Gli Stati Uniti sono il principale sospettato per l’attentato a Mosca

Brian Berletic, noto anche come Tony Cartalucci, è un analista geopolitico che fornisce approfondite analisi sulla politica internazionale, con un focus sull’Eurasia. Il suo canale YouTube, The New Atlas, offre una prospettiva critica su questioni globali e regionali, compresi gli eventi in Russia, Ucraina e Cina1.

Nel video menzionato, Berletic sostiene che il principale sospettato per l’attentato a Mosca, che ha causato la morte di 140 civili, sia il governo degli Stati Uniti. Questa affermazione si basa sulla storia consolidata di decenni di utilizzo del terrorismo da parte degli Stati Uniti come strumento per promuovere gli obiettivi di politica estera di Washington. Questo approccio è stato impiegato sia in Russia che in Cina, oltre che in altre parti del mondo1.

Berletic sottolinea che un’organizzazione terroristica internazionale richiede enormi risorse, tra cui finanziamenti, materiali e accesso a armi. Inoltre, è necessaria la capacità di spostare le persone in modo discreto da un paese all’altro. Questo livello di operatività è quasi impossibile senza il supporto di sponsor statali. È noto che attività simili in tutto il mondo sono spesso compiute da attori statali. Pertanto, Berletic suggerisce che gli Stati Uniti dovrebbero essere considerati il principale sospettato ogni volta che si verifica un attacco terroristico in una nazione. Inoltre, il terrorismo è spesso una delle opzioni utilizzate dagli Stati Uniti quando designano un nemico1.

Nel caso specifico dell’attentato a Mosca, Berletic afferma che i terroristi responsabili facevano parte di un’unità militare operante sotto il comando del governo ucraino. Pertanto, la domanda cruciale non dovrebbe riguardare quale gruppo per procura è stato utilizzato, ma piuttosto chi agisce come intermediario tra gli esecutori e gli sponsor statali1.

Gli Stati Uniti, in quanto attori geopolitici di rilievo, hanno spesso designato nemici o avversari in base ai loro interessi e obiettivi di politica estera. Il terrorismo, purtroppo, è stato uno strumento utilizzato da diverse nazioni nel corso della storia per raggiungere determinati scopi.

Nel caso specifico dell’attentato a Mosca, è interessante notare che i terroristi responsabili facevano parte di un’unità militare operante sotto il comando del governo ucraino. Questo solleva domande sulla dinamica tra gli esecutori materiali e gli sponsor statali. Infatti, per condurre operazioni complesse e sostenere attività quotidiane, le organizzazioni terroristiche hanno bisogno di risorse finanziarie, materiali e supporto logistico. La sponsorizzazione statale è spesso cruciale per la loro sopravvivenza e operatività.

Gli Stati Uniti, come altre nazioni, raramente agiscono direttamente quando si tratta di sostenere organizzazioni terroristiche. Invece, spesso utilizzano intermediari o alleati regionali per raggiungere i loro obiettivi. Ad esempio, durante gli interventi in Siria e Iraq, gli Stati Uniti hanno lavorato attraverso i loro partner arabi del Golfo Persico, fornendo loro programmi di addestramento, munizioni e supporto logistico. Questo approccio consente agli Stati Uniti di influenzare gli eventi senza necessariamente essere coinvolti direttamente nelle operazioni sul campo.

In sintesi, la questione non dovrebbe essere solo quale gruppo per procura è stato utilizzato, ma piuttosto chi agisce come intermediario tra gli esecutori e gli sponsor statali.

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Il documento “Which Path to Persia? Options for a New American Strategy Toward Iran”, pubblicato nel 2009 dal Brookings Institution, offre una dettagliata analisi delle opzioni disponibili per la politica degli Stati Uniti nei confronti dell’Iran. Vediamo alcuni punti chiave:

  1. Scopo del Documento:
    • Il documento esplora diverse strategie che gli Stati Uniti potrebbero adottare nei confronti dell’Iran.
    • Esamina le opzioni diplomatiche, militari, di cambiamento di regime e di contenimento.
  2. Finanziamento e Coinvolgimento:
    • La strategia proposta è finanziata in parte dal governo degli Stati Uniti e da importanti istituzioni finanziarie e aziendali statunitensi.
    • Questo indica indirettamente chi effettivamente influenza la politica estera degli Stati Uniti.
  3. Capitolo sull’Insurrezione e Destabilizzazione:
    • All’interno del documento, c’è un intero capitolo intitolato “Ispirare un’insurrezione a sostegno dei gruppi di minoranza e di opposizione”.
    • L’obiettivo di questa strategia è utilizzare gruppi di minoranza e opposizione per destabilizzare l’Iran.
    • Tra le azioni previste, ci sono attentati, che, come sappiamo, sono avvenuti con decine di morti in Iran.

Gli USA hanno storicamente utilizzato il terrorismo per avanzare i propri obiettivi di politica estera. Per esempio, supportando i militanti in Afghanistan contro l’Unione Sovietica, i separatisti ceceni in Russia e Al Qaeda e l’ISIS in Siria.

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Successivamente Berletic esamina il ruolo dell’Ucraina nel terrorismo: Evidenzia la storia delle attività terroristiche dell’Ucraina volte ai civili russi, implicando il riconoscimento da parte dei media statunitensi della collaborazione tra l’intelligence statunitense e quella ucraina dal 2014.

Coinvolgimento dell’intelligence statunitense: Berletic discute delle operazioni segrete degli Stati Uniti nell’aiutare le forze ucraine e nell’addestrare unità per operazioni all’interno della Russia, contraddicendo le affermazioni pubbliche di non coinvolgimento in operazioni letali offensive.

CIA e commando ucraini: Il video fa riferimento a un articolo del New York Times che rivela l’addestramento, da parte della CIA, di una forza di commando ucraina d’élite, l’Unità 2245, e le loro operazioni all’interno della Russia, incluse missioni guidate dal Generale Budanov, una figura con profondi legami con la CIA.

Narrativa pubblica vs realtà: Bertlic critica la narrazione presentata dai media occidentali e dalle dichiarazioni ufficiali degli USA, contrapponendole alle prove del coinvolgimento diretto nell’armare e addestrare forze per operazioni contro la Russia.

L’impatto della politica estera sul terrorismo: La disamina conclude discutendo le implicazioni più ampie della politica estera statunitense sul terrorismo globale, evidenziando le questioni morali ed etiche che circondano l’uso di proxy e operazioni segrete nei conflitti esteri.

Il video, pubblicato il 1 aprile 2024, sottolinea la necessità di un esame critico della politica estera statunitense e del suo ruolo attivo nel fomentare il terrorismo internazionale, esortando gli spettatori a considerare le prove e le implicazioni del terrorismo sponsorizzato dallo stato.

Maggiori particolari nella visione del video. Buona visione!

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