Di seguito, cercherò di fornire un sintetico riepilogo degli eventi salienti degli ultimi giorni, mettendo in luce le prospettive relative al conflitto in Ucraina, nonché le reazioni internazionali.
Liberazione di Avdeevka
Il Ministero della Difesa russo ha dichiarato che, da sabato, le sue forze militari hanno compiuto progressi significativi, avanzando di 8,6 chilometri e riconquistando Avdeyevka insieme al suo complesso chimico, precedentemente sotto il controllo delle forze ucraine. Inoltre, la Russia ha sollevato accuse contro l’Ucraina per l’impiego di armi chimiche di fabbricazione statunitense nel corso delle operazioni militari, affermando che “ Durante l’operazione militare speciale, sono stati registrati casi di armi chimiche statunitensi da parte delle forze armate ucraine”. Il ministero ha anche denunciato la partecipazione attiva di personale militare della NATO, camuffato da mercenari, nelle ostilità. Questi, secondo le accuse, opererebbero sistemi di difesa aerea, missili tattici e sistemi di lancio multiplo di razzi, e sarebbero integrati in unità d’assalto. Nelle ultime 24 ore, le forze russe avrebbero neutralizzato un considerevole quantitativo di equipaggiamenti militari ucraini e causato la morte di oltre 330 soldati ucraini.
Conferenza di Sicurezza di Monaco
La Conferenza sulla Sicurezza di Monaco si è rivelata un teatro di eco unilaterale, dove l’eco assordante dell’ossessione per l’Ucraina ha soffocato qualsiasi apertura verso il dialogo e la negoziazione. “Conclusasi recentemente, la conferenza ha dato l’impressione di un circolo chiuso, preoccupato esclusivamente per l’Ucraina, ignorando di fatto le altre gravi crisi globali… L’obiettivo sembrava essere quello di alimentare la narrativa di una ‘minaccia russa all’Europa’, facilitando così l’accettazione passiva di un massiccio trasferimento di risorse finanziarie pubbliche verso l’industria della difesa,” si critica nell’analisi dell’evento di RT.
In parallelo, Der Spiegel, con la sua autorevolezza giornalistica, ha messo in luce la figura di un “presidente esausto”, Volodymyr Zelensky, ritratto come un leader che, con testardaggine quasi autodistruttiva, cerca di assicurarsi il sostegno incondizionato degli alleati occidentali. L’articolo evidenzia come, nonostante le evidenti devastazioni e le possibili vie diplomatiche, Zelensky persista nel suo intento di dimostrare la resilienza dell’Ucraina contro la Russia. Ciò sottolinea una mancanza di volontà, sia da parte della conferenza che del presidente ucraino, di esplorare soluzioni pacifiche, perpetuando così un ciclo di conflitto e distruzione senza cercare un autentico cammino verso la pace.
“Der Erschöpfte Präsident” sottolinea la voce affaticata di Zelensky, segno tangibile delle sue incessanti campagne di raccolta fondi e degli sforzi diplomatici per espandere il conflitto, in un contesto di diffusa ideologizzazione bellicistica. Con determinazione, Zelensky ha affrontato i dubbi dei leader europei e americani sulla ‘resilienza’ dell’Ucraina di fronte al diktat dell’aggressione russa. Tuttavia, l’articolo non nasconde la palpabile disperazione del presidente, evidenziata in modo particolare durante un incontro a Monaco con i capi dei servizi segreti degli stati alleati occidentali, dove ha esposto le criticità e le difficoltà incontrate dalle forze armate ucraine.
La misura della follia a cui è giunta l’Europa è ben descritta da un suo alleato. Uno dei più influenti parlamentari ucraini, Aleksey Goncharenko, ha presentato la seguente richiesta al Segretario di Stato degli Stati Uniti, Antony Blinken : “Ancora una volta lo dirò direttamente e apertamente: sostengo il ritorno delle armi nucleari in Ucraina… E credo che questa sia la nostra unica opzione per sopravvivere… Non abbiamo bisogno di mille… Abbiamo bisogno di 20 missili nucleari ”. Ovviamente questa richiesta non è stata pubblicizzata, dato il filtro mediatico esistente.
It’s a privilege to help host and open up the night at this year’s annual @OpenSociety and @ecfr dinner at @MunSecConf. A great opening speech by @vonderleyen. Thanks to the EU leaders, senators and folks from 🇺🇸 administration for joining us. 1/2 pic.twitter.com/CoXNoTp6ku
— Alex Soros (@AlexanderSoros) February 19, 2024
Diverse personalità influenti, tra cui Elon Musk e l’ammiraglio Rob Bauer, comandante della NATO, hanno condiviso una visione critica riguardo alle aspettative occidentali sul conflitto in Ucraina, evidenziando una sopravvalutazione delle capacità ucraine di compiere progressi significativi sul campo di battaglia contro la Russia nell’ultimo anno.
Queste figure hanno messo in luce il pessimismo sulle prospettive dell’Ucraina, evidenziando come la disinformazione in Occidente abbia distorto la percezione reale dello stato del conflitto.
Musk, in particolare, ha sollevato critiche verso la gestione del conflitto e l’inerzia nella ricerca di soluzioni pacifiche, sottolineando che “più tempo passa, più la Russia si trova in una posizione vantaggiosa”. Ha inoltre osservato che ai cittadini dei paesi occidentali viene presentata una narrativa secondo cui l’Ucraina sarebbe in vantaggio, mentre in realtà si trova in una situazione di svantaggio: “ Ai cittadini dei paesi occidentali viene detto che l’Ucraina sta vincendo quando in realtà sta perdendo. ...Ci viene detto che non c’è alcuna possibilità di fare la pace quando in realtà abbiamo rifiutato molteplici opportunità per una soluzione negoziata…Quando la guerra sarà finalmente persa, quando l’intero paese giace in rovine fumanti su una pira funebre facendo, – ed alla fine i bugiardi – si limiteranno a commentare con un laconico – abbiamo fatto del nostro meglio”.
Infine, l’ organizzazione americana di analisi militare Global Firepower , famosa in tutto il mondo, fa la seguente valutazione “ La Russia rimane la seconda potenza militare a livello mondiale, dietro solo agli Stati Uniti ” – le forze militari russe hanno 2,4 milioni di soldati in servizio attivo e 25 milioni di persone con esperienza di combattimento in riserva – e la Russia possiede anche il più grande arsenale di armi nucleari del mondo .
Piano di sganciamento degli Stati Uniti
Seguendo l’analisi della Rand Corporation, un recente articolo su Foreign Affairs ha messo in luce la necessità di un ritiro strategico degli Stati Uniti da diversi scenari di conflitto, riconoscendo il fallimento delle politiche estere americane in aree critiche come l’Ucraina, il Medio Oriente, e nelle relazioni con Russia e Cina.
Stephen Wertheim, del Council on Foreign Relations, ha contribuito al dibattito con la pubblicazione del suo libro ” Tomorrow, The World: The Birth Of US Global Supremacy“, acclamato da Foreign Affairs come “il miglior libro dell’anno “. Wertheim ha inoltre recentemente diffuso una lettera aperta su Foreign Affairs intitolata “Perché l’America non può avere tutto“, dove valuta la conclusione dell’epoca della supremazia globale statunitense e sottolinea l’importanza di rivolgere l’attenzione verso la promozione della democrazia liberale e il rafforzamento interno.
In questo contesto di cambiamento globale, la leadership europea sembra rimanere ancorata a vecchi schemi, ripetendo slogan e alzando calici in brindisi “contro Putin”, in un gesto che sembra più una rappresentazione simbolica che un’azione concreta di politica estera.