Giorgio Bianchi, giornalista: l’unica realtà possibile non è dentro la nostra bolla

Dalla bacheca FB di Giorgio Bianchi, ottimo fotoreporter e giornalista. E’ stato bloccato di nuovo da Fb, perché sta raccontando la vita in Russia, dove si trova al momento…Di seguito un post molto interessante da Mosca, è del 2 febbraio.

@vietatoparlare


Confinamento, limitazione degli spostamenti e sospensione di tutte le attività che facilitino la convivenza sociale, hanno come scopo principale quello di isolare gli individui al fine di rinchiuderli in una bolla all’interno della quale le emozioni prevalenti siano l’angoscia e il senso di claustrofobia.

Si tratta di una sorta di waterboarding mentale volto a sigillare tutti gli scuri della coscienza e impedire anche al più flebile raggio di luce di raggiungere la mente delle persone. In pratica il trattamento al quale stanno sottoponendo la stragrande maggioranza dei cittadini è una cura “Ludovico” che ha il duplice effetto di inibire il senso critico e l’insorgere di qualsiasi sospetto di trovarsi all’interno di una recita distopica e nel contempo induce un’inconsapevole repulsione nei confronti di qualsiasi rappresentazione alternativa della realtà.

Oltre al lockdown dei corpi, stanno mettendo in atto anche un confinamento delle menti avente come scopo principale quello di prevenire il contatto con il virus del dubbio. Perché una cosa è certa, se si moltiplicassero le descrizioni di come si vive nei luoghi nei quali le rigide politiche di blocco non sono state applicate, emergerebbe in maniera inequivocabile l’inconsistenza delle limitazioni alle quale siamo sottoposti dalle nostre parti.

L’accanimento mediatico dei mesi scorsi nei confronti di Svezia e Svizzera è paradigmatico di questo processo, così come è altrettanto sintomatico il blocco che mi è stato comminato oggi per aver postato la foto di un ristorante di Mosca pieno di clienti, accompagnata dalle affermazioni di una ragazza di San Pietroburgo che riportava la seguente descrizione della situazione in Russia (che sottoscrivo parola per parola avendola riscontrata di persona):

La situazione delle chiusure in Russia da una chiacchierata con Ludmilla. 30 gennaio 2021.

《In Russia non ci sono restrizioni da un sacco di tempo. A Mosca e San Pietroburgo i ristoranti sono pienissimi di gente senza distanze né niente. Aperti tutti i centri commerciali, bar, ristoranti: tutto aperto. E possibilità di comprare tranquillamente i biglietti per cinema, teatro, ristoranti. Non so di quali restrizioni parlino. Qui tutto funzionava. L’unica restrizione che avevamo era che bar e ristoranti dovevano chiudere alle 11, ora hanno tolto anche questa. Da noi ha funzionato tutto sempre. Sembra non ci sia nessuna pandemia. Qui è pienissimo di gente: tutti escono e fanno le loro cose, con una vita normale》.

Il castello di carta si regge sull’assenza di un riscontro oggettivo, sulla mancanza di termini di paragone.

Tutto funziona fintantoché gli individui restano “confinati” all’interno della caverna di Platone mediatica che hanno edificato in questi mesi.

Le testimonianze dall’esterno devono essere sottaciute, censurate o al limite distorte. La pandemia deve essere uguale dappertutto, deve generare le stesse risposte da parte dei governi.
Se venisse meno questa percezione, cadrebbe giù tutto, in un solo colpo.

L’architrave della narrazione pandemica è far credere alle persone che la situazione sia identica ovunque.

Ma non è affatto così.

Chiunque abbia la possibilità di mettere il naso fuori dal cosiddetto “Occidente allargato” non può fare a meno di rimanere abbagliato dal contraltare di una vita che scorre come sempre, da persone che vanno in giro e si relazionano da esseri umani, da bambini che si recano regolarmente a scuola e giocano tra di loro senza oscene museruole sulla faccia.

La verità in questo caso ti può trafiggere come “una pallottola di diamante”, per questo deve essere negata, censurata, irrisa.

Le bolle servono a questo.

Aprite quella porta e uscite, lì fuori c’è la vita di tutti i giorni che vi aspetta.

Fatelo per i vostri figli, prima che sia troppo tardi.

Giorgio Bianchi, Mosca, 2 febbraio 2021

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