attivo totale di oltre 43 milioni di euro
– o più di 50 milioni di euro di fatturato
– o più di 249 dipendenti su una media annuale
Ci sono meno di 16.000 di queste aziende in Germania, che impiegano circa la metà dei dipendenti soggetti a contributi previdenziali.
“Strumenti” del Fondo per la stabilizzazione economica (WSF)
– “quadro di garanzie” da 400 miliardi di euro da parte del governo federale, con lo scopo di aiutare le aziende a rifinanziarsi sul mercato dei capitali (colmare la carenza di liquidità)
– 100 miliardi di euro come autorizzazione al credito (per chi?) per ricapitalizzare le aziende
– ulteriori 100 miliardi di euro per rifinanziare i programmi straordinari contro il Coronavirus della Kreditanstalt für Wiederaufbau
Programmi speciali della KfW contro le conseguenze del Coronavirus
Consorzio per il finanziamento della KfW
Per le medie e le grandi aziende, la KfW offre la partecipazione diretta ad un sindacato di finanziamento composto da diverse banche: la KfW si assume fino all’80% del rischio, ma non oltre il 50% del debito totale o il 30% delle attività totali del gruppo. La quota di rischio della KfW ammonta ad almeno 25 milioni di euro ed è limitata al 25% del fatturato annuo del 2019 o al doppio dei costi salariali del 2019 oppure delle necessità di finanziamento per i prossimi 12 mesi.
Prestito imprenditoriale della KfW oppure prestito ERP per le aziende
Questo programma è sostanzialmente aperto a piccole (10 o più dipendenti), medie e grandi imprese per fare degli acquisti (investimenti) e coprire i costi di gestione (risorse operative) fino a 1 miliardo di euro. L’importo massimo del prestito è limitato al 25% del fatturato annuo del 2019 oppure al doppio dei costi salariali del 2019, oppure alle attuali necessità di finanziamento per i prossimi 18 mesi per le piccole e medie imprese oppure 12 mesi per le grandi aziende, o il 50% del debito totale o il 30% del totale del bilancio di gruppo, per i prestiti superiori ai 25 milioni di EUR.
La KfW si assume la garanzia sul prestito fino all’80% per le grandi aziende e fino al 90% per le piccole e medie imprese.
Prestito rapido della KfW 2020
Questo strumento è disponibile per le aziende con 10 o più dipendenti, anche per acquisti (investimenti) e costi di gestione (mezzi operativi). Il prestito è garantito al 100% da una garanzia federale. I parametri principali sono:
– Prestito di sostegno per acquisti e costi di gestione
– Per le aziende con più di 10 dipendenti, presenti sul mercato almeno da gennaio 2019
– Assunzione del rischio al 100% da parte della KfW
– Nessuna valutazione del rischio da parte della banca (vedi i commenti di un addetto bancario, di seguito)
– Importo massimo del prestito: fino al 25% del fatturato annuo del 2019 per ogni gruppo di società
– Un massimo di 500.000 euro per ogni gruppo aziendale con più di 10 dipendenti fino a 50 dipendenti inclusi nell’azienda richiedente
– Un massimo di 800.000 euro per ogni gruppo aziendale con più di 50 dipendenti presso la società richiedente.
– Fino a 10 anni per il rimborso, primi 2 anni senza rimborso
Prerequisito: la società richiedente deve aver realizzato in media un profitto dal 2017 al 2019, oppure nel 2019.
600 miliardi di euro di fondi federali per un massimo di 375.000 aziende, quasi dieci volte di più, invece, rimangono sotto la pioggia ad aspettare senza un “ombrello di salvataggio”
Secondo il suo comunicato stampa del 30 aprile, dal 25 marzo 2020, la KfW ha ricevuto 25.500 domande riguardanti il programma di aiuto contro il Coronavirus, di cui quasi il 99% ha ricevuto un esito positivo per un volume complessivo di 33,1 miliardi di euro. Questo 99% sembra un dato molto alto.
Cosa dice un insider bancario al riguardo:
Questo numero per me è diventato più plausibile dopo aver parlato con un amico che fa parte del gruppo dirigente di una cassa di risparmio regionale. Ha riferito che il suo istituto aveva ricevuto ad inizio aprile più di 350 domande di prestiti “contro il Coronavirus”. Rimane da chiedersi da dove dovrebbe provenire l’esercito di impiegati necessario per elaborare le domande per queste applicazioni in maniera tempestiva. I circa 22 tirocinanti dell’ultimo anno di formazione? I venti dipendenti scarsi con i quali l’ufficio per l’analisi del credito è stato dotato fino a quel momento, non sono in alcun modo sufficienti.
Inoltre a ciò si aggiunge che sono stati proprio il Ministero federale delle finanze e l’Autorità federale di vigilanza finanziaria (Bafin) a rafforzare le linee guida per i prestiti (alle aziende). La formulazione nel prospetto della KfW (per ottenere il prestito rapido dellaKfW) “nessuna valutazione del rischio da parte della banca” è semplicemente ridicola. Perché secondo la legge bancaria tedesca (in particolare paragrafo 18 e 18a), le banche sono legalmente obbligate a controllare accuratamente le richieste di prestito e a tenersi informate sullo stato economico del mutuatario anche dopo la concessione di un prestito.
Riflessioni in merito
– In Germania operano circa 3,5 milioni di aziende. Circa 375.000 aziende appartengono alla categoria delle piccole, medie e grandi aziende che possono chiedere l’aiuto della KfW. Finora solo il 6,8% di queste società ammissibili ha presentato una domanda alla KfW, vale a un’azienda su 15.
– 14 aziende su 15 aziende in questa categoria non hanno alcuna possibilità di ottenere un prestito. Oppure la richiesta è bloccata in una gigantesca ondata arrivata alle circa 1.800 banche della Repubblica federale.
– scoprirarnno che tutti i programmi speciali della KfW contro il Coronavirus sono rivolti alle categorie delle piccole, medie e grandi imprese. Queste categorie sono definite – rigorosamente – solo se ci sono più di dieci dipendenti.
Misurate in questo modo:
– circa 294.000 piccole imprese hanno fra i 10 e i 49 dipendenti
– circa 64.000 medie imprese hanno fra i 50 e i 249 dipendenti e
– circa 15.000 aziende danno lavoro a 250 o più persone
Piu’ di 3,1 milioni di aziende, tuttavia, tra cui le piccolissime imprese con meno di dieci dipendenti e un gran numero di ditte individuali, lavoratori autonomi e liberi professionisti, non appartengono a queste categorie di società. Tutte le decine di migliaia di artisti non sono coperti dal finanziamento federale. Gli aiuti di emergenza dei Laender sono limitati a poche migliaia di euro e non sono in alcun modo sufficienti per garantire l’esistenza dell’impresa. Chiedere a queste persone colpite di rivolgersi alla “sicurezza di base”, ad HartzIV, rappresenta il massimo del cinismo.
Ancora una volta la presunta politica senza “alternativa” della Cancelliera Merkel e le “misure di blocco” con cui il governo federale inizialmente ha cercato di salvare la sua faccia di fronte a un completo fallimento nella valutazione del rischio e nella preparazione dall’epidemia, spingono l’esistenza di milioni di lavoratori autonomi e piccole imprese verso il disastro. Mentre il Ministro della Sanità Spahn non ha niente di meglio da fare che lanciare ogni giorno una nuova idea sulle app per la tracciabilità e sugli obblighi di segnalazione da parte dei medici, delle persone infette e delle persone sane…